Quel cartello “no bici” (ce n’è un altro appiccicato sull’altro cartello di divieto di sosta più in là) l’ho fotografato ieri, ma è lì da varie settimane. La ragione di tanto odio? La corsia ciclabile che vedete disegnata sull’asfalto.
Detto tra noi, la probabilità che quella corsia (Galvani-Pola) non abbia nessuna auto o moto che la usi è relativamente bassa, ed è alzata solo perché la gente continua a parcheggiare in doppia fila come suo diritto ritenuto acquisito. Tra l’altro, alcuni tratti hanno la vernice quasi totalmente cancellata, ma evidentemente al comune non può importare di meno della cosa. A dire il vero, in quel breve tratto non sarebbe neppure così male disegnare la corsia ciclabile sul marciapiede, che come vedete è molto largo e senza portoni; ma forse è chiedere troppo ai preposti uffici comunali.
Quello che però mi fa specie è un’altra cosa. È possibile che nessuno abbia tolto un cartello così – tra l’altro plastificato, è stato un lavoro ben fatto – da davanti a Palazzo Lombardia? Mi pare abbastanza chiaro che evidentemente fa parte dei sogni bagnati di qualcuno…


Se vi dicessi di una malattia misteriosa che ha portato a una disperata ricerca per un vaccino, con scienziati in lotta tra di loro, vi verrebbe probabilmente subito in mente il Covid. Invece in questo libro Agnese Collino parla di un’altra malattia, che fortunatamente sta per scomparire: la poliomielite. Il testo racconta in modo appassionante la storia delle ricerche per trovare un vaccino contro una malattia che paradossalmente sembrava crescere con il miglioramento della situazione sanitaria, e che spesso uccideva ragazzi o li costringeva a una vita immobilizzata – sono abbastanza anziano da ricordarmi dei polmoni di acciaio che del resto esistono ancora…
Uno dei miei account di posta elettronica su gmail corrisponde al mio cognome, cioè Codogno. Come forse immaginate, ricevo un certo numero di email di persone che a Codogno vivono o lavorano. Per esempio, una decina di giorni fa mi è arrivata una mail di Banca Sella che cominciava “Buongiorno, per affiancarla con elevati standard di sicurezza e proteggere le sue informazioni desideriamo approfondire insieme la sua richiesta tramite un contatto telefonico.” No. non era uno spam, e in questo caso la colpa era della banca che non è stata capace di leggere l’email della persona che stava chiedendo un POS per la sua azienda, visto che in allegato c’era scritto XXXX.codogno@gmail.com (nome editato per privacy).
Comincio subito col lodare Donatella Rizzati per la traduzione di questo libro. Credo che il testo non fosse affatto semplice, ma l’attacco permette immediatamente di capire che c’è qualcosa di strano, con uno stile che ricorda i testi di qualche secolo fa (con le Maiuscole a profusione) e che riesce così a portarci immediatamente nell’atmosfera di un testo che potremmo in un certo senso definire di fantasy, un po’ come certe opere di Neil Gaiman. Man mano che si prosegue nella lettura si comincia ad avere un’idea di cosa sia effettivamente successo, giusto con qualche necessità di sospensione dell’incredulità: ma Clarke riesce comunque a cavarsela bene. L’unico punto su cui mi sento di dissentire è l’arrivo del Numero 16, che funziona un po’ troppo come un deus ex machina; ma il risultato finale è comunque molto godibile.