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19/08/2010 Uncategorized

Le medaglie Fields 2010

Le medaglie Fields (dal nome di un matematico canadese la cui maggiore capacità fu il convincere i politici dell’importanza della materia) sono credo l’unico premio per matematici che è noto anche al grande pubblico. Quello che il grande pubblico forse non sa è che sono un premio di matematici per matematici: vengono infatti assegnate ogni quattro anni durante il Congresso Internazionale dei Matematici, che quest’anno si tiene in India. Stavolta è stato premiato il numero massimo di persone, quattro; in passato (nel 1936 e dal 1950) ci sono stati da due a quattro vincitori.

La seconda caratteristica delle medaglie Fields è che premiano matematici “giovani”, che non abbiano compiuto i quarant’anni. Noticina: la leggenda che nessuno possa scoprire qualcosa di nuovo in matematica dopo i 25-30 anni è appunto una leggenda. Quarant’anni fa i campioni di nuoto erano praticamente tutti sotto i venti anni, e c’era chi “dimostrava” che il nuoto era sport per ragazzi (e per bianchi) perché poi le ossa si appesantivano. Non appena arrivarono i nuovi ricchi sponsor, miracolosamente la struttura ossea umana mutò e si videro trentenni e oltre continuare a vincere… (e c’è stato almeno un nero che vinse una gara ai mondiali) In matematica non si possono usare i soldi in questo modo, ma comunque oggi ci sono molti più stimoli, non solo di tipo economico, che prolungano il periodo produttivo degli scienziati. D’altra parte è vero che per la maggior parte dei matematici, proprio come per la maggior parte degli artisti, il periodo con le idee più innovative è la gioventù: con gli anni si acquista il mestiere e si possono ottenere grandi risultati, ma senza il lampo di novità. Ecco quindi che ha senso riservare un premio a chi è ancora nel fiore dell’età: premio non certo venale, visto che al momento ammonta a circa 12000 euro.

I matematici premiati arrivano da tutto il mondo: Elon Lindenstrauss è israeliano; Cédric Villani francese; Ngô Bảo Châu è vietnamita (anche se naturalizzato francese), e infine Stanislav Smirnov è russo. Non è una questione di bilancino geopolitico: la matematica è una scienza davvero globale e quindi è normale non solo che la si porti avanti in tutto il mondo ma che i bravi scienziati trovino un posto ben lontano dalla patria. Lindenstrauss e Ngô hanno una cattedra a Princeton (il primo all’università, il secondo all’Institute for Advanced Studies) e Smirnov all’università di Ginevra, anche se i primi due insegnano anche in patria; solo Villani è direttore dell’Institut Henri Poincaré a Parigi. I loro campi di studio sono la teoria dei numeri (probabilmente la matematica più pura che c’è), ma anche la fisica matematica e la teoria della probabilità; si direbbe una loro caratteristica cercare di mettere insieme cose che sembrano diversissime tra loro, e probabilmente questo è un segno delle loro capacità.

Anche stavolta nessun italiano è stato premiato; l’unico nostro connazionale ad aver vinto la medaglia Fields è stato Enrico Bombieri, anche lui teorico dei numeri, nel lontano 1974. Non credo nemmeno sia colpa dei baroni universitari italiani; un bravo ricercatore fa appunto in fretta a trovarsi un lavoro all’estero. Più probabile che la scuola matematica italiana, che cent’anni fa era la seconda o terza al mondo, oggi si sia molto affievolita; e purtroppo non ci mancano solo le punte ma anche la conoscenza e la consapevolezza delle nozioni di base.

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