Percentuali particolarmente precise [Pillole]
Magari ieri avete sentito parlare delle percentuali ottenute dai candidati alle Primarie del PD: anche il Post ci ha dedicato un articolo. In pratica i risultati ufficiali, come twittato da Democratica, danno delle percentuali precise alla quarta cifra decimale: il 66% è il 66.0000% e similmente le altre percentuali. Brogli elettorali?
Considerando che nessun candidato si è lamentato, la risposta è presumilmente molto più semplice, e mostra come la matematica sia negletta. A Democratica sono arrivate le percentuali di voti (arrotondati alla seconda cifra decimale, quindi con un numero intero “percento”) e il numero totale di voti: per far vedere che i dati erano completi, hanno semplicemente preso la calcolatrice e fatto la moltiplicazione. È già tanto che abbiano verificato che la somma dei tre totali parziali corrispondesse. Questo è un classico esempio di applicazione becera delle regole apprese a scuola, senza pensare a che cosa servono e qual è il risultato pratico. Il neurone insomma non viene attivato: non chiediamoci il motivo perché potremmo scoprire delle cose davvero brutte.
Detto tra noi, se avessi avuto a disposizione solo quei dati (numero totale di voti e percentuali arrotondate) e avessi voluto produrre un risultato verosimile, avrei generato due numeri casuali tra -0,24 e +0,24 che avrei sommato (algebricamente) ai voti di due candidati; avrei calcolato il numero totale di voti con quella percentuale farlocca, e avrei dato al terzo candidato la differenza dei voti. Il numero 0,24 è scelto per essere sicuro che gli arrotondamenti siano giusti, senza rischiare di perdere un punto percentuale; i numeri ottenuti sarebbero stati sufficientemente casuali perché nessuno si accorgesse di nulla. Non so se sia un bene o un male che i nostri politici – o almeno coloro che essi pagano per fare comunicazione – siano campioni di innumeratezza…
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