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Uno dei blog di .mau.

Arrivederci

Il Post (inteso come il peraltro direttore) mi ha scritto avvisandomi che dalla prossima settimana interromperà la pubblicazione dei blog di autori esterni, come questo mio. Il materiale presente non verrà eliminato: semplicemente non potrò più scrivere nulla di nuovo qui, e questo è dunque il mio ultimo post qui.

Dal mio punto di vista non cambia poi molto. Non ho mai ottenuto (né se per questo chiesto…) un centesimo da quello che ho scritto: prima di cominciare a scrivere qui avevo già da quasi un decennio il mio blog personale, e ricomincerò a scrivere di “matematica light” lì anziché qua, per i miei affezionati ventun lettori. Ora che lo sapete, non dovrebbe insomma cambiare molto nemmeno per voi :-)

10/10/2022 Uncategorized

Volete provare a vincere una copia del mio libro?

Come immagino sappiate fin troppo bene, ho scritto un libro di problemi matematici, Matematica in Relax. Però forse non conoscete Goodreads, un sito sociale per amanti dei libri. Goodreads ha anche una sezione Giveaways, dove autori ed editori per farsi pubblicità offrono copie (reali) di libri, che vengono sorteggiate tra chi si è prenotato.

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13/06/2011 Uncategorized

I numeri naturali e gli assiomi di Peano

Parlare dei numeri naturali sembrerebbe per così dire naturale. È ovvio che uno, due, tre, quattro… sono lì e sono sempre stati lì, noti a tutti, no? Beh, non proprio. Esistono tribù primitive che non sapevano contare oltre a due, passando subito a “molti”. Non che queste tribù non fossero in grado di accorgersi se avevano perso un bambino o uno dei loro animali: per cose come queste non è affatto necessario saper contare :-)

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20/06/2011 Uncategorized

I mysteri della matematica

La matematica è una scienza esatta, vero? O è così o così, non si può sgarrare, vero? Macché! Anche in matematica ci sono veri e propri misteri, di tanti tipi diversi e per tutti i gusti, anche se in effetti tante volte si scivola quasi sulla filosofia. Cogliendo l’occasione del primo compleanno di Query, la rivista del CICAP, vi racconto un po’ di misteri, pardon mysteri, della matematica… almeno come li vedo io.

Il primo mystero è quello dei teoremi che non sono né veri né falsi. Per millenni la matematica è stata vista come l’unica scienza dove si poteva essere certi che prima o poi si sarebbe arrivati ad avere tutte le risposte: magari il “poi” sarebbe stato un “molto poi”, ma nessuno aveva particolarmente fretta. David Hilbert, uno dei più grandi matematici a cavallo tra XIX e XX secolo, pronunciò le profetiche frasi «In der Mathematik gibt es kein Ignorabimus» (in matematica non c’è un “ignoreremo”) e «Wir müssen wissen, und wir werden wissen» (noi dobbiamo conoscere, e noi conosceremo). Falso profeta, naturalmente: perché nel 1931 Kurt Gödel dimostrò formalmente che un qualunque sistema abbastanza ricco per poter fare aritmetica i casi erano due: o il sistema non era coerente (disastro totale) oppure c’erano affermazioni vere che non potevano essere dimostrate all’interno di quel sistema (disastro parziale). Detto in altre parole, ci deve essere per forza qualcosa che non potremo sapere, e dovremo accettare – o rifiutare, se per noi vero=dimostrabile – per fideismo. Una volta poi rotto l’argine con la dimostrazione gödeliana, i matematici sono riusciti a trovare teoremi relativamente semplici che si può dimostrare non poter essere dimostrati… insomma, non sono elucubrazioni ultrateoriche.

Il secondo mystero è quello legato al cosiddetto Problema della fermata. Non solo non si può sapere se un teorema è dimostrabile oppure no, ma dato un algoritmo finito e un insieme di dati di input non è sempre possibile stabilire se il programma terminerà, non importa se con risposta positiva o negativa, oppure continuerà all’infinito. Questo risultato è stato dimostrato da Alan Turing, ed è di nuovo una fregatura per chi è convinto che la matematica dia certezze: anche avendo a disposizione un computer di capacità illimitate, per alcuni problemi è un mistero sapere se esiste o no la soluzione. Chissà se sarà così per l’ipotesi di Riemann oppure per la congettura di Collatz

Ma ci sono mysteri molto più toccabili, si fa per dire. Teoremi che si possono dimostrare veri ma che sono completamente controintuitivi. Non so se avete mai sentito parlare del Paradosso di Banach-Tarski: è possibile prendere una sfera unitaria, “tagliarla” in cinque parti, riassemblare i “pezzi” e ottenere due palle del tutto identiche a quella iniziale. Ho scritto “tagliare” e “pezzi” tra virgolette perché le operazioni da fare non sono affatto permesse nel mondo fisico, anche perché altrimenti hai voglia a duplicare lingotti d’oro… La dimostrazione in effetti non è costruttiva, e sfrutta un assioma matematico, l’assioma della scelta, che è un altro esempio ancora di mystero: si può fare matematica accettandolo o rifiutandolo, e non abbiamo modo di stabilire se è vero o falso usando i soliti assiomi della matematica. Non venitemi a dire che un assioma che permette di duplicare gli oggetti è evidentemente falso: il suo enunciato afferma semplicemente che data una qualunque collezione, finita o infinita, di insiemi non vuoti è sempre possibile scegliere un oggetto da ciascuno degli insiemi. Più innocuo di così…

Un quarto tipo di mystero è quello che il fisico Eugene Wigner definì “l’irragionevole efficacia della matematica”. Vi siete mai chiesti perché mai il nostro universo sembri sottostare a leggi matematiche relativamente semplici? Dal mio punto di vista, è più misterioso scoprire che la gravitazione universale o la legge di Maxwell si possono esprimere con poche formule che pensare a una supposta Atlantide i cui abitanti avevano chissà quali conoscenze. Mi sa che Giacobbo e quelli di Voyager pensino di no, ma è chiaro che ognuno ha i mysteri che si merita…

Resta un quinto mystero di cui non credo si parli molto ma a me ha sempre turbato un po’: l’innaturale interconnessione di tutta la matematica. Perché mai per dimostrare il teorema di Fermat, che parla di numeri interi elevati a potenza e somme, occorre passare alla teoria delle funzioni ellittiche? Perché le stime migliori della distribuzione dei numeri primi si ottengono usando i numeri complessi e tecniche matematiche non certo elementari? Ecco: io di matematica ne conosco un po’, anche se non certo tanta, e ogni volta che vedo casi come questo rimango stupito di come l’edificio matematico, che pure non ha fondamenta solide (ricordate il primo mystero?) è talmente interconnesso che scopri che un pilastro che sembra messo a caso in un punto serve invece a puntellare una sezione da tutt’altra parte, da dove il pilastro originale manco si vede. Se non è un mystero questo…

13/06/2011 Uncategorized

Contare gli scalini

Dopo l’ultimo mio post di vera matematica mi sa che sia meglio prendersi una pausa e parlare di cose molto più futili. Non vi è mai capitato di salire in cima a qualche monumento e dover fare una sfilza di scalini? E arrivati in cima, mentre vi fermate a prendere fiato, non vi è mai capitato di chiedervi quanti diavolo di scalini avete percorso? Se la risposta è no, buon per voi: vivete una vita sicuramente meno stressata della mia. Altrimenti continuate a leggere.

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10/06/2011 Uncategorized

Il teorema che Fermat sbagliò

Generalmente le affermazioni matematiche di Pierre de Fermat si sono rivelate esatte, anche se nel caso del suo Ultimo Teorema ci sono voluti tre secoli per avere una dimostrazione che non solo non sarebbe potuta essere scritta nei margini della sua copia dell’Aritmetica di Diofanto ma richiede molta più matematica di quanta fosse nota ai suoi tempi. Ma c’è un caso in cui si è sbagliato del tutto! Il grande “matematico dilettante” francese asserì infatti che i numeri della forma 22n+1, che nel seguito indicherò come Fn per comodità, sono tutti primi. A onor del vero, Fermat non scrisse mai di avere una dimostrazione di quel fatto, ma si limitò a fare una congettura; resta il fatto che tale congettura non poteva essere più sbagliata! Ma andiamo con ordine.

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05/06/2011 Uncategorized

Di elezioni e gelatai

Domani si vota in parecchie città italiane. Rispetto anche a solo pochi anni fa i giochi sono di nuovo cambiati, e almeno in città come Milano si direbbe che il bipolarismo non sia più di moda, e occorra tenere presente l’esistenza di più coalizioni, l’una contro l’altra armata. La matematica delle coalizioni è una cosa complicata e deludente per gli amanti del determinismo: il teorema di Arrow afferma infatti che, dato un insieme di condizioni generalmente condivisibili, è impossibile essere certi di trovare un ordinamento univoco dei candidati. Ma anche in un sistema bipolare le cose non sono poi così semplici come potrebbe sembrare a prima vista!

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14/05/2011 Uncategorized ,

Parole matematiche: vertice

Vi ricordate le lezioni di geometria, con tutti quegli angoli al vertice, i vertici di un triangolo e così via? Cosa hanno a che fare con i vertici di maggioranza, anzi con i summit come si dice oggidì perché volete mettere la parola inglese che tutti usano e nessuno capisce? Beh, la storia è molto lunga, e soprattutto piuttosto strana anche in un campo come quello dell’etimologia che riserva spesso sorprese.

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09/05/2011 Uncategorized

Un anno di blog

Oggi è il 29 aprile. Non è una data memorabile, almeno a quanto ne so: magari lo è per qualcuno dei miei lettori, che compie gli anni proprio oggi. Bene, anche questo blog di matematica compie un anno, non volete fargli gli auguri?

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29/04/2011 Uncategorized

Giudici e centesimi

Scopro dal buon rectoscopy e dal suo blog Educazione cinica un’interessante – si fa per dire – sentenza di un giudice di pace patavino, tale Valeria Raudino. Almeno secondo quanto riportato dal dorso veneto del Corsera, l’avvocato Federico Gallana è riuscito a far togliere la multa per eccesso di alcol nel sangue al proprio cliente. La misurazione effettuata era di 0,57 grammi per litro di sangue, contro un limite legale di 0,5; l’avvocato ha argomentato che se è stato scritto 0,5 e non 0,50 significa che i centesimi non sono stati considerati dal legislatore, che quindi 0,57 deve essere arrotondato a 0,5, e insomma la multa non s’aveva da fare. Chiosa il giornalista Giovanni Viafora: «Di fronte a questa obiezione di principio il giudice non ha potuto fare altro che dare ragione al ricorrente».

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26/04/2011 Uncategorized