Quel pasticciaccio brutto di piazza Baldissera
Sono vent’anni che vivo a Milano, ma io mi sento ancora un expat torinese, e quindi seguo quello che succede là, anche se ammetto senza troppa costanza. Però la notizia di quella che potrebbe essere la sistemazione definitiva di piazza Baldissera (la potete leggere su Repubblica, La Stampa, Corsera) era troppo ghiotta per non mettermi a commentarla.
Prima che io me ne andassi via da Torino, piazza Baldissera era il posto dove partiva la ferrovia Torino-Ceres, dove c’era stato il primo locale in cui suonava Fred Buscaglione, e dove passava il tram 10 (e il 12, prima che venisse soppresso); in direzione ovest-est c’era un buffo sovrappasso con rotonda e due corsie molto strette, in direzione nord-sud c’era la ferrovia e due strade pomposamente chiamate “corsi” (corso Venezia e corso Principe Oddone) che in realtà erano stradine a una corsia per senso di marcia. Per amor di precisione, corso Venezia non finiva nemmeno direttamente sulla piazza ma sbucava in via Stradella. Cosa è poi successo? Hanno costruito il passante ferroviario, la ferrovia è stata interrata, il sovrappasso è stato buttato giù, piazza Baldissera – senza tram causa prolungarsi degli scavi per il Passante – è stata rifatta come un’enorme rotatoria, e infine corso Venezia e corso Principe Oddone sono diventati dei veri vialoni di scorrimento a tre corsie per senso di marcia più controviali.
È proprio quest’ultimo punto che ha portato al patatrac. Non appena la nuova sistemazione della piazza fu completata e i vialoni aperti al traffico, cominciarono a esserci ingorghi lunghi chilometri, a qualunque ora del giorno e della notte. Nulla di così strano per chi conosce il paradosso di Braess… Ne avevo scritto tanti anni fa qui sul Post. In pratica, esistono dei casi in cui creare nuove strade (o allargare quelle preesistenti) rallenta il traffico globale. Come è possibile? Semplice. Strade più larghe portano più traffico, ma il maggior traffico rallenta la velocità media, e quindi il risultato è l’ingorgo. Aggiungete il fatto che una rotatoria fluidifica il traffico solo quando non è superiore a una certa soglia, e un errore di progettazione nel mettere gli attraversamenti pedonali troppo vicini alla rotatoria, e ottenete il caos.
In questi due anni sono state fatte varie proposte più o meno valide. L’unica che ha avuto un qualcoe risultato è stata ridurre artificialmente il numero di corsie sui vialoni, cosa che ha ovviato al paradosso di Braess. Probabilmente il Politecnico di Torino che è stato contattato sapeva quello di cui si parlava. Certo che proporre di controllare via satellite il traffico per far fare deviazioni mi è parsa un’idea piuttosto balzana: a questo punto bastava un banale Waze…
Ad ogni modo si direbbe che si è scelto di eliminare la rotatoria e ricreare le due direttrici principali, con una batteria di semafori per gestire il traffico. Sarà davvero la soluzione definitiva? Credo che sarà un miglioramento, ma che continueranno a esserci ingorghi. Ma non si può certo ritornare alla situazione iniziale… Passi chiudere i vialoni, ma chi ricostruisce il sovrappasso?
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