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07/01/2019 Uncategorized ,

Dal latinorum al maticsipsilon

Lo scorso dicembre l’Huffington Post ha riportato alcune affermazioni fatte da Piergiorgio Odifreddi in una trasmissione radiofonica. Tra quanto da lui detto nell’intervista c’è la frase che ha dato il titolo al post: «Se i politici sono eletti dagli elettori e se il 90% degli elettori è stupido come diceva Umberto Eco, anche il 90% dei politici sarà stupido». Riuscite a vedere la fallacia logica nel ragionamento?

Vi do un aiuto. Con lo stesso ragionamento, possiamo dire che se i politici sono eletti dagli elettori e se il 50% degli elettori è donna, allora il 50% dei politici sono donne. Evidentemente non è così: quindi ci deve essere qualcosa di sbagliato. La risposta è che l’affermazione varrebbe – con tutti i distinguo che un matematico può fare e che in questo contesto vi risparmio – nel caso in cui i politici fossero sorteggiati tra gli elettori. In questi casi non abbiamo un sorteggio ma una scelta, quella di fare il politico, e questo cambia tutto. Odifreddi ha preso una terribile cantonata? Ma figuriamoci. A parte che la spiegazione che ho dato qui sopra è talmente introiettata da un qualunque matematico che non gli capiterà mai di sbagliare esempio, bastava leggere la sua frase successiva per capire il vero pensiero: «ma il problema è che non è più il 90%, ormai siamo arrivati all’unanimità». In pratica stava usando una figura retorica, che come ovvio non deve seguire alcuna regola matematica – anche se ha ovviamente le sue proprie regole.

Un problema però c’è, e a mio parere è molto peggiore della topica sesquipedale immaginata da vari commentatori. Odifreddi, consciamente o no, ha usato un esempio matematico per dare agli incolti lettori tipici l’idea di una verità assoluta, sapendo che costoro la prenderanno per vera senza neppure cercare di attivare il neurone e accorgersi che presa letteralmente è una castroneria. La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo quell’articolo è il “latinorum” che don Abbondio usa a profusione per tirarsi fuori dal pasticciaccio in cui finirebbe se dovesse dare ragione alle giuste rimostranze di Renzo contro il sopruso di cui è vittima. Duecento anni fa il latino era ancora relativamente comune, e i cognoscenti potevano usarlo per ottenere un ingiusto vantaggio nei confronti di chi non aveva studiato; ma se Manzoni avesse scritto oggi i Promessi Sposi probabilmente avrebbe parlato di “maticsipsilon”, magari durante un colloquio con un economista o comunque uno dei pochi che ha una certa qual conoscenza della matematica di base – non serve mica usare chissà quali concetti astrusi, anzi – e la sfrutta biecamente per intortare gli interlocutori. Questo è per me il vero pericolo dell’innumeratezza, il creare una nuova casta; la cosa mi fa davvero paura.

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