Un’immagine nasconde più di cento parole
In questi anni è diventato di moda usare la cosiddetta infografica; prendere cioè una serie di dati numerici e rappresentarli con un disegno, in modo tale che il lettore possa farsi immediatamente un’idea di quello che sta dietro. L’idea non è affatto stupida, e permette una comprensione migliore dei dati, specialmente quando sono in gioco numeri molto grandi che sono sempre difficili da visualizzare.
Ma proprio a causa della semplicità dell’infografica possono verificarsi distorsioni tali da far passare un messaggio esattamente opposto a quello reale. Prendiamo per esempio questa pagina di iglucruise.com, che racconta – anzi raffigura – la timeline del disastro ecologico della piattaforma BP nel golfo del Messico. Il disegno qui a fianco (cliccateci su per vederlo a risoluzione maggiore) mostra la quantità di petrolio disperso fino all’inizio di questa settimana, e lo confronta con quello corrispondente ad altri eventi nefasti. Uno sguardo rapido al disegno fa pensare che in fin dei conti la perdita non è poi così elevata; ad esempio nella prima guerra del Golfo, l’esempio più vicino, il risultato finale era stato molto peggiore. Sì, qualche stupido ambientalista potrebbe controbattere che tanto quello era stato bruciato e finito nel deserto, mentre qua stiamo parlando di distruzione di un ecosistema; però quelle sono solo fisime, perché i numeri parlano chiaro. O no?
In effetti non è esattamente così. Come quelli di Cosmic Variance hanno opportunamente mostrato, il disegno ha un piccolo problema. Il rapporto tra le varie perdite (38 milioni di barili nel 2010, 520 milioni nel 1991) corrisponde al rapporto tra i diametri dei rispettivi cerchi. Peccato che in un cerchio, a differenza che in una barra, il rapporto da considerare è quello delle aree; insomma, un diametro doppio corrisponde a un’area quadrupla, e non certo doppia. Nella figura qui a destra ho disegnato i cerchi secondo il rapporto corretto: come potete vedere, il rapporto percepito è molto meno estremo di quanto riportato da iglucruise.com.
Nel caso vi chiedeste “ma cosa sarebbe successo se l’infografica fosse stata fatta a barre e non a cerchi? Non ci sarebbe comunque stata tutta quella differenza?” la mia risposta è che una superficie è il modo corretto di indicare questo tipo di misura, proprio perché il petrolio si distribuisce su una superficie; tanto che l’esempio canonico per capire quanto petrolio c’è in giro è If It Was My Home, che mostra la chiazza nera e permette di posizionarla sopra una qualunque città del mondo grazie a Google Maps. Resta da capire se l’errore sia voluto oppure no; non saprei nemmeno dire quale sia l’opzione peggiore, perché almeno nel primo caso si può parlare di malizia ed essere pronti a fare la tara su quanto pubblicato dal sito, mentre non avere presente la differenza tra una rappresentazione come linea e una come superficie rende tutta l’infografica sostanzialmente inutile.
(Grazie a Marco Mesturino per la segnalazione!)
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