Bisogna avere delle opinioni!

Sto seguendo per lavoro un webinar. A un certo punto ci è stata fatta una domanda, “come cambieranno le abitudini di acquisto post pandemia?” a cui rispondere sul sito. C’erano quattro opzioni: (a) si tornerà lentamente come prima, (b) è ormai cambiato tutto, (c) ci sarà qualche cosa di diverso ma non molto, oppure (d) non saprei. Se la domanda fosse stata cosa farò io, avrei probabilmente risposto (c), perché comunque compravo già molto online. Ma a una domanda su come faranno gli italiani, oggettivamente non ho nessuna idea, anche perché se ce l’avessi potrei giocare in borsa.

Bene. Su più di 1100 risposte – sono webinar molto seguiti – un centinaio circa ha risposto (a), 400 ha risposto (b), 700 (c). Quanti hanno risposto (d)? Sette (7) persone. Sono abituato a essere minoranza, ma non così minoranza.

Non è una cosa molto importante, d’accordo. Ma non trovate che non è che sia proprio così importante dovere avere un’opinione proprio su tutto?

La nave di Teseo è contro i Kindle?

Sto leggendo Peanuts. Charlie Brown, Snoopy e il senso della vita, preso in prestito da MLOL e quindi in formato epub. Stavo recuperando su Amazon i dati per inserirli nella mia futura recensione e ho scoperto che non hanno la versione Kindle. Ho appena ricontrollato su Bookrepublic, e ovviamente l’epub c’è.

Qualcuno sa se è un caso oppure è proprio una scelta dell’editore? Ribadisco che è solo una mia curiosità, visto che io leggo ebook solo in epub. Ho l’app Kindle per i rarissimi libri – me ne saranno capitati due in tutto – che ho trovato solo in quel formato e quindi comprato lì, tipo questo

Aggiornamento (15:50) in effetti nemmeno sul sito La nave di Teseo appare la possibilità di comprarlo su Amazon, mentre per esempio Ricordi e bugie di Jim Carrey, sempre di questo periodo, è acquistabile…

I chatbot hanno ancora tanta strada da fare

L’altro giorno stavo cercando dei libri su Google Play Books (sennò che me ne faccio degli spicci dei sondaggi Google Rewards?) e ho notato ancora una volta che mentre esiste un genere “science&technology” tra gli audiobook non c’è l’equivalente per gli ebook. Ho così provato a contattare l’assistenza e per una volta sono passato via chat. Il fatto che dovessi scrivere in inglese non era un grande problema. Sono il primo in coda, e arriva un certo Tae. Ecco la conversazione che abbiamo avuto.


You’re connected with agent Tae.
11:40 AM
Hi Tae! As I wrote, I would like to know why there is no list of ebooks in Science&Technology category in Google Play Books
Io · 11:41 AM

Thanks for contacting Google Support, My name is Tae, in case you need to refer to this chat interaction in the future, please take note of the following ID (0-2035000031624. How are you doing today maurizio?
Tae · 11:42 AM

Hello Tae, I'm quite fine. I hope the same of you
Io · 11:42 AM

I understand that you are contacting us regards to Play book. I can try to help.
Have you tried using the search in engine?
Tae · 11:43 AM

Search gives results with a specific term - eg, "Maths" - but I am trying to find books I don't know about. This means that I am not able to pinpoint a choice
Io · 11:45 AM

I understand, the books you see listed are the one that we have available. If we don't have the content you are looking for, you can submit feedback so that books as such can be added.
Tae · 11:47 AM

ok, thanks!
Io · 11:47 AM

Is there anything else I can help you with today?
Tae · 11:48 AM

no, thank you. Bye!
Io · 11:48 AM

Thank you for contacting Google Support. At the end of this chat there will be a brief survey about your support experience. Google appreciates your comments!
Tae left the chat.
11:48 AM
Thanks for chatting! Let us know how we did: [link redacted]
Tae · 11:48 AM

The session has ended.
11:48 AM

È chiaro che “Tae” è un chatbot. Se non fosse stato evidente dal fatto che non ha cominciato rispondendo al mio primo messaggio – ma quello potrebbe essere dovuto al fatto che inizio e fine di una conversazione in chat sono spesso precaricate – con il suo secondo messaggio la cosa è lampante. Inutile dire che a questo punto ho lasciato perdere la speranza di avere una risposta, e mi sono limitato a risposte il più neutre possibile: non vedo perché avrei dovuto scrivere qualcosa di non standard per fornire gratuitamente dati di addestramento a Big G.

Il problema non è dovere interagire con i chatbot. Beh, un po’ è anche quello, ma capisco che alla maggior parte delle richieste si possono dare risposte precotte, e avere un essere umano il cui lavoro è inviare quella rilevante è costoso per l’azienda e alienante per il lavoratore. Il problema è che questo chatbot non si è presentato come tale e questo non mi pare per nulla corretto, per quanto sia evidentemente legale. Perché bisogna negare la realtà? Ad Alphabet sono così certi che nessuno si accorga della differenza? Hanno paura che nessuno interagirebbe? Ci siamo adeguati agli alberi vocali quando telefoniamo, ci adegueremo anche ai chatbot: ma almeno lasciateci sapere di che morte dobbiamo morire.

Facebook mi segnala…

segnalazione di Facebook
Stamattina Facebook mi ha segnalato che il Garante ha sanzionato Facebook per un’informazione scorretta. Il testo – che bisognava leggere subito: ho aperto una nuova finestra ed era già svanito… – si trova a https://www.facebook.com/legal/italy e dice:

AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
Le società Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd.
Non hanno informato adeguatamente e immediatamente i consumatori, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti. In tal modo hanno indotto i consumatori a registrarsi sulla Piattaforma Facebook, enfatizzando anche la gratuità del servizio.
Tale pratica è stata valutata scorretta, ai sensi degli artt. 21 e 22 del Decreto Legislativo n. 206/2005 (Codice del Consumo).
L’Autorità ha disposto la pubblicazione della presente dichiarazione rettificativa ai sensi dell’articolo 27, comma 8, del Codice del Consumo.
(provvedimento adottato nell’adunanza del 29 novembre 2018 e disponibile sul sito www.agcm.it)

“Naturalmente” non ci sono link specifici sui provvedimenti, ma solo un puntatore al sito AGCM. Se siete curiosi, l’adunanza si trova qui: sono d’accordo col fatto che Facebook non dice che userà i dati per scopi commerciali, non credo molto che il fatto che “induca ingannevolmente” gli utenti a registrarsi, “enfatizzandone la sola gratuità” cosicché “gli utenti consumatori hanno assunto una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso (registrazione al social network e permanenza nel medesimo)”, ma non è un mio problema.

Ma qui parliamo di due anni e mezzo fa. cosa è successo dopo la pubblicazione? Ho trovato una nuova istruttoria aperta più di un anno dopo (gennaio 2020). In quell’anno c’è stata una sospensiva (sulla sola pubblicazione) da parte dell’ineffabile Tar del Lazio; l’istruttoria è andata avanti e il 17 febbraio scorso c’è stata la nuova sentenza, dove si rimarca che Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd “non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa e non hanno cessato la pratica scorretta accertata: pur avendo eliminato il claim di gratuità in sede di registrazione alla piattaforma, ancora non si fornisce un’immediata e chiara informazione sulla raccolta e sull’utilizzo a fini commerciali dei dati degli utenti.” (e specifica che ciò deve essere fatto “alla luce del valore economico assunto per Facebook dai dati ceduti dall’utente, che costituiscono il corrispettivo stesso per l’utilizzo del servizio.” Se il Codacons legge questo estratto fa partire una class action per obbligare Facebook a pagare i suoi utenti per l’uso della piattaforma).

Non sono riuscito a vedere se la nuova dichiarazione rettificativa debba essere presente per venti giorni nelle home page mobili, come lo era la vecchia, e non posso controllare direttamente non avendo Facebook sul mio furbofono. Se qualcuno volesse verificare, gliene sarei grato. Interessante comunque che a metà febbraio, quando è stata pubblicata la delibera del garante, io non avessi visto nulla in giro. Voi?

Il Garante ha colpito ancora

Ieri ho scritto del sito haveibeenfacebooked. Oggi il sito è sospeso “per ragioni legali” (il famoso codice di errore HTML 451). Il tutto perché il Garante ha ricordato a«chiunque sia entrato in possesso dei dati personali provenienti dalla violazione, che il loro eventuale utilizzo, anche per fini positivi, è vietato dalla normativa in materia di privacy, essendo tali informazioni frutto di un trattamento illecito.»

Nulla di strano, considerando che il sito era italiano, come avevo scritto in un post scriptum ieri (ci avevo pensato dopo averlo postato, scusatemi). La cosa più divertente di tutto questo, almeno per me, è che però nel messaggio di sospensione del sito sono stati lasciati i link ai sorgenti, sia front-end che back-end. Ovviamente avere i sorgenti a disposizione non è molto diverso dal dire “denunciateci tutti”, perché in questo modo si dà a chiunque la possibilità almeno teorica di accedere direttamente ai dati trafugati… Secondo me l’hanno fatto apposta.

Giornali in biblioteca

Le biblioteche hanno sempre avuto un’emeroteca, dove gli utenti possono sfogliare i quotidiani. Inutile dire che con la pandemia la cosa diventa molto più complicata: anche se la biblioteca è aperta, come fai a sanificare i giornali? Si può lasciare qualche giorno a decantare i libri, ma non lo si può fare con i giornali. Ma non c’è problema! Esistono anche le biblioteche digitali e gli abbonamenti digitali, e quindi i lettori un minimo più scafati potevano continuare la loro lettura, naturalmente con le stesse regole: quindi se un utente sta “leggendo” nessun altro può farlo. Però…

L’altro giorno mi sono connesso a MLOL Milano per cercare un libro, e dopo il login mi è apparsa una schermata con questo testo:

Il Sistema Bibliotecario di Milano, nell’ambito di una revisione delle politiche di offerta digitale finalizzata a garantire un migliore equilibrio fra sostenibilità del servizio e ampiezza delle proposte di lettura e informazione, ha deciso di sospendere momentaneamente l’accesso ai quotidiani del gruppo GeDi.
Siamo quindi spiacenti di informarvi che dai primi giorni di aprile, come già avvenuto per “La Repubblica”, in MLOL non sarà disponibile il quotidiano “La Stampa”.
La consultazione delle due testate riprenderà con il nuovo appalto, che prevediamo di attivare alla fine del mese di giugno.
Ci scusiamo per il disagio

Quello che leggo io è “non abbiamo più soldi per fare gli abbonamenti GEdI, quindi dovete aspettare che ce ne arrivino un po’”. La mia domanda è semplicemente “ma l’abbonamento digitale agli altri giornali costa molto di meno?”

Balzo di morti covid. Chi l’avrebbe mai detto?

Oggi ci sono stati 607 morti di covid: il dato più alto dell’ultimo mese. (La figura qui sopra, presa da Google, è ferma ai dati di ieri). Stupiti? Per nulla.

I dati che arrivano ogni pomeriggio alle 17.30 sono quelli contabilizzati nelle ultime 24 ore, e quindi sono sempre in ritardo di qualche giorno. Se date un’occhiata al grafico, vi accorgerete subito che ogni domenica c’è un minimo relativo – non c’è poi così fretta di segnalare, evidentemente – seguito da un aumento il lunedì e da un picco il martedì. Ma questa settimana lunedì è stata Pasquetta; ecco che il picco si è spostato al mercoledì, e se volete ecco perché lunedì e martedì la media mobile a sette giorni (l’unica che è davvero importante per capire l’andamento) stava scendendo. Non perché le cose andassero meglio, ma per semplici ragioni dettate dal calendario. Se non ho fatto male i conti, la media a sette giorni oggi salirà a 453 decessi, questo sì nuovo record del mese: siamo più o meno su un plateau ma non riusciamo a scendere e anzi c’è ancora una leggera salita. I 13708 nuovi casi potrebbero essere invece un segno positivo, ma aspetterei prima di accendere la speranza che la terza ondata si stia riducendo…

registro elettronico hackerato

Se avete figli o nipoti a scuola, probabilmente sapete che in questi giorni molte scuole non hanno a disposizione il registro elettronico, perché Axios è stata oggetto di un attacco (ransomware, per quanto mi pare di aver capito: quindi con i contenuti crittografati e pertanto illeggibili, e con la richiesta di soldi (in bitcoin, tipicamente) per ottenere la password e poterli recuperare. Non che io sia così certo che la password venga davvero consegnata :-) Axios è la piattaforma usata dall’istituto comprensivo dove i gemelli frequentavano la scuola elementare, quindi la conosco almeno come utente.

A parte la scarsa sicurezza di queste piattaforme, che potrebbe avere come effetto il moltiplicarsi degli sforzi da parte degli studenti per riuscire a penetrare nel registro e cambiarsi i voti, e sperando che il gestore facesse molti backup resta un problema di base. Perché abbiamo dovuto copiare gli americani e privatizzare il gestore di questi strumenti didattici? Non si poteva fare una gara e scegliere lo stesso sistema almeno su base regionale?