Per mia completezza ho deciso di leggere questo pamphlet (Christian Rocca, Chiudete Internet : Una modesta proposta, Marsilio 2019, pag. 144, € 7,99, ISBN 9788829701674), per vedere il punto di vista “giornalistico” su Internet – non me ne vogliano i miei amici giornalisti che apprezzo e con cui regolarmente discuto. Purtroppo il risultato è stato quello che mi aspettavo. Come prima cosa ho scritto pamphlet, e non instant book che probabilmente era quanto immaginato da autore ed editore, per una ragione molto semplice: non ci sono note e riferimenti. Detto in altro modo, bisogna prendere per vero quanto scrive Rocca e accettare la sua auctoritas (nel senso di autorevolezza più che di autorità). Occhei, il testo è strutturato nel modo che giornalisticamente si chiama panino: si inizia parlando di quanto è diventata brutta Internet e come gli OTT rubino i soldi a chi procaccia e raccoglie le notizie, c’è una sezione centrale nella quale si mostra come la politica mondiale sia stata rovinata dalla disintermediazione, e si termina riprendendo la giaculatoria iniziale. Io non entro nel merito della parte centrale, per l’ottima ragione che non ne so abbastanza. Sul resto però un po’ di informazioni ce le ho, e mi sono messo le mani nei capelli. Badate: io ritengo che la disintermediazione sia una iattura, quindi in teoria dovrei essere sulla stessa linea di Rocca: ma quando leggo che il caso Roth su Wikipedia nacque perché lo scrittore non è la persona che ne sa di più su quello che vuole dire, l’unica cosa che posso aggiungere è che se le intermediazioni sono queste allora tanto vale farne a meno. D’altra parte, mettere nello stesso calderone i ricavi di Facebook, che è fatto in modo da trattenerti il più possibile nel suo giardinetto, e il numero di pagine visualizzate da Wikipedia, che funziona tanto meglio quanto più il lettore è invitato a seguire le fonti esterne, significa che nonostante le continue assicurazioni di non essere un neoluddista Rocca è perlomeno uno che fa di tutta l’erba un fascio. Vabbè, tanto tra qualche mese tutti si saranno dimenticati del libro, anche se poi ci sarà qualche altro esponente dell’intellighentija mediatica che riprenderà lo stesso grido di dolore: mentre scrivo questa recensione Ricolfi lo ha appena fatto.
Ultimo aggiornamento: 2020-03-23 22:11