Carne e dintorni (ristorante)

Sfruttando lo sbolognamento dei gemelli dai nonni, martedì sera Anna e io siamo andati a cena da Carne e Dintorni. Non c’era troppa gente, non so se perché siamo in agosto o per la paura Covid; peccato per la musica (tango) troppo alta, perché altrimenti sarebbe stato molto tranquillo.

Abbiamo preso un filetto argentino ai funghi (buono, ma non eccezionale) e un asado (venuto davvero bene), con verdure grigliate (il giusto); il tutto con una bottiglia di Vertigo Livio Felluga che meritava, basti vedere che ne ho bevuto mezza bottiglia (tanto siamo tornati a casa a piedi). Il conto non è certo economico, 94 euro in due, ma quello era da aspettarselo. In definitiva, se siete dei carnivori il posto può meritare una visita.

I guai del machine learning

Leggendo questo articolo di Riccardo Luna, a parte il titolo fuorviante (intelligenza artificiale e machine learning per me sono due cose diverse, e giustamente nel corpo dell’articolo si specifica che stiamo parlando della seconda) mi è venuto in mente che in effetti questo caso mostra assai bene quali sono i problemi con i famigerati “algoritmi”.

Il progetto di Daniel Voshart parte da un software che prende come partenza le statue o le immagini sulle monete raffiguranti gli imperatori e aggiunge man mano le loro descrizioni come riportate nelle varie fonti. Non sempre le fonti concordano; quindi il lavoro della rete generativa avversaria consiste nel trovare esempi fittizi che vengano scambiati per veri, costruendo man mano la struttura della testa. Solo che a quanto pare tra i dati usati c’era un testo quasi certamente spurio, che indicava molti imperatori come biondi. Qualcuno ce ne sarà sicuramente stato, soprattutto negli ultimi secoli; ma gli italici sicuramente non lo erano e nei primi secoli è più facile che gli imperatori non italici arrivassero dal Nordafrica e quindi fossero belli scuri. Si è così avuto il famigerato problema GIGO, “garbage in, garbage out”: se tu addestri qualcuno, uomo o macchina che sia, dicendogli che 2+2=5 non puoi pretendere che poi ti dica che 2+2=4.

Il punto è, come termina Luna, che l’algoritmo può incorporare i nostri bias; ma dobbiamo anche stare attenti ai dati che gli diamo, soprattutto se non ce ne sono molti a disposizione e quindi l’algoritmo dovrà basarsi molto di più sul poco che ha. Se ci fossero mille esempi di 2+2=4 e uno solo di 2+2=5, un algoritmo ben fatto probabilmente sarebbe abbastanza certo che due e due fa quattro; ma con un esempio contro uno può succedere di tutto. Ricordatevelo quando gridate contro l’algoritmo cattivo.

Statistiche del sito per luglio 2020

Se giugno reggeva almeno per pageview, luglio è proprio un mortorio. 17632 visitatori unici per 36044 visite, le pagine accedute sono state 91510 e gli accessi 239730. In qualche weekend sono persino sceso sotto le 1000 visite giornaliere. (Per la cronaca, i bot e worm non sono calcolati in questi dati). Anche la Top 5 ne risente:

  1. Eupnoico: 2074 visite
  2. Le dimenticanze del vaticanista di Repubblica: 747 visite
  3. Centro Operativo Postale: 413 visite
  4. La fatica della schwa: 360 visite
  5. Casi Covid: perché non si usano le medie mobili?: 311 visite

La cosa buffa è che un mio vecchio testo postato a inizio mese sugli archivi ma retrodatato al 2013, quando era stato scritto originariamente, ha avuto 2840 visite. Gli evergreen sopra i 500 accessi sono romanaccio (731) e barzellette (545). Le genti vogliono divertirsi.

Distanziamento sui mezzi pubblici

La telenovela del distanziamento sui mezzi pubblici continua. Quando Italo e Trenitalia hanno contemporaneamente deciso di seguire la direttiva di metà luglio e permettere di nuovo l’uso di tutti i posti a sedere e parte di quelli in piedi nei treni ad alta velocità, il trambusto è stato tale che il ministro Speranza ha subito emanato una nuova circolare (di sabato!) per bloccare il tutto, costringendo NTV a cancellare alcuni treni. Perché, vi chiederete? Da quanto ho capito, perché erano stati già riempiti oltre il 50% e quindi era più semplice cancellarli e al limite riprogrammarne degli altri.

Ma questo vale solo per l’alta velocità, visto che per il traffico locale le regioni se ne fregano. La Lombardia ha la faccia tosta di affermare che

“Le decisioni assunte ieri dalla Regione […] puntano a un allineamento con quanto già posto in essere da tempo, in materia di trasporto pubblico locale, da Regioni confinanti con la Lombardia”

o detto in altri termini “Signora maestra! Io ho fatto come il mio amichetto!”. Il Piemonte preferisce ammettere che non ce la fa; altri – come ATM a Milano – fanno la mossa dell’opossum, lasciando gli adesivi sui posti ma mi sa facendo finta di nulla se vengono occupati.

Mi chiedo solo se c’è qualcuno che ha davvero un’idea di cosa si possa o non si possa fare con sicurezza non dico assoluta ma abbastanza alta, oppure ci si limita a fare affermazioni politiche. D’altra parte c’è anche la storia dei verbali del comitato tecnico-scientifico sulla pandemia secretati. La mia sensazione è che non si voglia avere un caso l’Aquila alla rovescia, e qualcuno sia pronto ad accusare esperti e governo di avere esagerato con la prudenza; ma sono convinto che sarebbe meglio trovare un altro sistema per tutelare chi ha espresso le sue considerazioni che poi sono arrivate al governo.

ma anche no


Anche se (cito dalle note in corpo 5 della mail)

«Le Parole di Papa Francesco è un regalo del Servizio per la Promozione del Sostegno Economico alla Chiesa, il cui impegno, tra gli altri, è promuovere la raccolta delle Offerte per il sostentamento dei sacerdoti diocesani. Questo regalo non comporta nessun impegno ne obbligo futuro: l’indirizzo che ci darai verrà utilizzato esclusivamente per inviarti il volume in regalo oltre a informazioni sulla raccolta delle Offerte per i sacerdoti.»

non credo che il Sommo Pontefice apprezzi così tanto che una mail sia spedita a nome suo. Vediamo se DADOPAY srl mi dice da dove ha preso i dati.

una telefonata allungherebbe la vita

Fino a ieri ero in montagna da mia mamma. Sabato pomeriggio è arrivato un bel lungo temporale, e a un certo punto è saltata la corrente. Poiché l’evento non è così inusuale, mia mamma ha un gruppo elettrogeno che è regolarmente partito, quindi non c’erano grossi problemi. Alle 19:30 arriva una telefonata. È un messaggio registrato del vicesindaco, che dice che l’Enel ha comunicato che in alcune frazioni non c’era corrente ma assicurava che per le 21 al massimo sarebbe tornato tutto a posto. Per la cronaca, la corrente è tornata alle 20:30.

Tutto bellissimo. Ma da decenni, da quando insomma non c’è più il telefono “bigrigio” con cornetta, filo e presa tripolare, i telefoni non prendono elettricità dalla rete telefonica ma da quella elettrica. In pratica quindi chi era senza luce non avrebbe nemmeno potuto ricevere la telefonata. Utile, no?

Pensare l’infosfera (ebook)

Come sapete, Luciano Floridi ormai scrive direttamente in inglese, tradotto da Massimo Durante che ormai lo conosce abbastanza bene da riuscire a orizzontarsi tra secche e rapide della filosofia contemporanea. Questo libro (Luciano Floridi, Pensare l’infosfera : La filosofia come design concettuale [The Logic of Information], Raffaello Cortina 2020, pag. 152, € 10,99 (cartaceo: € 16), ISBN 978-88-6030-608-1, trad. Massimo Durante) è in realtà solo la metà del volume inglese corrispondente, “The Logic of Information”; manca la parte in cui la metateoria della filosofia dell’informazione viene applicata. Devo dire che introduzione e primo capitolo, in cui Floridi spiega cosa fa la filosofia, scorrono bene. Per i curiosi, la filosofia si pone “domande aperte”, quelle cioè alle quali due persone colte e intelligenti possono dare risposte differenti (sì, mi pare un modo molto furbo di eludere il problema). E naturalmente le domande aperte di questo inizio del terzo millennio non sono più quelle di una volta, e quindi bisogna “riavviare” la filosofia: secondo Floridi è la teoria dell’informazione la base da cui partire. Sono anche arrivato a comprendere la necessità di stabilire il livello di astrazione (LdA) per dare le risposte più adatte a una domanda. Ma dopo di quello mi sono perso del tutto: per esempio la differenza tra la filosofia costruzionista propugnata da Floridi e il costruttivismo mi resta ignota. L’ultimo capitolo è dedicato a incensare Alan Turing come capostipite della “quarta rivoluzione” (dopo Copernico, Darwin e Freud); non che Turing abbia fatto filosofia, ma del resto Floridi non apprezza Freud se non come archetipo per la terza rivoluzione; almeno con Turing c’è un apprezzamento di base. In definitiva resta il mio solito problema dell’incapacità di comprendere la filosofia…