Archivi categoria: recensioni

The Element in the Room (libro)

Helen Arney e Steve Mould, assieme a Matt Parker che però in quanto matematico non ha partecipato alla stesura di questo libro, formano il gruppo di science standup comedian “Festival of the Spoken Nerd”. In questo libro parlano (più o meno…) di esperimenti scientifici visti in stile appunto da show. Alcuni di questi esperimenti sono in effetti replicabili in casa, altri direi proprio di no. Personalmente trovo più divertente lo stile “ha ha only serious” di xkcd, ma anche qui ho trovato punti che mi hanno fatto sorridere.

Helen Arney e Steve Mould, The Element in the Room, Cassell 2018, pag. 224, $18.99, ISBN 9781844039722
Voto: 4/5

Perché studiare matematica (non) è impossibile (ebook)

Ho dei dubbi che l’edizione cartacea di questo libro abbia 96 pagine, come indicato sul sito di Amazon. Oppure il formato è più che tascabile. In altre parole, il testo è proprio minimale e si legge in un attimo, anche se sei un ragazzino (a cui è dedicata la collana Ora Buca) e rallenti il più possibile. Odifreddi fa lo zio saggio e dà qualche idea di base su cosa può offrire la matematica. Io continuo a credere che sia difficile ottenere interesse in questo modo, ma magari sono troppo pessimista. Ho apprezzato il capitoletto dove racconta come è arrivato alla matematica e quello su matematici letterati, mentre ho dei dubbi sulla contrapposizione forzosa tra la matematica come aletheia e quindi relativa e religione come apocalissi e quindi assoluta, come sul fatto che “spesso i matematici non vogliono nemmeno sapere come un collega è giunto a una certa dimostrazione: si segnano il teorema e provano ad arrivare da soli alla dimostrazione”. Ma in fin dei conti quello di Odifreddi è un punto di vista che può essere considerato anche da chi matematico non è.

(Piergiorgio Odifreddi, Perché studiare matematica (non) è impossibile, Mondadori 2023, pag. 96, € 8,99 elettronico e 14 cartaceo, ISBN 9788835728344)
Voto: 4/5

La pulce nell’orecchio (teatro)

il cast Parto con i difetti dello spettacolo che Anna e io abbiamo visto mercoledì al Piccolo. Diciamo che se io avessi dovuto adattare la commedia di Feydeau avrei asciugato la parte iniziale e quella quasi-finale, che sono state un po’ noiose: tanto lo spettacolo dura tre ore, togliere qualcosa on fa male. Inoltre capisco l’idea di far fare agli attori anche gli strumentisti, ma Marta Malvestiti alla batteria sembrava un pesce fuor d’acqua. Fine delle brutte notizie.

Detto questo, lo spettacolo è stato godibilissimo. La mancanza di una scenografia vera e propria sostituita da una serie di parallelepipedi di gommapiuma e un armadio che fa anche alla bisogna da porta, con il palco rotante, ha reso probabilmente più complicata la prova degli attori ma ha anche dato loro una possibilità di movimento in genere impensabile. Tra l’altro gli attori sono quasi tutti giovani e diplomati alla scuola di teatro del Piccolo (teatro citato in un paio di punti…), quindi giocavano in casa. Tindaro Granata, oltre che curare con il regista Carmelo Rifici la sceneggiatura, si sdoppia come attore, come anche Christian La Rosa e Fausto Cabra, rispettivamente Vittorio Emanuele Chandebise / Buco e dottor Spacciato / Carlos Homenida de Histangua (e altri dieci nomi…). L’hotel “Feydeau”, rinominato in omaggio al commediografo, è il palcoscenico di una commedia degli equivoci che è tiratissima, con una serie di citazioni che sono un gioco nel gioco. Consigliato.

Trigonometric Delights (libro)

Maor lo dice subito: per lui la trigonometria è bellissima, e non si capacita che oramai non venga più insegnata a scuola, con la flebile scusa che con le calcolatrici non serve più avere sistemi per semplificare i conti da fare. Continuo ad avere dubbi sulla bellezza delle trigonometria, ma sono stati scossi un po’ da questo testo, che nella prima parte fa una carrellata storica ma nella seconda mostra come tante altre nozioni matematiche che riteniamo ancora oggi utili hanno una correlazione con la trigonometria. Una chicca secondo me è vederla nella proiezione di Mercatore e scoprire che la sua carta geografica non è una proiezione cilindrica come pensano in tanti…
Nota: la versione elettronica del libro è fondamentalmente un PDF, il che significa che o la leggete su un tablet da 10 pollici o su un PC, ma non certo sul furbofono o sul Kindle.

(Eli Maor, Trigonometric Delights : , Princeton Science Library 2020 (1998), pag. 236, € 17,80, ISBN 9780691202198)
Voto: 4/5

Mondi paralleli (libro)

La data originale di pubblicazione di questo libro è il 2003: sappiate dunque che non potrete trovare le “ultime notizie” sulla cosmologia, come per esempio la rilevazione di onde gravitazionali. (Non che mi pare ci sia stato molto altro: occhei, il bosone di Higgs, ma Kaku lo dava già praticamente per scontato). Kaku è siouramente innamorato della sua materia, e lo si vede quando racconta le cose. La prima parte del libro è ottima per avere uno sguardo globale sulle varie facce della cosmologia. Poi però nella seconda parte comincia a esagerare con la teoria – anzi LE teorie – delle stringhe, che per fortuna hanno perso l’appeal che avevano al tempo. La terza parte sugli universi paralleli è proprio a livello di romanzetto di fantascienza, e si può tranquillamente saltare. Non aspettatevi insomma troppo.

Qualche caduta nella traduzione di Andrea Migliori, con un “piuttosto” alla milanese e le decades che diventano secoli.

(Michio Kaku, Mondi paralleli : Un viaggio attraverso la creazione, le dimensioni superiori e il futuro del cosmo [Parallel Words], Codice 2019² [2005,2010], pag. 430, € 25, ISBN 9788875788254, trad. Andrea Migliori)
Voto: 3/5

La matematica della felicità (libro)

Rocco Dedda è un insegnante di matematica piuttosto noto per i suoi video su YouTube. In questa sua prima opera racconta la “matematica della felicità”. Che cos’è? Io l’avrei definita “la felicità nella matematica”, anche se ammetto che scritta così sarebbe diventata una via di mezzo tra il dottor Stranamore e una meditazione zen: Dedda spiega nella seconda parte del testo che per lui la differenza tra matematica della felicità e matematica dell’infelicità si vede nel modo in cui ci si approccia alle difficoltà della materia – che ci sono, non giriamoci intorno. Riuscire a trovare una via per vedere la matematica in modo sano porta alla matematica della felicità; rassegnarsi e dire “la matematica non fa per me” manda verso la china della matematica dell’infelicità.
Il libro è diviso in tre parti. La prima, con vari esempi di dove si trova la matematica negli altri campi dello scibile umano, è secondo me la meno riuscita, soprattutto in quella posizione: la mia esperienza mi fa dire che così non si riesce a convincere nessuno. La seconda parte è invece la migliore: ‘l’esperienza di insegnamento di Dedda gli permette di vedere gli errori comuni in matematica come un modo per rivedere da capo le concezioni usuali e quindi sfruttarli per ottenere una comprensione migliore. Infine la terza parte, con una rapida carrellata sulla storia della matematica vista non tanto come un susseguirsi di persone e risultati quanto di notazioni, metodologia ed etnomatematica, dà un interessante punto di vista umanistico che potrebbe conquistare chi è stato abituato a vedere la materia come un monolite. Se insomma vi siete trovati senza volerlo a percorrere la strada della matematica dell’infelicità provate a dare un’occhiata a questo libro!

(Rocco Dedda, La matematica della felicità : , Piemme 2023, pag. 224, € 12,90, ISBN 9788855447676)
Voto: 4/5

La vera storia dell’elezione di papa Francesco (libro)

Uno non può nemmeno pubblicare un sapido articolo sulle dimissioni di Ratzinger che le varie fazioni dei cardinali in conclave scrivono tutti il suo nome, che raggiunge la maggioranza qualificata e quindi lo rendono papa in pectore. E ora che si fa? Ecco la storia raccontata da Briguglia in questo libro. Il professor Guido Baldini, alter ego di Briguglia, viene convocato con una scusa in Vaticano da monsignor Pietro Carafa (nomen omen…) e portato in conclave dove il concistoro gli dà la notizia. Baldini chiede del tempo per capire che fare, e discute con Carafa e l’immaginario cardinale canadese Aubin, fino a che…
Secondo me Briguglia in certi punti – soprattutto al’inizio – ha un po’ esagerato con gli incisi, ma la storia scorre molto bene ed è divertente, nonostante un finale un po’ chiamato e tutta la parte teologico-cerimonialistica che dopo un po’ diventa leziosa. Ma d’altra parte la Marcianum Press è stata fondata da Scola e ora è passata sotto le Edizioni Studium ideate da Montini: non è che si possa pensare a un testo eretico :-)

Gianluca Briguglia, La vera storia dell’elezione di papa Francesco, Marcianum Press 2023, pag. 224, € 18, ISBN 9788865129135
Voto: 4/5

Best of British Science Fiction 2022 (ebook)


[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Quando leggo un’antologia di racconti, sono contento se ne trovo una manciata di buoni. Stavolta sono stato fortunato: qualcuno tra i 24 racconti del libro non mi è piaciuto (e non ho capito il senso di un paio… mi sa che il mio inglese non è poi così buono) ma in generale la qualità è alta. Un rapidissimo commento su ciascuno dei racconti:

◆ Keith Brooke and Eric Brown, Assets: L’avevo già letto in un’altra antologia, e confermo che è davvero bello. 5/5
◆ Tim Major, The Marshalls of Mars: non ci ho capito un tubo. N/A
◆ Fiona Moore, The Memory Spider: “La danza continua”. Molto delicato. 5/5
◆ Lavie Tidharm Junk Hounds: Non va da nessuna parte. 2/5
◆ Neil Williamson, A Moment of Zugzwang: Non credo che uno scacchista lo apprezzi, ma a me è piaciuto. 5/5
◆ Stephen Oram, Long Live the Strawberries of Finsbury Park. Quale sarebbe il punto? 2/5
◆ Ian Whates, The FenZone: ben costruito: solo alla fine ho capito dove volesse andare a parare. 4/5
◆ Val Nolan, Gortcullinane Man: Interessante visione di un mondo post-pandemico. 4/5
◆ Ida Keogh, Wheel of Fortune: Era chiaro cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Liam Hogan, Last Bite at the Klondike: Il finale è inaspettato: ma la prosa è piatta. 3/5
◆ A. J. McIntosh & Andrew J. Wilson, A Quickening Tide: alla fine del racconto mi sono sentito fregato. Così è solo da 3/5
◆ J.K. Fulton, Call of the Void: sarebbe stato meglio senza tutto il gergo tecnico all’inizio. 3/5
◆ Robert Bagnall, Sunrunner: un altro racconto molto delicato. 5/5
◆ E.M. Faulds, The Amelioration of Existence in Spite of Truth and Reconciliation: il punto di vista del protagonista è raccontato in modo fantastico. 5/5
◆ Phillip Irving, Translation: Un altro punto di vista diverso e un’altra fine inaspettata. 5/5
◆ Dafydd McKimm, The Flamingo Maximiser: Non l’ho capito. 2/5
◆ Alice Dryden, For I Shall Consider My Cat J/FRY: Anche se robotico, un gatto è un gatto. 5/5
◆ David Whitmarsh, In The Weave: L’interpretazione dei molti mondi messa in pratica. 5/5
◆ L.N. Hunter, Eternal Soldier: Ho subito capito cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Stewart C Baker, The Spread of Space and Endless Devastation: manca qualcosa. 3/5
◆ Vaughan Stanger, Those We Leave Behind: corto ma bello. 5/5
◆ Matt Thompson, I Know What You Are: idea carina, ma mi ha lasciato freddo. 3/5
◆ Brent Baldwin, Retirement Options for (Too) Successful Space Entrepreneurs: Il titolo è un indizio, ma la storia lascia troppi punti oscuri. 3/5

(Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2022, Newclon Press 2023, pag. 335, € 5,33, ISBN cartaceo 9781914953552)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-10-24 06:31