Ricordate che a inizio settimana avevo scritto della difficoltà di trovare scrutatori per il referendum a Milano? Bene, oggi alle 12.08 mi è arrivata questa mail per cercare presidenti di seggio. Basta presentarsi entro le 16, anche perché immagino bisogna andare a vedere dove sta questo benedetto seggio. Certo, magari la mail è stata spedita un po’ prima e a me è arrivata tra gli ultimi: ma comunque è stata spedita oggi. Mi chiedo solo che succede se non trovano nessuno: precettano vigili urbani o poliziotti?
Two Trains Leave Paris (libro)
Questo libro (Taylor Marie Frey e Mike Wesolowski, Two Trains Leave Paris : Abrams 2019, pag. 175, $ 19,99, ISBN 9781419732744) ha un approccio alla matematica elementare piuttosto peculiare, con Taylor che controbatte ai peana di Mike per la matematica mostrando come nella vita le cose siano ben diverse. Vi riporto una domanda, per darvi un’idea di quello che intendo. Quando gli si chiede quanti anni ha, il professor Newman risponde “Se li quadruplichi e togli due, ottieni 110”. (a) Quanti anni ha? (b) Perché il professor Newman parla così? (la risposta a (b) è “Perché gli riesce difficile aprirsi alla gente”) Oppure c’è un classico word problem, con due amiche che partono ciascuna con una quantità x di soldi e comprano un po’ di bottiglie di vino. Alla domanda “qual è l’espressione che corrisponde ai soldi che hanno alla fine” le risposte sono (a) x – (3(40)+5(55)); (b) 2x-95; (c) 2x+95; (d) “Si vive una volta sola” (risposte corrette: (b) e (d)). Non sono certo che il libro vi insegnerà a risolvere i problemi matematici, anche perché in poche pagine si passa dall’algebra di base alla trigonometria e all’analisi matematica; ma vi rivelerà la fondamentale interconnessione di tutte le cose e soprattutto vi ricorderà che non è detto che a una domanda bisogna sempre rispondere in modo matematicamente corretto. Ah, se il cognome Frey vi fa venire in mente Glenn Frey degli Eagles avete proprio ragione: era suo padre.
Sono entrato in un negozio Aldi
In Germania Aldi (al plurale, perché si spartiscono il nord e il sud con due aziende diverse) è un concorrente di Lidl nella sezione discount. Da alcuni anni la catena si sta espandendo nell’Italia settentrionale, come avevo scritto qui; ad agosto hanno aperto anche due punti vendita a Milano, e stamani sono passato a vedere quello in via Galvani, nel palazzo dell’Hilton (!)
Non è un punto vendita molto grande: probabilmente è stato preso per marcare il territorio. La cosa che ho trovato strana è il mix tra marche discount e prodotti di marca. Lidl ha qualcosa tra le grandi marche, al volo mi vengono in mente Coca-Cola e Ferrero, ma qua i prodotti sono molti di più. Mi pare inoltre punti molto sulla frutta e verdura: dovrei provarla, visto che a Milano la GDO pare scegliere compatta la roga meno mangiabile. Per il resto, il posto è molto pulito, ma ha nemmeno un mese di vita; e il cassiere era di buon umore il che è sempre bello.
Il nuovo Facebook, stavolta per sempre
Dopo un paio di settimane, Zuckerberg ha tolto la possibilità di tornare per 48 ore alla vecchia interfaccia per non presbiti. Si deve essere scocciato di tutti quelli che lo facevano.
Dal mio punto di vista, non è che sia chissà quale problema: lo sto semplicemente guardando di meno. Insomma, se volete chiedermi qualcosa vi consiglio di contattarmi altrove ;-)
Abbiamo speso tutto. E quindi?
Occhei, Gianmarco Bachi stamattina diceva che erano stati spesi per i manifesti elettorali, ma si direbbe che Matteo Salvini abbia detto qualcosa di diverso. Il risultato finale però non cambia: i famigerati 49 milioni dei rimborsi elettorali non dovuti sarebbero stati spesi tutti.
Sarebbe troppo facile controbattere al leader della Lega quando elenca le chiusure della Padania e di Radio Padania aggiungendo «Pensate che se avessimo avuto ancora quelle risorse avremmo fatto tutti quei tagli?». Basterebbe rispondere «Magari, invece che spenderli, qualcuno se li è fregati…» Ma questo è un problema della magistratura, e non è con queste frasi a effetto che distogli le inchieste in corso. Il problema mio è invece banalmente politico. Hai speso tutti quei soldi. E quindi? Non ne avevi diritto, e pertanto li devi restituire, come per il momento stai facendo in ottanta comode rate almeno fino a quando il vecchio guscio della Lega esiste. Dovresti semplicemente tacere e dire appunto che li stai restituendo. Ogni parola in più viene dal demonio :-)
Come cambia il sindacalismo
Se non siete dei rider, probabilmente questa notizia non vi dice molto: un’associazione di categoria (quella dei servizi di delivery) e un sindacato hanno firmato un contratto collettivo nazionale. Potrebbe al più sembrare strano che i rider, che poi sono i soggetti in causa, restino autonomi e non dipendenti; ma probabilmente la cosa ha un suo senso (leggi: le aziende continuano a non pagare i contributi, ma almeno viene stabilita una paga oraria minima). Io non sono un rider, ma la notizia mi ha colpito per una caratteristica che non mi aspettavo: il sindacato firmatario è stato l’UGL.
A molti di voi la sigla dirà poco: si conosce la Triplice (CGIL/CISL/UIL), si sa che ci sono i Cobas, magari avete sentito USB che non è il collegamento dati ma appunto un sindacato autonomo. E UGL da dove spunta? Gli anziani lo sanno, e forse anche quei romani che si ricordano che Renata Polverini proveniva da UGL. In pratica questo è il sindacato erede della CISNAL, cioè dei missini. Negli anni ’50 si poteva più o meno dire che CGIL era PCI, CISL era DC, UIL erano socialisti e laici: l’arco costituzionale era completo, ma restava appunto un buco a destra.
Negli ultimi dieci-quindici anni UGL è pian piano diventata mainstream; all’inizio firmava i contratti di settore ma in una sessione separata rispetto alla Triplice (vedi quello telecomunicazioni 2013, poi firmava direttamente (vedi il contratto ponte 2017). Però mi chiedo come mai questa scelta di firmare in autonomia: probabilmente c’è qualche ragione specifica ma non ne ho alcuna idea…
ciclisti contromano
In questi giorni, dovendo spesso prendere e riportare i gemelli a scuola, sto pedalando abbastanza in orari diversi dal solito. Bene, anzi male: continuo a trovarmi sulle piste ciclabili gente che pedala (o monopattina) contromano. Inutile dire che lo fanno in posti dove dall’altro lato della strada c’è una pista ciclabile in senso opposto.
Capirete che se uno fa quello che gli pare non è che poi possa protestare perché le famigerate corsie ciclabili sono usate per la sosta dei corrieri, come in Pola-Galvani… a ciascuno il suo.
Il primo giorno di scuola media dei gemelli
In breve: un casino. Sì, avevano solo due ore e mezzo di lezione (inglese e spagnolo Cecilia, arte e inglese Jacopo). Solo che dovevano entrare da due ingressi separati dai due lati, che per come è fatta Milano significa trecento metri di distanza. Non essendo io un esperto di bilocazione, alle 10:58 ho lasciato una Cecilia terrorizzata da sola all’ingresso sul cortile e ho portato uno Jacopo che faceva lo spavaldo all’ingresso principale (no, non si è neppure girato quando è entrato), per tornare al cortile, vedere che i ragazzini erano ancora lì a fare l’appello, mettermi in punta di piedi per farmi vedere da Cecilia (il passaggio è sull’ex alveo della Martesana, quindi abbassato rispetto al piano stradale) e mostrarle che non l’avevo abbandonata. Poi ho scoperto che non avevo stampato il Patto di Corresponsabilità (che dovrei anche spiegare loro) e che questa scuola non fornisce il diario (che così abbiamo comprato al volo ieri sera). Sembra facile :-(