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matematto non praticante

Quizzino della domenica: Dita aliene

L’astronave aliena che si è materializzata in giardino ha sul fianco un numero di due cifre. Il piccolo problema è che gli alieni in questione hanno sedici dita nelle mani – è per quello che la loro tecnologia è più avanzata, loro contano come i computer! – e quindi i loro numeri sono uguali ai nostri da 0 a 9 e poi vanno avanti con A, B, C, D, E, F, 10… La cosa buffa è che però se volessimo convertire quel numero nel nostro sistema decimale basterebbe invertire le due cifre. Quali sono le cifre del numero?


alieno
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p572.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Chris Maslanka, da New Scientist; immagine di ccarson, da OpenClipArt)


The Cat in Numberland (libro)

copertina Vabbè, la storia dell’Albergo di Hilbert la conosciamo più o meno tutti – o almeno la conosce chi ha un po’ di curiosità per la matematica. Devo dire che però la storia raccontata da Ivar Ekeland e disegnata da John O’Brien, che è appena entrata nella Mathical Hall of Fame, è davvero carina ed è un peccato che sia fuori commercio. (Ma potete andare a prenderlo in prestito su archive.org, in un’ora lo leggete senza problemi). In questo caso il vero protagonista è il gatto, che guarda tutte le magie matematiche dell’albergo di Hilbert e non riesce a capire come possano avvenire, tanto che alla fine… no, non ve lo posso dire.
Il testo è indubbiamente pensato per ragazzini, e i disegni contribuiscono alla piacevolezza del testo. Sarebbe simpatico vederlo tradotto in italiano…

(Ivar Ekeland, The Cat in Numberland, Cricket Book 2006, pag. 60, ISBN 9780812627442)

Esselunga e i tempi del servizio clienti

Ho appena ricevuto un’email del servizio clienti Esselunga con questo testo:

Gentile Maurizio Codogno,
la ringraziamo per la sua segnalazione. Terremo in considerazione la sua richiesta per le future revisioni assortimentali.
L’occasione ci è gradita per porgerle cordiali saluti.

Tralasciamo la banale considerazione che “la mia richiesta” era “pensate di rimettere in assortimento il vostro prodotto XYZ?” e quindi una risposta precotta, senza alcun contenuto semantico, ma logicamente più corretta sarebbe dovuta essere qualcosa tipo “Al momento non è prevista alcuna modifica”. Il vero problema è che la mia richiesta è del 25 gennaio. D’accordo non rispondere immediatamente per non far credere di non leggere nemmeno le segnalazioni, ma un mese e mezzo non è un po’ troppo?

Aiuti e omaggi

Sono in tanti a raccogliere aiuti per l’Ucraina; tra questi c’è anche Esselunga, che come fa spesso in questi casi sceglie una forma di “donation matching”. In pratica, se uno devolve 500 punti Fidaty – l’equivalente di cinque euro nei cataloghi a premi – Esselunga darà 10 euro alla Croce Rossa. Fin qua nulla di particolare, e non sarò certo io a invitarvi a donare in questo modo o se per questo in un qualunque altro modo. Quello che però ho notato è la frase finale: «Per te in omaggio un pacco di pasta da 500 grammi Esselunga di filiera 100% italiana.»

Lasciamo da parte le possibili battute sul fatto che spesso la filiera sarà italiana ma c’è chi si lamenta perché il grano arrivava da Ucraina e Russia, visto che a quanto pare non arriva grano duro dall’Ucraina (ma dalla Russia un po’ sì) mentre si importa grano morbido. C’è però un’altra cosa che mi chiedo. Non è la prima volta che in questi casi Esselunga dà un omaggio: una decina d’anni fa mi ricordo che dando punti per il WWF consegnavano una t-shirt. La mia ipotesi è che ci siano problemi fiscali nella pura donazione di punti, e quindi quello che viene fatto passare come un omaggio è in realtà un prodotto che viene “acquistato” con i nostri punti (a carissimo prezzo, ma questo è irrilevante dal punto di vista fiscale), mentre la donazione segue un’altra strada formalmente slegata dai punti offerti. Mi affretto ad aggiungere che non sto assolutamente mettendo in dubbio che se Esselunga riceverà chessò dieci milioni di punti allora devolverà 200.000 euro: il mio è un puro dubbio contabile. Qualcuno esperto del campo sa dirmi se ci ho azzeccato?

Come le ricerche Google inquinano i risultati

Mi è arrivato il report sulle ricerche Google che sono arrivate al mio sito, e ho scoperto come mai a febbraio ci fosse stato un picco di accessi a questa mia pagina. Le cinque stringhe più gettonate che hanno portato al mio sito (a parte il “lanciacazzi” che avevo esaminato…) sono infatti state “indovinello 100 prigionieri cappelli”, “100 prigionieri cappello bianco nero”, “indovinello 100 prigionieri”, “indovinello 100 cappelli”, e nel seguito ci sono altre varianti.

Mi fa un po’ rabbia non essere riuscito a trovare la fonte primaria, quella cioè che ha portato la gente a cercare in rete la risposta all’indovinello. Quello che però mi infastidisce di più è che per scoprire la chiave di ricerca ho dovuto aspettare che Google si degnasse di inviarmi questi highlight. Una volta bastava guardare le statistiche del sito per ottenere queste informazioni: ma a Mountain View si sono fatti furbi e adesso le nascondono quando fanno fare le query ai vari browser, per l’ottima ragione che in questo modo si tengono per loro i dati – e immagino che per averli in formato utilizzabile si debba pagare eccome. Ma ormai il mondo va così. Inoltre la preponderanza delle ricerche fatte via Google fa sì che quando una pagina comincia ad essere acceduta arriva un effetto valanga (“a chi ha, sarà dato”). Questo significa che in pratica le classifiche delle ricerche risultano falsate, con un piccolo numero di pagine che continua a crescere. D’accordo che non faccio SEO, ma vi rendete conto del fastidio?

Sponsor

Vabbè, Matteo Salvini non si aspettava un’accoglienza così a Przemyśl. Magari adesso dirà che è stato tutto un complotto della sua “amica” Giorgia Meloni (il sindaco della città polacca è di un partito molto di destra), ma di queste cose non me ne importa molto.

Quello che mi chiedo è come mai Salvini si sia presentato in conferenza stampa con un giubbotto che assomigliava a un cartellone pubblicitario. Certo, quello è probabilmente il giubbotto standard di AREU, il che la dice già lunga su come il concetto di sanità in Lombardia sia legato al prendersi soldi dagli sponsor. Ma pensateci un attimo: che cosa Salvini ha a che fare con la sanità lombarda? Non solo non ha alcun ruolo in Lombardia, ma tra l’altro aveva detto di recarsi a titolo personale. Occhei, occhei, la smetto di sparare sulla croce rossa :-)

PS: Mi fanno notare che oggi è il compleanno di Salvini. Pensate, compie quarantanove anni.

a chi piacciono i miei libri?

Sabato sono andato a Bookpride e ho chiacchierato un po’ con i miei amici di Codice, che mi hanno fatto notare che la prossima traduzione in portoghese di Matematica in pausa caffè ha posto fine a una striscia piuttosto strana. Le altre traduzioni sono state infatti in turco, cinese e (bielo)russo: tre nazioni che non brillano sempre per diritti civili. Scherzando, mi dicevano che volevano provare a proporlo alla Corea del Nord…

(Poi potrebbe essere interessante capire come mai ci sono state queste scelte. Una possibilità è che un libro che parla di matematica sia visto come meno pericoloso; un’altra possibilità è che queste nazioni preferiscano evitare di tradurre libri dall’inglese e quindi io abbia una possibilità in più…)

Benzina

Domenica ho fatto il pieno di benzina, alla solita pompa nologo. Era ancora sotto i due euro al litro, per la precisione 1,987; ma tutti gli altri distributori avevano ampiamente superato la soglia, direi con un aumento di dieci centesimi al litro in una settimana. Ora sarà anche vero che il prezzo del petrolio è ai massimi dal 2008, ma allora il prezzo netto era ben più basso (poi hanno aumentato le accise, come al solito). Né il petrolio russo dovrebbe contare molto nei nostri acquisti, quindi anche se bloccassero le sue vendite come risultato di nuove sanzioni per l’invasione dell’Ucraina le cose dovrebbero cambiare molto. Dunque quale sarà il vero problema? Gli stati stanno accumulando scorte?

(occhei, il Post nota come in questi anni l’euro si sia molto svalutato rispetto al dollaro, e quindi i prezzi in euro crescono di più)