Gallera ci ritenta con i numeri
A Giulio Gallera indubbiamente piace snocciolare i numeri. Se ricordate, lo scorso maggio si era lanciato in un’ardita metafora per spiegare il significato del tasso di contagio Rt sceso a 0,51. Stavolta si dedica al numero di vaccinazioni in Lombardia, dopo le critiche perché la campagna non è iniziata subito («Non potevamo mica richiamare dalle ferie gli operatori sanitari!»), e ci riassicura: «Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino a un massimo di 10.000 dosi al giorno, che potrà essere successivamente incrementata fino a 15.000».
Facciamo un po’ di conti spannometrici. 15.000 vaccinazioni per 365 giorni – compresi Pasqua, Ferragosto e Natale, e immaginando generosamente che fin da subito si facciano 15000 vaccinazioni – fanno circa 5.500.000 vaccinazioni totali: poiché a ogni persona occorrono due dosi si arriva a 2.750.000 vaccinati. I lombardi sono 10 milioni, e per avere un’immunità di gregge si stima che occorre che sia immunizzata una percentuale tra il 60 e l’80% della popolazione, cioè tra 6 e 8 milioni: risultato che con questi ritmi si otterrà alla fine del 2022, aggiungendo anche tutti quelli che si saranno ammalati (e saranno guariti…) prima della somministrazione del vaccino e sperando che gli anticorpi restino funzionali per tutto questo tempo.
Attenzione. Io non entro nelle discussioni di quante dosi di vaccino ci saranno effettivamente a disposizione, né su quale sia la strategia migliore, che potrebbe per esempio essere quella di far fare le vaccinazioni anche ad altri soggetti perché la capacità della sanità pubblica lombarda non può ragionevolmente superare il valore da lui indicato. Dico semplicemente che se sei così convinto che dare dei numeri sia una strategia che dimostra quanto tu sei sul pezzo, magari prendere una calcolatrice e verificare se quei numeri hanno senso aiuta molto. Ma mi sa che sto sparando sulla Croce Rossa, cosa che eviterei per non rischiare una scarsità ancora maggiore di vaccinatori…
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