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11/07/2010 Uncategorized

Parole matematiche: teorema

I matematici hanno tante brutte abitudini. Una di esse è usare parole assolutamente comuni e dare loro un significato astruso. A dire il vero, la cosa è normalissima nei paesi anglosassoni, solo che noi non ce ne accorgiamo; e anche in Italia l’usanza nasce con nientemeno che Galileo, che volendo scrivere in italiano e non in latino dovette inventarsi un lessico e scelse quello più facilmente comprensibile. A volte, però, succede l’opposto; una parola matematica viene ripresa nella lingua di tutti i giorni, generalmente storpiandone il risultato. Questo è per esempio il caso di teorema.

Per un matematico la parola “teorema” ha un significato ben preciso. Ha la stessa radice di “teoria”; entrambe le parole derivano dal greco theoréo “io osservo / riguardo / considero”, passando per il latino “theorema”. Teoros sarebbe lo spettatore, sempre in greco. In italiano è presente almeno dal 1565, col significato di “proposizione che, in una teoria matematica, viene dimostrata logicamente a partire dagli assiomi “. Anche il sito etimo.it, pur con un approccio meno matematico, concorda: “Proposizione, Regola d’arte o di scienza, trovata e stabilita a forza di considerazioni e investigazioni”. Poi a scuola hanno cercato di complicarci le cose, parlando non solo di teoremi ma anche di lemmi o corollari, ma accontentiamoci.

Oggi però i politici, soprattutto quando vengono inquisiti, hanno iniziato a lamentarsi perché c’è un teorema contro di loro. Immagino usino la parola più o meno nel significato di “congiura contro di me, ovviamente senza alcuna prova ma solamente per una persecuzione”. Come vedete, per loro la parola indica esattamente l’opposto: se ci fosse davvero un teorema matematico, i tipi sarebbero ipso facto condannabili! Mi domando se la colpa di questo slittamento di significato sia dell’omonimo brano di Marco Ferradini, o se in modo molto più banale i pochi ricordi scolastici si sono mischiati a punto tale da non permettere loro di ricordarsi termini come “postulato” o “assioma”, che nel contesto avrebbero molto più senso; chi professa il suo cattolicesimo ad ogni piè sospinto potrebbe a maggior ragione parlare di “dogma”…

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