L’arte di pensare(libro)

Questo libro (Gabriele Lolli e Francesco Saverio Tortoriello (ed.), L’arte di pensare : matematica e filosofia, Utet Universitaria 2020, pag. 194, € , ISBN 9788860086006) raccoglie (in parte) gli atti di un convegno tenutosi nel 2018 a Salerno sulla necessità dell’insegnamento della filosofia della matematica nel liceo matematico (che non sapevo neppure esistesse…). Gli autori seguono naturalmente temi diversi, e le mie competenze nel campo non sono certo eccelse, quindi i giudizi sono molto personali.
Molinini è molto più legato alla filosofia vera e propria, e io non ho capito praticamente nulla del suo intervento sulla natura aristotelica della comprensione matematica. Più o meno lo stesso mi è capitato con Piazza e la comprensione matematica in Platone, anche se qui almeno sono riuscito a seguire il discorso e capire perché non possiamo dire che Platone è platonista. Molto più interessante almeno per me il testo di Panza sull’evoluzione della definizione di continuo e continuità, con la cesura tra i due concetti che comincia ad arrivare con Leibniz (non Newton!) anche se secondo alcuni si potrebbe stare tornando a un aristotelismo. Saito direi che fa qualcosa di quasi filologico, mostrando come il concetto di Euclide e Archimede dell'”antipeponthasin” (la “proporzionalità inversa”) potrebbe essere stato reso male dai commentatori e traduttori, almeno a giudicare dall’uso molto specifico negli Elementi. Lolli è Lolli, e quindi ce l’ha con i matematici e in questo caso anche con i divulgatori dei teoremi di Gödel che a suo dire non hanno capito nulla e hanno applicato il teorema in modo becero e inesatto, ma ha il grande vantaggio di dare una definizione precisa dei teoremi di incompletezza; Sereni riprende i concetti di Frege (per lui fondamentalmente un kantiano) e Dedekind su cosa sono i numeri, mostra come essi abbiano portato rispettivamente al neo-logicismo e allo strutturalismo, e afferma che nonostante la vittoria attuale del secondo il primo ha parecchie frecce al suo arco, indebolendo un po’ la struttura fregeiana per evitare il paradosso di Russell. In definitiva, un testo per interessati alla materia… e non so quanta di questa roba potrebbe essere riadattata per i liceali!

Solo ora?

A me pare incredibile che solo oggi si sia pensato che forse chi lavora in una RSA dovrebbe essere controllato strettamente (leggi, avere il green pass). Ma mi pare ancora più incredibile che per mangiare in un ristorante io debba tirare fuori il mio certificato e il cameriere che gira tra i tavoli no.

L’antispam di Gmail perde colpi

È un po’ di tempo che sono costretto a controllare regolarmente la cartella spam del mio Gmail e recuperare messaggi perfettamente leciti che arrivano da mailing list che leggo da anni. Ora, posso capire che la formattazione della rassegna stampa di Radio3 Mondo dia molto l’idea di uno spammatore sotto acidi; ma tra le liste più colpite ce ne sono due puramente testuali… e che sono ospitate da Google Gruppi. Forse c’è qualcosa che non va. (Sicuramente non va che il sistema non impari che *per me* quei messaggi non sono spam)

Best of British Science Fiction 2020 (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Di solito apprezzo molto le antologie di racconti fantascientifici britannici pubblicati dalla Newcon Prss. Stavolta (Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2020, Newcon Press 2021, pag. 280, Lst 19.08, ISBN 9781912950997) però sono stato un po’ deluso. Probabilmente la colpa è dell’anno 2020 e della pandemia: ho notato che molti dei racconti sono piuttosto tetri, anche se la curatrice ha affermato di avere fatto una cernita per ridurre quelli direttamente legati al presente. I racconti che mi sono piaciuti di più: Infinite Tea in the Demara Café di Ida Keogh, The Savages di David Gullen (non sono sicuro di averlo capito, ma l’idea è davvero strana), Lazarus, Unbound di Liam Hogan (secondo me potrebbe diventare un romanzo breve), Infectious di Liz Williams, Panspermia High di Eric Brown (davvero divertente), Variations on Heisenberg’s Third Concerto di Eleanor R. Wood (un nuovo modo di considerare il multiverso), What Happened to 70? di C.R. Berry (occorre molta sospensione dell’incredulità, ma l’idea è carina), The Good Shepherd di Stewart Hotston (forse il migliore della raccolta), Pineapples Are Not the Only Bromeliad di RB Kelly (una tresca è una tresca) and Like Clocks Work di Andi C Buchanan. Nota di demerito per Brave New World, by Oscar Wilde di Ian Watson; l’idea era fantastica, ma la realizzazione no.

Statistiche del sito per agosto 2021

Sempre calma piatta, ma agosto è paradossalmente un po’ meglio di luglio per i visitatori unici che sono stati 13013 per 33304 visite; le pagine accedute sono state 86262 con 175877 hit. Otto giorni sotto i 1000 accessi, compresi il 12 e il 17 che non erano nei weekend. La Top 5:

  1. Giuseppe De Donno, Wikipedia e i poteri forti: 592 visite
  2. Agostino De Matteis: 513 visite
  3. Il grande mistero del latte cagliato: 351 visite
  4. Quello che non dicono sul referendum per l’eutanasia: 280 visite
  5. Armiamoci e vaccinatevi: 261 visite

Ronzaleppi e cicopandi, sul blog di appoggio, ha fatto 384 accessi. Fuori dai blog, Romanaccio ha 520 accessi.

Ho consegnato la bozza del mio nuovo libro

La data ufficiale di consegna sarebbe stata fine agosto: sono andato lungo di una settimana. Però ho finalmente terminato il mio nuovo libro e spedito stanotte la bozza all’editore. Se va tutto bene, a metà febbraio sarà in libreria :-)

Tamponi gratis?

In questi giorni infuriano le polemiche sui green pass obbligatori. Se non ho capito male – ma confesso di non guardare più le beghe di politica italiana – qualche leader di partito sta dicendo che se non c’è l’obbligo di vaccinazione non lo si può introdurre surrettiziamente con un obbligo di green pass; in questo caso i tamponi per chi non intende vaccinarsi dovrebbero essere gratuiti.

Il concetto non è così peregrino. Un conto è dire “vuoi andare al cinema o in palestra? presenta il green pass” e altra storia è “se tu vuoi fare il tuo lavoro devi avere il green pass”. D’altra parte, capisco la difficoltà di rendere obbligatorio un vaccino “approvato sotto condizioni”. Fosse per me, insomma, aprirei ai tamponi gratuiti per le professioni che richiedono un green pass, ma con due vincoli: che il tampone sia rinofaringeo (quello salivare a mia conoscenza non ha ancora la stessa sensibilità) e sia fatto unicamente nei centri vaccinali, ovviamente senza prenotazione visto che deve essere continuativo. Sono pronto a scommettere che non saranno così in tanti a presentarsi tre volte la settimana.