È (già) primavera!
Oggi il Google Doodle rappresenta il primo giorno di primavera, specificando “design by Marimekko”. Ma come? Oggi è il 20 marzo, non il 21! Io che come sempre le cose le vengo a sapere da colleghi e amici ho sentito commenti che andavano dal “Google è fuori fase” al “Se lo dice Google, dev’essere così”. Ma in effetti anche la pagina di Wikipedia sull’equinozio afferma che la primavera 2012 inizia il 20 marzo alle 5:14 UTC, insomma alle 6:14 di stamattina per noi italiani. Uno scherzo molto ben elaborato? Colpa dei Maya? No, il motivo di tutto questo è come sempre colpa di Gregorio XIII. Ma andiamo con ordine.
Come penso tutti voi, alle elementari ci hanno insegnato il giorno di inizio delle stagioni: il 21 marzo per la primavera, il 21 giugno per l’estate, il 23 settembre per l’autunno, il 22 dicembre per l’inverno. A dire il vero ci sono i semplificatori che ripetono a pappagallo “ventuno! ventuno! ventuno! ventuno!”, ma quelli lì hanno sempre sbagliato. Le date di inizio delle stagioni corrispondono infatti a solstizi ed equinozi, che dividono circa in quattro parti uguali l’orbita terrestre: il “circa”, a parte piccole fluttuazioni, deriva dalle prime due leggi di Keplero. La Terra compie un’orbita ellittica intorno al Sole, che è uno dei due fuochi dell’ellisse: quando è più vicina (cioè d’inverno…) gira più velocemente. Non è quindi così strano che l’inverno duri (negli anni non bisestili) 89 giorni, la primavera 92, l’estate 94 e l’autunno 90.
Ma come sappiamo tutti, un anno non dura esattamente 365 giorni ma quasi sei ore in più, e quindi, anche ammettendo che i giorni di solstizi ed equinozi non cambino, le ore in cui avvengono invece sì. Facciamo un po’ di conti facili, e immaginiamo che l’equinozio di primavera quest’anno caschi alle 5 del mattino del 21 marzo, giusto per fare felici gli amanti della tradizione. Nel 2013 allora cascherebbe intorno alle 10:50, nel 2014 intorno alle 16:40, nel 2015 intorno alle 22:30… e nel 2016 tornerebbe indietro alle 4:20, perché abbiamo inserito – non proprio surrettiziamente – un giorno al calendario per far tornare i conti quasi a posto. Il quasi naturalmente è dovuto al fatto che non sono proprio sei le ore in più rispetto ai 365 giorni, come si vede: dopo quattro anni insomma l’equinozio avviene tra quaranta minuti e un’ora prima a seconda delle piccole oscillazioni nel moto planetario terrestre. Il tutto si traduce in una regola pratica: negli anni non bisestili l’ora dell’equinozio avanza, in quelli bisestili si torna al giorno prima (prima di avanzarla)
Arriva Gregorio XIII. Per mantenere il calendario più in linea con solstizi e soprattutto equinozi (e non spostare quindi la Pasqua verso l’estate…), nella riforma gregoriana del calendario fa togliere tre giorni bisestili a fine secolo ogni quattrocento anni. Per tre volte dal 1582 non siamo così tornati indietro di un giorno nel calcolo degli equinozi; pertanto nel 1700 1800 1900, rispetto a quattro anni prima, l’equinozio non è tornato indietro di un’oretta scarsa, ma avanzato di più di 23 ore. Come risultato, all’inizio del XX secolo le date si erano spostate un po’ in avanti e la primavera astronomica iniziava effettivamente il giorno di san Benedetto, cioè il 21 marzo: l’arretramento quadriennale è poi proeseguito, e la bisestilità del 2000 ci ha fregato cancellando l’avanzata di quasi un giorno, e quindi per questo secolo è molto più probabile che l’equinozio di primavera si abbia il 20 marzo e non il 21. Peggio ancora: alla fine del XXI secolo, prima del mancato anno bisestile 2100 che riporterà avanti di un giorno le date, ci capiterà persino di avere l’equinozio di primavera il giorno di san Giuseppe! Il caso più eclatante sarà il 2096, quando – come potete calcolare voi stessi andando a questo sito, l’equinozio di primavera avverrà alle 14:02 UTC del 19 marzo. Continuando nei secoli, la data si risposterà sempre più verso il 21 marzo, arrivando a raggiungerlo regolarmente subito prima del 2400. Una bella giostra, insomma.
E allora perché non si cambiano le date ufficiali di inizio delle stagioni astronomiche? (per quelle meteorologiche tanto si sa che non ci sono più le mezze stagioni, e comunque credo che già il buonanima del colonnello Bernacca spiegasse che per loro la primavera inizia il primo marzo) Beh, ho almeno due risposte possibili. La prima è la banale constatazione che la gente è pigra e nessuno è davvero interessato a modificare uno stato delle cose che è sedimentato nell’immaginario collettivo. La seconda è che è vero che gli astrologi non hanno avuto soverchi problemi a glissare sul fatto che le costellazioni che vediamo adesso non sono quelle di 3000 anni fa, ma non credo abbiano voglia di dire che il sole è entrato nell’Ariete il 20 e non il 21 marzo…
P.S.: non andate a fare i saputelli parlando di Precessione degli equinozi: quella è tutta un’altra cosa, e dipende dalla rotazione del sistema solare intorno alla galassia…
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