Calendario perpetuo mentale
Il calendario gregoriano soffre di un problema a prima vista insormontabile. Non si sa mai quale giorno della settimana corrisponda a una data specifica. Già il primo del mese cade ogni volta in un giorno della settimana diverso, ma c’è l’ulteriore fregatura che un anno è composto da 52 settimane e un giorno (due giorni negli anni bisestili) e quindi da un anno all’altro bisogna cambiare il calendario da tavolo, per la gioia dei produttori di agende che anche senza contare le feste mobili come Pasqua (e Pasquetta…) hanno quattordici modelli diversi da offrire. In attesa che qualcuno riesca finalmente a riformare il calendario, esistono alcune tecniche mnemoniche che permettono di ricavare velocemente il giorno della settimana corrispondente a una data; qui ve ne presento una pubblicizzata dal solito John Horton Conway e nota come Doomsday (il giorno del giudizio), che permette di trovare il giorno della settimana corrispondente a qualunque data dal 15 ottobre 1582 – primo giorno del calendario gregoriano – in poi.
La versione originale prevede dei pessimi giochi di parole in inglese per ricordare quali sono le costanti da aggiungere man mano. Eviterò la cosa, e inoltre separerò la procedura in tre fasi: l’anno corrente, il nostro secolo e il calendario perpetuo vero e proprio, cominciando subito con il concetto di Doomsday.
Conway si accorse che in ogni anno ci sono alcune date (una per mese) facilmente ricordabili che cascano nello stesso giorno della settimana; fortunatamente le date sono valide sia nel formato italiano giorno/mese che in quello americano mese/giorno. Vediamo queste date: innanzitutto ci sono il 4/4, il 6/6, l’8/8, il 10/10 e il 12/12 (non il 2/2, quello lo vedremo dopo). Poi ci sono il 5/9, il 9/5, il 7/11 e l’11/7; la mnemonica per ricordarli sarebbe “lavoro dalle 9 alle 5 in un Seven/Eleven” che mi sa essere improponibile per noi. Le ultime date da ricordare sono un po’ buffe, anche perché devono tenere conto del fatto che ci sono anni bisestili; infatti sono lo “zero di marzo” (cioè il 28 o il 29 febbraio) e “il 3 gennaio tre volte su quattro e il 4 gennaio la quarta volta” (la quarta volta è naturalmente l’anno bisestile). Questo giorno è il Doomsday; quindi per un anno dato basta conoscere il Doomsday e si può procedere tranquillamente. Il Doomsday per il 2010 è capitato di domenica; nel 2011 sarà di lunedì e nel 2012 di mercoledì. Insomma il 21 dicembre 2012, quando finirà il mondo, capiterà di venerdì, visto che il 12/12 è il Doomsday. Ci perderemo un weekend.
Il secondo passo, come dicevo, consiste nel sapere calcolare il Doomsday per un anno qualsiasi di questo secolo. Personalmente trovo che sia più facile ricordarsi qual è il Doomsday dell’anno in corso, ma se si vuole dire a un bambino il giorno in cui è nato questa seconda possibilità è utile. Qui occorre sapere fare le divisioni con numeri a due cifre, ve lo dico subito. Come si fa? Si prendono le ultime due cifre dell’anno (nel 2011 pertanto 11); si prende il risultato della divisione per 4 tralasciando il resto (nel nostro caso 2), e li si somma aggiungendo la costante magica 2. Il totale per il 2011 è 15; eliminiamo il più grande multiplo di 7 possibile, cioè 14, e otteniamo 1. Il Doomsday per l’anno è calcolato così: se il valore ottenuto è 0 sarà domenica, 1 darà lunedì e così via. Non garantisco che uno riesca a fare questi conti a mente, ma vi fido delle vostre capacità. Se volete semplificarvi un po’ la vita, soprattutto per le date del secolo scorso, a ogni gruppo di vent’anni si può sostituire il numero 4. Infatti in vent’anni ci sono cinque bisestili , 20+5=25, e togliendo il più grande multiplo di 7 arrivamo a 25-21=4.
E per il calendario perpetuo? Basta conoscere il numerino magico per ogni secolo. Il bello, o il brutto, è che ogni 400 anni il ciclo dei giorni della settimana ritorna identico; ci basta dunque conoscere solo quattro numeri magici. Per il 1600, 2000, 2400… il numero magico è 2, per il 1900, 2300, 2700… è 3, per il 1800, 2200, 2600… è 5 e per il 1700, 2100, 2500… è 0. Tutto il resto del metodo resta identico, quindi la parte mnemonica non cambia, se avevate paura di terminare lo spazio neuronale a vostra disposizione!
Per completare l’opera, bisognerebbe essere in grado di calcolare la data in cui cade Pasqua… ma per questo vi tocca aspettare qualche mese (e comunque ve lo anticipo: a mio parere non ne vale la pena). Un’ultima curiosità legata ai calendari: Cervantes e Shakespeare sono entrambi morti il 23 aprile 1616. Chi è morto prima?
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