Problemi con il ritorno in ufficio

Da inizio maggio devo essere fisicamente in ufficio tre giorni la settimana. (Oggi sono a casa, ma è perché è una giornata di cassa integrazine causa contratto di espansione). La sede è anche relativamente scomoda da raggiungere se non sono in bicicletta: ieri per esempio mi sono fatto una quarantina di minuti di camminata per tornare a casa (con i mezzi ci vuole comunque mezz’ora, mentre in bici me la cavo in meno di venti minuti).

Ad ogni modo ha appena suonato il corriere GLS, che in questi anni è stato una presenza costante nelle mie tarde mattinate: quando sono sceso si è lamentato perché ieri non ero a casa :-)

Per la cronaca, la sede temporanea dove sono stato un po’ questo autunno ha un locker Amazon prima dei tornelli, questa attuale no. E ad ogni modo i pacchi che prende Anna arrivano di solito con GLS, quindi la cosa non cambia…

Intelligenza artificiale e politica immutabile

Ieri “mestesso” mi ha segnalato questo articolo, dove Tommaso Coluzzi esamina il programma politico di Fratelli d’Italia come presentato da Giorgia Meloni. Vabbè, non vale nemmeno la pena di segnalare la retorica di un incipit come «Fratelli d’Italia continua il suo cammino patriottico verso quelle responsabilità di governo che un domani non troppo lontano vorrà esercitare per restituire alla nostra Patria l’orgoglio della sua storia, le certezze di un presente di riscatto e la consapevolezza di un destino di grandezza.» Ma le parti interessanti sono altre.

Per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori, abbiamo l’esenzione dall’Irpef per i beni e servizi ceduti da parte del proprio datore di lavoro, così finalmente si potrà essere pagati in natura; la possibilità di monetizzare il TFR in busta paga con totale esenzione IRPEF, perché il TFR è «un sistema pensato quando c’era il posto fisso e un rapporto di lavoro durava 30 anni nella stessa azienda.» e «In un mercato del lavoro così veloce e dinamico, dobbiamo adeguare il sistema dei salari.» (In un mercato del lavoro veloce e dinamico, ammesso che ci sia, se cambi lavoro ti danno il TFR maturato. Ovviamente ci paghi le tasse su, con tassazione separata; ma il razionale scritto qua sopra è tirato fuori da gente che evidentemente non ha mai lavorato e non sa come funzionano le cose).

Quello che mestesso ha però segnalato è un altro punto, dove la logica del reddito di cittadinanza viene completamente scardinata. Immaginiamo pure che stabilire «per i primi 12 mesi di assunzione la completa esenzione IRPEF dei salari» abbia una certa quale utilità per il giovane neoassunto, che evidentemente verrebbe assunto con uno stipendio ben superiore ai 1000 euro al mese che al momento dovrebbero essere nella fascia non tassata (ma evidentemente chi ha preparato queste formule guadagna ben di più). La parte migliore è però quella che manda finalmente a casa i navigator – che in effetti non hanno fatto praticamente nulla: su questo direi che Meloni e io concordiamo – per un sistema completamente diverso. Verrà attivato (scusate il grassetto, ma è quello usato nel programma politico) un sistema di intelligenza artificiale per la collocazione e la formazione attiva. Sistema che sarà evidentemente perfetto, e dunque (anche stavolta il grassetto non è mio) Il giovane non potrà più scegliere se lavorare o meno, ma è vincolato ad accettare l’offerta di lavoro per sé, per la sua famiglia e per il Paese, pena la perdita di ogni beneficio con l’applicazione anche di un sistema sanzionatorio. (Ah, notate che nel trittico destrorso “Dio, Patria e Famiglia” abbiamo la sostituzione della divinità con il giovane. Non potete proprio dire che Meloni non abbia una grande stima delle nuove generazioni).

Rimaniamo sui trittici: non sappiamo se per Meloni e sodali il giovane dovrà combattere, ma certo deve obbedire al perentorio ordine di disporsi a fare il Lavoro Migliore. E sicuramente deve Credere alla Saggezza dell’Algoritmo (di Intelligenza Artificiale, mica albicocche artiche!) che ha appunto scelto per lui il suddetto Lavoro Migliore. D’accordo: come dicevo, fare peggio dei navigator non è così semplice, Ma non trovate che sia bellissimo vedere questa gente convintissima delle magnifiche sorti e progressive che l’Intelligenza Artificiale darà all’umanità tutta – o almeno alla parte che voterà Fratelli d’Italia – non quando sorgerà il sol dell’avvenire ma praticamente domani?

Statistiche del sito per aprile 2022

Continua il trend negativo. I visitatori unici sono stati 13267 (-1745), le visite sono 29571 (-2740); le pagine accedute sono state 97355 (+4700) con 184162 hit (-3028). Farei più in fretta a dire quali sono i giorni sopra le 1000 visite: il massimo è stato toccato il 15 aprile (venerdì santo…) con 1257, il minimo il giorno dopo con 836. La top 5:

  1. I bonifici di venerdì santo: 872 visite
  2. Bucha e Occam: 339 visite
  3. Rai Radio 3 Classica e la morte dei palinsesti dettagliati: 318 visite
  4. Truppe d’assalto a Wikipedia: 314 visite
  5. La mappa delle zone di Milano: 305 visite

Il quizzino 145 ha pur sempre 562 accessi.

Chi ha fatto la soffiata?

A me lascia perplesso il fatto che in USA più che le leggi contano le sentenze della Corte Suprema, e ancora di più che la bozza di una sentenza sia pronta quattro mesi prima della sua pubblicazione – nel caso del diritto di aborto, stiamo parlando di 98 pagine di testo, non di uno scheletro di sentenza. Però non sono così convinto che – come riporta il Post – la fuga di notizie arrivi da un membro dello staff. (Invece concordo che con ogni probabilità la soffiata è stata fatta con “l’intenzione di provocare le proteste da parte di chi sostiene il diritto all’aborto e mettere pressione alla Corte prima che prendesse la decisione definitiva.” Essendo io uno di quelli che pensa male, mi chiedo se Stephen Breyer prima di lasciare il suo posto abbia voluto mettere a disagio i suoi colleghi conservatori…

sciacalli

Dalla mia cartella di spam.

Sent: 5/4/2022 1:16:21 a.m.

Good morning

Thank you for taking the time to read this email, I understand that you're a busy person, please, your response would be greatly appreciated.

We are Kostiantyn Chychkov and Maryna Chudnovska, and we are from Ukraine. We have gone through your awesome profile, which we found interesting. We are interested to discuss with you about an exigent and significant service of top-priority, which we would want you to render for us. This is extremely important and urgent due to the current war situation here in Ukraine, so kindly respond as soon as possible.

Your prompt response would be immensely appreciated.

Thanks.

Kostiantyn Chichkov & Maryna Chudnovska,
From Ukraine.

Reductio ad Hitlerum, tanto per cambiare

Se non ho capito male leggendo la mia bolla Twitter, c’è un po’ di gente che afferma che il ministro russo degli esteri Lavrov, spiegando che Zelens’kyj può essere nazista anche se ebreo “perché anche Hitler aveva sangue ebreo”, ha semplicemente ripetuto quello che si sa da almeno una decina d’anni, si veda per esempio qui (con disclaimer messo in fretta e furia).

Ok, prima del mio pippone principale ne faccio uno secondario sul disclaimer, che afferma che «il pezzo non tiene conto delle ricerche condotte nel successivo decennio». Il tutto ovviamente senza uno straccio di link a queste ricerche, perché quello che conta è semplicemente far pensare allo stupido lettore che l’affermazione dell’ebraicità – almeno in parte – di Hitler sia “evidentemente” falsa.

A me invece non importa più di tanto quale sia la razza di Hitler. Mi limito a fare una considerazione diversa. Che io sappia, non c’è nessuna prova che Hitler sapesse di avere del sangue ebreo nelle sue vene. Se lo sapeva, l’ha nascosto così bene da non lasciare alcuna traccia. Una piccola differenza con Zelens’kyj, che pur non essendo praticante – almeno a quanto ne so io – conosce bene la propria ascendenza. D’altra parte, come poi dice anche il titolo di questo post, non è che a Lavrov o a chi lo cita interessi più di tanto chi siano gli antenati di Hitler; quello che conta è usare la parola “nazista” un po’ come tanti usano la parola “comunista”, senza entrare nel dettaglio: per esempio spiegando quali sono le cose naziste che sta facendo Zelens’kyj. (No, non ditemi “il battaglione Azov”, perché dall’altra parte c’è il gruppo Wagner…) Però in effetti torniamo al pippone secondario: quello che contano non sono tanto le spiegazioni quanto le risposte, costruite ad hoc.

niente registrazioni delle chiamate

Ho scoperto che dalla prossima settimana Google bloccherà la registrazione delle telefonate da parte di app di terze parti, rendendolo quindi impossibile in pratica per il mio Note9 (che non ha registrzione nativa). Se preferite leggere la cosa dal punto di vista di Google, viene tolto il loophole che permetteva ancora di farlo con Android 10 o successivi, dopo che Mountain View aveva già eliminato la possibilità ufficiale.

So bene che registrare una telefonata senza il consenso dell’interlocutore è illegale. Ma non avrei nessun problema a chiedere il consenso (e immaginare che il tipico interlocutore a cui lo chieda butta giù la chiamata…). Però Google non mi permetterà di farlo.

Pensavate che la direttiva copyright fosse ormai stabilita?

Su Valigia Blu, Bruno Saetta spiega la decisione della Corte di Giustizia europea su una richiesta da parte della Polonia (fatta nel 2019…) a proposito dell’articolo 17 dell’ormai famosa direttiva copyright. La Polonia chiedeva che fossero abolite le norme per cui i fornitori di servizi digitali devono attivarsi per fare in modo che nei loro servizi non siano disponibili opere in violazione dei diritti d’autore, o in subordine, se queswto non fosse tecnicamente possibile perché l’articolo non sarebbe rimasto in piedi, abolire tutto l’articolo. La ragione della richiesta era semplice: per controllare preventivamente tutto il materiale postato dagli utenti, i fornitori di servizi sarebbero stato costretti ad applicare sistemi di filtraggio automatico, cosa che sarebbe andata contro il diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti.

La Corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta, e quindi le cose restano come ora. È però importante capire come ha giustificato la sua decisione, perché si scoprono molte cose. Innanzitutto, il filtraggio preventivo è in effetti una limitazione al diritto alla libertà di espressione e di informazione degli utenti; quello che fa la direttiva è trovare un punto di compromesso tra questi diritti fondamentali e quelli dei proprietari dei contenuti. Attenzione: diritti dei proprietari, non degli autori! Saetta ricorda tra l’altro che se le aziende del copyright ci tengono a precisare che anche loro difendono i diritti fondamentali – un caro saluto a Enzo Mazza, già che ci sono… – il relatore ONU per i diritti culturali ha fatto presente che nel campo della proprietà intellettuale i diritti fondamentali sono solo i diritti morali, vale a dire affermare che l’opera è mia. E questi diritti, a differenza di quelli economici, non sono trasmissibili.

La seconda cosa da notare è che proprio perché si afferma che c’è una limitazione ai diritti degli utenti si ammette implicitamente che il filtraggio automatico è imposto dalla direttiva: altrimenti il problema non si porrebbe. Eppure, come leggete per esempio qui, l’ineffabile relatore Axel Voss aveva twittato dicendo che questo era una falsità e che quindi non ci fosse più motivo per non approvare la direttiva. (Come? il tweet originale non esiste più? Ah, signora mia, che vergogna! Non ci si può fidare di nessuno!) Vabbè, ma tanto questo lo sapevamo già.

Seguono infine i paletti (o se preferite, le garanzie) a tutela degli utenti finali: dalle segnalazioni dei titolari dei diritti che devono essere circostanziate (insomma, non basta dire “avete roba mia”) al non dover bloccare i contenuti leciti (e una parodia è un contenuto lecito) a un meccanismo di reclamo funzionante se qualcuno cancella del materiale che riteniamo essere lecito. Ma soprattutto, i fornitori non hanno alcun obbligo di sorveglianza generale dei contenuti immessi dagli utenti. Non sono loro a dover giudicare se un contenuto è stato caricato illegalmente, ma i giudici.

Il tutto funzionerà? Probabilmente no. Quello che pare certo è che al momento le uniche implementazioni della direttiva che rispettano questi principi sono l’austriaca e la tedesca. Quella italiana no, ma non lo sono neppure la francese e la spagnola che pure dicevano di essere stati bravissimi. Aspettatevi altri ricorsi…