mobilità ciclistica milanese

Martedì ho sfidato il caldo agostano e fatto un giro cittadino per fare acquisti vari. Ho così scoperto che sono terminati i lavori in via Quadrio, dove è stata creata una pista ciclabile contromano nello stile contemporaneo, con la divisione delle carreggiate affidate all’area di sosta. Vista la contemporanea chiusura del cavalcavia Farini per lavori, la cosa è davvero utile: è vero che ogni ciclista si faceva via Quadrio in contromano (oppure come me evitava il cavalcavia Bussa in direzione centro), ma adesso si è molto più tranquilli. È stato anche allargato il famigerato percorso in discesa che era stato annunciato come ciclistico ma era nato come pedonale…

In compenso ho scoperto che l’ultimo tratto di via Borsieri è diventato zona 15. Mezza carreggiata occupata dai tavolini, nessun parcheggio (hehehe), ma io temo che un solerte vigile mi faccia la multa quando pedalo a velocità normale, quindi a 20 all’ora. E mo’?

Ah, sì: mercoledì ho scoperto che in via Pola, davanti al Formigonio (Palazzo Lombardia), hanno disegnato le corsie ciclabili, dimenticando tra l’altro di togliere qualche segnale verticale di parcheggio. Io non sono ancora riuscito a capire quale dovrebbe essere la loro utilità. Ce lo vedo l’automobilista quadratico medio che sta molto attento a non usare quella corsia se c’è una bici…

La vasca di laminazione per il Seveso

Spesso il Seveso esonda. Per meglio dire, spesso vengono aperti i chiusini in via Valfurva per evitare che il fiume spacchi le tubature in cui è forzato, con l’effetto collaterale che io mi trovo l’accesso alla via dove abito bloccato da un’auto dei vigili e devo spiegare che casa mia si trova prima del corso temporaneo del Seveso e quindi posso passare in sicurezza. Non che queste piene siano moderne: sono state registrate almeno dalla fine dell’Ottocento. Ad ogni modo, dopo anni e anni e anni di diatribe alla fine nel 2013 – sì, sette anni fa – si è scelta una soluzione: creare delle enormi “vasche di laminazione”, laghetti che si possano riempire in caso di piena. Due di queste vasche dovrebbero essere in Brianza, la terza nel comune di Milano.

Il punto è che il Seveso diventa interrato pochi metri dopo essere entrato nel territorio meneghino; quindi esiste solo un punto dove si può fare la vasca in questione: all’interno del Parco Nord. Parco Nord che – spiego per chi non abita a Milano Nord – è un parco “di risulta”, ottenuto recuperando qua e là pezzetti tra Milano e la sua cintura che non erano ancora troppo cementificati. Date un’occhiata alla sua mappa per sincerarvene. (Sì, in mezzo c’è anche un aeroportino e un cimiterietto) Quel pezzo specifico di parco è proprio al confine comunale: dall’altro lato c’è il comune di Bresso e un certo numero di palazzoni, i cui residenti hanno fatto di tutto per bloccare la realizzazione della vasca di laminazione, ufficialmente per non rovinare il parco e ufficiosamente perché non vogliono trovarsi tot volte l’anno l’acqua puzzolente del fiume. Dimenticavo: il Seveso scorre in Brianza, non so bene quanti scarichi illegali riceve, e non è esattamente un fiume da bandiera blu. La melma che trovo per le strade dopo le esondazioni ne è una prova.

Perché vi racconto tutto questo? Perché i residenti in questione sono esondati sul gruppo Facebook della zona 9 Milano, quella in cui vivo io e in cui si troverà la famosa vasca; e si stupiscono di non trovare solidarietà…

il bonus IVA ai parlamentari

Siamo in agosto. Fa caldo. Ma questo non significa dover stare dei giorni a parlare dei cinque parlamentari che hanno ottenuto i 600 euro di bonus durante il lockdown, in quanto partite IVA.

Io non sono così complottista da pensare che tutta la manfrina è nata perché i NO al referendum sul taglio dei parlamentari stavano crescendo. Lo sapete, io sono per il NO, ma so benissimo che arrivare al 15% sarà grasso che cola. Potrei al limite pensare che qualche capo di pentastellati abbia tirato fuori la storia per ricompattare i suoi, ma non me ne può fregare di meno.

Il punto è che il decreto bonus è stato promulgato senza nessun limite ai riceventi, e secondo me hanno fatto bene a farlo così. È stata una misura di emergenza, un’iniezione di liquidità in un periodo in cui non si sapeva che sarebbe successo: per me è stata una delle poche volte in cui il reddito di cittadinanza ha avuto senso, e proprio perché “di cittadinanza” doveva andare a tutti. (Per i lavoratori dipendenti c’è stato l’equivalente con la cassa integrazione). Infilare burocrazia con paletti vari avrebbe solo peggiorato le cose per chi di quei soldi aveva davvero bisogno. Quei cinque parlamentari che con diecimila euro al mese si sono presi anche i 600 euro sono dei meschini? Magari sì. Serve a qualcosa sapere chi sono? Direi proprio di no. Anche se avessimo un sistema elettorale dove noi possiamo scegliere i nostri rappresentanti, sono ragionevolmente certo – che al di là delle reboanti affermazioni sui social – sotto sotto i loro elettori sono solo arrabbiati perché non hanno potuto fare la stessa cosa anche loro.

Vedremo comunque che succederà quando i nomi usciranno :-)

ah, questi ladri di giornali

Sabato scorso Repubblica aveva un articolo a tutta pagina, con richiamo in prima, dal titolo “Lo studente, l’ingegnere – Nuovo colpo alla rete dei ladri di giornali”. Purtroppo non l’ho trovato in rete, evidentemente i ladri non sono riusciti a rubarlo. (Ci sarebbe anche l’elzeviro di Bonini che ricorda al colto e all’inclita che gli editori stanno ancora aspettando il recepimento della direttiva europea per farsi dare i soldi da Google, ma per stavolta soprassediamo). Poi uno legge l’articolo e scopre che delle otto persone che si sono viste arrivare la Guardia di Finanza che ha loro sequestrato tutto, al momento a essere accusati di violazione di copyright sono solo in due, e l’unico di cui è certa l’occupazione fa il pescivendolo. Capisco che in effetti dire “un pescivendolo ladro di giornali” farebbe immediatamente venire in mente una sfilza di battute e quindi qualcuno ha pensato bene di glissare.

Detto che – almeno secondo quanto scritto – il pescivendolo in questione chiedeva proprio degli abbonamenti e quindi non ha nessun tipo di scusante, mi chiedo esattamente cosa pensava Chiara Spagnolo quando ha scritto che “un altro modo per conseguire profitti illeciti potrebbe esere il collegamento ad Amazon”: libri e giornali erano usati “come esche” per mandare i malcapitati utenti sul sito della multinazionale, “che per ogni acquisto effettuato passando da quel link riconosceva commissioni fino al 10%”. Immagino che anch’io mi troverò insomma una visita degli uomini in grigio: è chiaro che le recensioni dei libri che ho letto, e che hanno anch’esse un link ad Amazon con il mio referrer, sono delle esche. Ancora poco tempo e potrò ritirarmi alle Bahamas… Ma è ovvio che GEDI e Caltagirone sono entrati in guerra, e la propaganda non si ferma certo di fronte alle idiozie.

Quizzino della domenica: riordinare

Ho posizionato 16 monete in un quadrato, alternando teste e croci come si può vedere in figura. Riuscite a modificare la figura in modo che la prima e la terza riga abbiano tutte teste e la seconda e la quarta tutte croci? Ah, dimenticavo: potete toccare solo due monete.



(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p464.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Rob Eastaway e David Wells, Mindbenders and Brainteasers (problema 42).)


La variante del pollo (libro)

Il sottotitolo di questo libro (Renato de Rosa, La variante del pollo , Mursia 2012, pag. 135, € 12, ISBN 9788842547679) è “(come fare bella figura senza avere mai letto un libro)”. Scritto tra parentesi, sì. Gli è che de Rosa è un matematico di formazione, e quindi ama le strutture. In effetti il libro parte da una domanda di base che ha attanagliato innumerevoli filosofi e fredduristi, cioè “perché il pollo attraversa la strada?”, e dà 32 risposte nello stile di altrettanti scrittori italiani, seguendo l’onorato filone dei Visti da lontano di Michele Serra per Cuore. Però ciascuna risposta è preceduta da una descrizione in due battute dello scrittore imitato, e soprattutto dalla frase da imparare per far finta di averlo letto (l’autore, non questo libro!) Il risultato è generalmente buono, anche se ogni tanto de Rosa finisce il brano buttandola in caciara anche se non ce sarebbe bisogno. Bartezzaghi e Travaglio sono tra gli esempi migliori. Ah: nella conclusione de Rosa cerca di applicare ai polli una quantità impressionante di frasi fatte, e bisogna dire che il suo discorso sembra quasi filare…

I 100 libri da leggere

La scorsa settimana nella sua mailing list il Libraio ha ricicciato la lista dei 100 libri da leggere assolutamente nella vita (prima e seconda parte). No, non sono tutti pubblicati dal gruppo GeMS, anche se alcune schede non sono più presenti :-)

Elenchi di questo tipo sono molto comuni, ma non ho mai capito a che servano. Quanti di quei libri avete letto? e soprattutto, quanti dei non letti avete intenzione di prendere?

Peripheral Visions and other stories (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
I brevi racconti contenuti nel libro – solo l’ultimo, quello che dà il nome al libro, supera le 50 pagine – hanno tutti qualcosa in comune. Il protagonista è quasi sempre una donna o una ragazza; parlando di miei pregiudizi, spesso mi sono accorto della cosa solo dopo alcune pagine. A volte il racconto è scritto dal punto di vista di un uomo, ma anche in quei casi il protagonista si rapporta sempre in contrasto a una donna. Ma la cosa più importante è che il libro (Nancy Christie, Peripheral Visions and other stories, Unsolicited Press 2020, pag. 169, € 5,19, ISBN 978-1-950730-40-7) mi ha lasciato una profonda tristezza. I racconti terminano “male”; quando non è così c’è comunque un omicidio figlio degli abusi passati. Christie costruisce molto bene la trama, ed è per questo che il mio voto è alto; ma non posso dire che il libro mi sia davvero piaciuto.