a chi piacciono i miei libri?

Sabato sono andato a Bookpride e ho chiacchierato un po’ con i miei amici di Codice, che mi hanno fatto notare che la prossima traduzione in portoghese di Matematica in pausa caffè ha posto fine a una striscia piuttosto strana. Le altre traduzioni sono state infatti in turco, cinese e (bielo)russo: tre nazioni che non brillano sempre per diritti civili. Scherzando, mi dicevano che volevano provare a proporlo alla Corea del Nord…

(Poi potrebbe essere interessante capire come mai ci sono state queste scelte. Una possibilità è che un libro che parla di matematica sia visto come meno pericoloso; un’altra possibilità è che queste nazioni preferiscano evitare di tradurre libri dall’inglese e quindi io abbia una possibilità in più…)

2 pensieri su “a chi piacciono i miei libri?

  1. nicola

    Se non ricordo male, avevo letto che in Iran molte donne studiano matematica perché è considerata una materia non legata al prestigio sociale e senza connotazioni politiche.

  2. Bubbo Bubboni

    Certo! La letteratura è sostituita dalla grammatica, la storia diventa preistoria, la storia dell’arte diventa tecnica artistica, matematica e fisica diventano “formule&regole” senza porsi questioni applicative o storiche, ecc.
    Ah, però questo non succede solo negli stati cattivi, si vede che va bene così.

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