Come le ricerche Google inquinano i risultati

Mi è arrivato il report sulle ricerche Google che sono arrivate al mio sito, e ho scoperto come mai a febbraio ci fosse stato un picco di accessi a questa mia pagina. Le cinque stringhe più gettonate che hanno portato al mio sito (a parte il “lanciacazzi” che avevo esaminato…) sono infatti state “indovinello 100 prigionieri cappelli”, “100 prigionieri cappello bianco nero”, “indovinello 100 prigionieri”, “indovinello 100 cappelli”, e nel seguito ci sono altre varianti.

Mi fa un po’ rabbia non essere riuscito a trovare la fonte primaria, quella cioè che ha portato la gente a cercare in rete la risposta all’indovinello. Quello che però mi infastidisce di più è che per scoprire la chiave di ricerca ho dovuto aspettare che Google si degnasse di inviarmi questi highlight. Una volta bastava guardare le statistiche del sito per ottenere queste informazioni: ma a Mountain View si sono fatti furbi e adesso le nascondono quando fanno fare le query ai vari browser, per l’ottima ragione che in questo modo si tengono per loro i dati – e immagino che per averli in formato utilizzabile si debba pagare eccome. Ma ormai il mondo va così. Inoltre la preponderanza delle ricerche fatte via Google fa sì che quando una pagina comincia ad essere acceduta arriva un effetto valanga (“a chi ha, sarà dato”). Questo significa che in pratica le classifiche delle ricerche risultano falsate, con un piccolo numero di pagine che continua a crescere. D’accordo che non faccio SEO, ma vi rendete conto del fastidio?

9 pensieri su “Come le ricerche Google inquinano i risultati

    1. .mau. Autore articolo

      Dal mio punto di vista di fornitore di contenuti (poco interessanti per le masse) Google e DuckDuckGo sono equivalenti, a dire il vero.

  1. mestessoit

    Il tuo sito esiste da tanti anni, certo, ma le dinamiche descritte sono valide da un periodo non molto più recente del tuo sito. L’effetto valanga se ci pensi è l’unico effetto possibile se Internet è un prodotto di massa: anche solo per curiosità tutti vogliono vedere una certa cosa. Di per sé non lo vedo come qualcosa di inerentemente negativo. Qualcuno di questi si fermerà, la maggior parte andrà via una volta letto quel post.

    E suvvia, siamo onesti sino in fondo: faccio così diverse volte pure io e sono convinto che non sia diverso anche per te: cui prodest?

    1. .mau. Autore articolo

      In Scimmie digitali ho parlato di come funziona la legge di potenza in Internet, quindi ho ben chiaro il concetto di effetto valanga. Però forse non sono stato chiaro. A me non importa chi viene a vedere il mio sito né preoccupa il fatto che praticamente tutti non rimarranno a leggerlo: basta notare come io non faccia assolutamente nulla di SEO. Però mi piacerebbe sapere la fonte da cui arrivano certe ricerche perché magari sono siti che interessano *me*. Per fare un esempio pratico, le ricerche che arrivano ai post sempreverdi su “eupnoico” o “codice bianco all’IKEA” sono ovviamente ricerche generiche: anche se Google mi desse tutti i dati che ha non me ne farei proprio nulla. Lo stesso per la stringa più recente sui palinsesti radiofonici. Invece s145.html è un po’ diverso, non trovi?

      1. mestessoit

        Sì, per conoscere alcune fonti ok. Ma non hai accesso ai log del tuo server, e post-processarli in modo da ottenere una risposta? Non hai un server privato?

        1. .mau. Autore articolo

          nì. Potrei chiedere al mio provider un accesso read-only ai log, e forse ce l’ho già: ma (a) rimestare nei log è fatica (tanto che ho awstat apposta), (b) se non ho capito male il problema è a monte. Se tu passi sopra i link che ti torna una ricerca Google vedrai che sono del tipo http://www.google.com/?url= , quindi l’hit che arriva al mio sito è banalmente quello di Google, e tutta la parte di referrer può essere amabilmente nascosta.

          1. mestessoit

            Ni. E’ vero che i referrer possono essere nascosti, ed una parte degli hit non ti farà capire, ma non tutti accedono allo stesso modo, e la correlazione temporale è la chiave, sui grandi numeri, per capirci qualcosa. Sullo sbattimento capisco, ma esistono tool appositi.

  2. Bubbo Bubboni

    Umm, mi sa che ti sei risposto da solo e google non ti servirebbe neanche pagando. Se non hai trovato in rete perché le masse cercavano ansiose 100 cappelli la risposta potrebbe essere fuori dalla rete taggabile, es. quizzino alla radio o di uno streamer.
    Mica tutti vanno nei siti più oscuri della rete per trovare la soluzione ai quizzini della domenica!

    1. .mau. Autore articolo

      in effetti non avevo pensato a questa possibilità, e purtroppo non ho mai abilitato le statistiche per giorno per verificare se il picco è stato in una sola giornata (un sito lo spalma comunque di più)

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