Archivi annuali: 2022

Facebook Protect: che ci azzecco io?


No, non è un messaggio di phishing. Me lo sono beccato anche entrando nel mio account Facebook. (La prima volta dal browser del furbofono, il testo era assolutamente illeggibile).
Ora, secondo il comunicato stampa ricicciato più o meno ovunque a dicembre l’autenticazione a due fattori (che poi Facebook Protect è fondamentalmente questo) è «pensato per le persone che rischiano di essere prese di mira da hacker malintenzionati, come gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti e i funzionari governativi.» Io non faccio parte di nessuna di queste categorie, e soprattutto quando provai a chiedere la famosa spunta blu la risposta che ottenni fu qualcosa del tipo “cazzo vuoi essere verificato, merdaccia”. (Non mi sono stracciato le vesti, ho cercato e non ho nemmeno trovato un post qui sul mio blog). È però anche vero che il testo del messaggio è di un ipocrita incredibile: «Your account has the potential to reach a lot of people» (grassetto mio). Qualunque account Facebook ha il potenziale di raggiungere tanta gente…

Vabbè, fino al 22 gennaio non farò nulla (mamma mia, mi sembra di parlare come un novax :-( ) Quando sarò costretto ad attivare questa autenticazione lo farò, e poi ridurrò ancora di più le mie interazioni, visto che non avrò certo voglia di farmi mandare ogni volta il codice di accesso: vi ricordo che non uso Facebook da mobile. Probabilmente non vedrete più nemmeno questi miei post, dato che sono postati automaticamente e non credo passeranno: se vi interessano, dovrete andare su Twitter o meglio ancora direttamente sul blog. Altrimenti addio…

Quizzino della domenica: Ordinatevi!

A un gruppo di prigionieri viene messo in testa un cappellino rosso oppure blu, con la visiera dietro, in modo che nessuno possa vedere il colore del suo cappellino. Ai prigionieri viene detto di avanzara uno per volta verso il muro e disporsi in fila in modo che tutti i cappellini di un colore siano assieme: il tutto ovviamente senza comunicare in nessun modo e senza scambiarsi di posto una volta posizionati. Come possono riuscirci?



(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p558.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Sylvain Lhullier, Il grande libro degli enigmi matematici, pagina 115; immagine da FreeSVG.)

Statistiche dei post per il 2021

Anno Nr.articoli Media caratteri per articolo Caratteri tot per articolo Media commenti Commenti totali
2022 483 1,333 643,391 3.1 1,476
2021 496 1,374 681,100 3.0 1,477
2020 486 1,583 769,022 3.3 1,590
2019 514 1,395 717,012 2.5 1,275
2018 498 1,373 683,422 3.1 1,539
2017 498 1,398 695,784 3.6 1,792
2016 508 1,333 676,801 4.4 2,247
2015 411 1,513 621,552 4.6 1,872
2014 359 1,494 536,143 4.0 1,449
2013 450 1,324 595,620 4.2 1,889
2012 447 1,414 631,800 4.9 2,189
2011 490 1,457 713,902 6.1 3,002
2010 585 1,261 737,163 5.2 3,016
2009 929 1,364 1,266,499 5.8 5,400
2008 1,070 1,498 1,602,358 5.0 5,369
2007 990 1,225 1,212,164 3.3 3,247
2006 745 1,146 853,112 2.3 1,715
2005 606 995 602,640 1.8 1,095
2004 612 1,010 617,928 1.2 730
2003 521 776 404,143 0.3 174
2002 214 725 155,056 0.0 0
2001 40 680 27,175 0.0 0

Ecco le statistiche delle Notiziole di .mau. per il 2021, sempre grazie al plugin Wpit Blog Stats di Wolly.

I 496 post sono leggermente più di quelli dell’anno passato: in compenso sono stati più corti (invecchiando faccio fatica a scrivere, si vede…) tanto che ho scritto solo 680K. Anche i commenti sono calati, sia in numero che in percentuale: ogni post ha in media 3,0 commenti.

Regimi di verità (libro)

copertina I “regimi di verità” sono i nostri sistemi di credenze. Noi non possiamo vivere senza di loro; tutto quello che possiamo fare è decidere (consciamente o no) quale categoria prendere tra i regimi assoluti (c’è una conoscenza oggettiva ed esistono autorità che danno una risposta certa a ogni domanda), transizionali (la conoscenza può essere variabile, le risposte parziali), indipendenti (le opinioni personali sono valide tanto quanto quelle dell’autorità), contestuali (la conoscenza si ottiene con una co-costruizione).
Andrea Fontana, con una prosa che forse è un po’ pesante ma sicuramente porta esempi molto pratici, prende vari avvenimenti dell’ultimo periodo e mostra come la loro costruzione (la loro “narrazione”, se vogliamo usare una delle parole chiave dello storytelling) segua perfettamente una di queste linee. Ma soprattutto mostra come anche noi nel nostro piccolo facciamo la stessa cosa. Per Fontana questo non è necessariamente un male, perché non esiste un modo sempre migliore degli altri di esprimere qualcosa; quello che conta davvero è essere consci della scelta che facciamo tutte le volte in cui ci presentiamo agli altri nel cosiddetto “social drama” (che non è un dramma, ma appunto una rappresentazione). Social drama che Fontana codifica nelle categorie “il bullo con un destino”, “il diseredato che si riscatta”, “l’eroe dell’eureka”, “il portavoce degli dèi”. Consiglio la lettura a tutti coloro che non vogliono fermarsi alla fruizione passiva del flusso di informazioni che ci attanaglia.

(Andrea Fontana, Regimi di verità : Convivere con leggende e fatti alternativi, Codice 2019, pag. 148, € 17, ISBN 9788875788025)

statistiche del sito per dicembre 2021

Calma piatta. I visitatori unici sono stati 13758, le visite sono leggermente calate a 30140; le pagine accedute sono state solo 83072 con 173833 hit. Sono praticamente sempre sotto le 1000 visite al giorno, con un minimo di 796 sabato 18 dicembre. Ecco la top 5:

  1. Rai Radio 3 Classica e la morte dei palinsesti dettagliati: 357 visite
  2. Quizzino della domenica: chi volete aiutare?: 304 visite
  3. Da che parte gira il disco?: 279 visite
  4. La lotta di Corriere e Repubblica per il giornalismo di qualità: 262 visite
  5. Macché svarione!: 241 visite

Decidete voi se il fatto che siano tutti post del mese significhi qualcosa da parte di Google (che mandava i risultati delle ricerche)…

Ultimo aggiornamento: 2022-01-07 21:13

La disinformazione felice (libro)

copertina Ve lo dico subito: non fidatevi del titolo, né dell’introduzione dove pare che Fabio Paglieri racconti una storia simile a quella del dottor Stranamore. Il tema del libro è l’epistemia, cioè la conoscenza scientifica e filosofica. Con esempi volontariamente tratti dai tempi avanti Internet, l’autore mostra come le bufale siano sempre esistite, che possono anche essere propagate più o meno volontariamente anche da illustri studiosi, e che noi ci abbiamo convissuto senza preoccuparcene più di tanto. Soprattutto però mostra come una bufala nasca e si sviluppi nonostante le possibili smentite, che anzi vengono immediatamente prese dai complottisti come la dimostrazione che c’è davvero sotto qualcosa. La conclusione di Paglieri è che l’unico modo per scansare buona parte delle bufale è mettere in moto il nostro cervello e capire per prima cosa di chi e quanto possiamo fidarci.
Ah: nel quizzino verso il fondo ho risposto correttamente a 8 risposte su 13 :-) Non era insomma così difficile prendere la sufficienza…

(Fabio Paglieri, La disinformazione felice : Cosa ci insegnano

i guadagni di Google Opinion Rewards

Come tanta gente io ho due numeri di telefono, uno che uso davvero – è quello di lavoro – e uno che sta lì a fare praticamente nulla se non essere ricaricato una volta l’anno. Ho anche due istanze di Google Opinion Rewards, che tipicamente ricevono domande completamente diverse: non chiedetemi perché.
La scorsa settimana però, dopo che sono andato a pranzare da Eataly a Genova, entrambi mi hanno chiesto se ero stato là e se avevo con me lo scontrino da fotografare. Stranamente non l’avevo ancora buttato: così alla prima richiesta ho diligentemente fotografato lo scontrino. Solo che non potevo farlo anche col secondo – e comunque nel frattempo l’avevo finalmente buttato via – e così ho detto “no, non ce l’ho”. La cosa che non mi aspettavo è che in entrambi i casi mi è stata accreditata la stessa cifra (29 centesimi, che per gli standard di Google Opinion Rewards sono parecchi). Confesso che a questo punto mi sfuggono le strategie di Mountain View…

La legge del perdente (libro)

copertina Il problema della ludopatia – o meglio dell’azzardopatia, come Federico Benuzzi scrive in questo libro – è che non è affatto facile curarla, perché non è una dipendenza da qualcosa di fisico. Inoltre i giochi d’azzardo, soprattutto le lotterie istantanee che sono fiorite in questi ultimi anni, sono costruiti in maniera subdola non solo dal punto di vista della matematica ma anche da quello della psicologia, il che significa che dare una spiegazione abbastanza convincente per togliere qualcuno dal gorgo del gioco è doppiamente complicato.
Io personalmente non apprezzo uno stile come quello scelto da Benuzzi, con una serie di chiacchierate con due interlocutori – uno più giovane di lui che è anche il protagonista del libro e uno più anziano – dove racconta le varie cose; penso però che un approccio di questo tipo possa in effetti essere più utile per lo scopo dichiarato, cioè appunto fornire in modo semplice al lettore gli strumenti necessari per avere coscienza di come funzionano davvero i giochi. Non c’è dubbio che temi come questo devono essere assimilati, e non certo imparati a memoria: se un dialogo a tre può funzionare, ben venga!

(Federico Benuzzi, La legge del perdente : La matematica come vaccino contro l’azzardopatia, Dedalo 2018, pag. 152, € 16, ISBN 9788822068750)