Grandi offerte esclusive aziendali

La mia azienda mi permette di accedere a “convenienti offerte aziendali”. Visto che vorrei comprarmi un nuovo pc, ho provato a dare un’occhiata. C’era un PC Lenovo (ideapad L340 15, per i curiosi) con prezzo di listino 1099 euro e “prezzo esclusivo” € 989,10; mi si diceva di affrettarmi, perché ne erano rimasti solo due (in pronta consegna, probabilmente perché già assemblati).

Sul sito Lenovo, lo stesso PC (sempre con due esemplari rimasti…), acquistato con il coupon MAY5 indicato nella pagina stessa, costava € 967,12. Forse c’è qualcosa che non funziona nelle “offerte esclusive”.

Giovedì sarò in diretta Facebook su Rai Radio 2

Vi ricordate che avevo scritto di un mio prossimo eventino? Perfetto. Giovedì 7 maggio, dalle 16:30 alle 17, sarò intervistato da Marco Ardemagni (Caterpillar AM) in diretta Facebook sulla pagina di Rai Radio 2. Tema: rispondere in modo definitivo (o quasi!) a tutte le domande che “l’uomo della strada” si pone sul funzionamento di Wikipedia. Chi la scrive? Chi controlla i contenuti? Wikipedia non sbaglia mai? E poi non lo so, perché mica mi dicono le domande in anticipo :-) e comunque risponderò anche alle domande inviate in chat dal folto pubblico. Nella videocall di preparazione della scorsa settimana, a un certo punto non so perché siamo entrati in modalità calcistica, e quindi mi è uscita una frase boskoviana come “enciclopedico è quello che wikipediani chiamano enciclopedico”: ma sono convinto potrò fare di meglio. Sono anche convinto che qualcuno degli odiatori di Wikipedia e di Wikimedia Italia scriverà le sue domande: risponderò anche a quelle.

Avrete insomma una rara possibilità di vedere un pezzo della mia postazione di lavoro, sperando di ricordarmi di spostare il pc altrimenti ci sarebbe la porta del bagno :-); la trasmissione poi dovrebbe finire sul canale YouTube di Rai Play, così da poterla vedere anche in seguito. Grazie naturalmente al Bravo Presentatore Marco Ardemagni, e grazie alle Francesche (Lissoni e Ussani) dello staff di Wikimedia Italia che hanno permesso la trasmissione.

Le “nuove ciclabili” milanesi

Il post Facebook di Pierfrancesco Maran, che mostrava le nuove piste ciclabili disegnate in corso Venezia, ha suscitato le rabbiose e prevedibili reazioni di chi non può fare a meno di andare in automobile e le rabbiose e prevedibili controreazioni dei ciclisti duri e puri. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole, se non che con tutto il tempo che si ha a disposizione restando chiusi in casa la gente riesce a fare flame molto più ampi di prima.

Personalmente il piano milanese, anche leggendo gli articoli di giornale, mi pare fatto un po’ troppo a caso, e scegliendo i punti in cui lavorare più in fretta, nonostante i vari proclami. Per quanto riguarda corso Venezia, però, diciamocelo: checché ne dicano, quello non è un asse di scorrimento. Dovrebbe servire solo per arrivare in centro per chi lavora e ha un parcheggio interno e per il carico e scarico: se rimane a una corsia per senso di marcia con sosta solo per carico e scarico non dovrebbe cambiare nulla. Anche corso Buenos Aires, dove tanto sono sempre tutti in doppia fila, potrebbe tranquillamente vedere ridotta la portata automobilistica, con la sosta regolamentata in modo diverso. Il problema che vedo è sempre il solito: quelle piste ciclabili diventeranno illico et immediate piste scooterabili. Se gli scooter in questione andassero a 20 all’ora come le biciclette non ci sarebbero grandi problemi, ma non sarà certo così. E io gli scooter li conosco bene. Quando lavoravo a Turro, spesso trovavo via Popoli Uniti bloccata dalle auto, e quindi scendevo dalla bici e mi facevo a piedi i centocinquanta metri fino al semaforo. Mi è capitato spesso di trovarmi moto che si stavano facendo il marciapiede (e che quindi dovevano tornarsene indietro..). Figuriamoci su un pezzo di carreggiata.

L’idea di fare dei rarissimi controviali milanesi delle zone 30 (meglio ancora 20…) per renderli principalmente usati dalle biciclette, con le auto che passano solo per parcheggiare, mi pare invece buona: non toglie parcheggi, non riduce la viabilità e rende più tranquilla la vita dei ciclisti. Quello che non vedo molto bene – e non sono il solo – è l’asse di viale Monza. Io l’ho fatto più volte in bici, quando mi capitava di andare dal dentista a Monza e non avevo voglia di caricare la bici sul treno. Volenti o nolento, quello è un asse di scorrimento; e mettere i paletti in mezzo alla carreggiata per delimitare la pista ciclabile renderà la vita impossibile a ciclisti e automobilisti (agli scooter no, tanto per cambiare). Anche in questo caso, il vero problema è il parcheggio selvaggio: le due corsie teoriche ora funzionano più o meno a slalom, e in futuro in pratica non ci saranno. Lo stesso problema si avrebbe se si pensasse di fare piste ciclabili sulle circonvallazioni: si vede bene cosa succede su viale Marche, tra auto parcheggiate e onnipresenti motorini, e comuqnue quelli devono essere assi di scorrimento serio. Insomma, va bene l’emergenza, ma bisogna pensare bene a cosa fare.

Quizzino della domenica: testa o croce

Ciao lettore! Visto che non abbiamo molto da fare, ti propongo un gioco. Ciascuno di noi prende dieci monete e le mette in una pila scegliendo come vuole la faccia in alto di ciascuna moneta e coprendo con un cartoncino la moneta in alto in modo che non si veda che faccia mostra. Si toglie il cartoncino e si guardano le monete in cima.

  • Se entrambe mostrano testa, tu vinci 9 euro.
  • Se entrambe mostrano croce, tu vinci 1 euro.
  • Se mostrano facce diverse, io vinco 5 euro.

Togliamo poi la prima moneta e facciamo lo stesso con le altre, una per volta, finché la pila termina. Vuoi fare una partita con me?
una pila di monete

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p445.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Futility Closet; immagine da FreeSVG.org.)

Che cosa sono gli algoritmi (ebook)

Se siete tra coloro che non hanno ancora capito come mai tutti parlino di algoritmi senza spiegare cosa sono, probabilmente questo libro (Ennio Peres, Che cosa sono gli algoritmi, Salani 2020, pag. 344, € 8,99, ISBN 9788831005609) fa per voi. Ennio Peres comincia col raccontare rapidamente la storia degli algoritmi, ma poi fa anche una rapida carrellata dell’informatica, spiegando quali sono i suoi costituenti fondamentali – che di per sé non sono così difficili, anche se un po’ diversi da quello che facciamo tutti i giorni. Una presentazione a 360 gradi, insomma!

Radio Rai mi ha cancellato :-)

Antefatto: ieri intorno a mezzogiorno mi arriva una telefonata da un numero sconosciuto. Era Radio Rai (che chiama sempre da numeri sconosciuti) che mi chiede se alle 17 vorrei raccontare a Radio 3 della quarantena di scrittura su Wikipedia durante la trasmissione Fahrenheit. Ho già parlato a Fahrenheit di cose wikipediane, e non essendoci su Wikipedia una redazione hanno probabilmente cercato me. Nessun problema, rispondo, e aspetto il pomeriggio. Qualche minuto prima delle 17 mi chiamano, e parlo con Loredana Lipperini per quasi dieci minuti – per chi conosce i tempi della radio, un tempo enorme. A parte un’impappinatura che mi fa temere per un Alzheimer precoce, nulla di particolare.

La sera vado a cercare il podcast, e non lo trovo sulla pagina della trasmissione:il link della colonna principale termina alle 16:35 e quelli sulla colonna di sinistra sono altre cose. Vado alla pagina del palinsesto, e scopro che alle 17 c’è un’altra trasmissione, Ad alta voce, dove viene letto un libro. Che è successo? Lipperini stessa su Facebook segnala la maratona di scrittura! La mia ipotesi è che i due segmenti precedente e seguente, la poesia e l’audiolibro, siano trasmissioni registrate che sono sempre trasmesse a quell’ora, mentre ieri per una ragione o per l’altra Lipperini o qualcun altro abbia scelto di modificare leggermente il palinsesto, senza avvisare che ci sarebbe stato un quarto segmento della trasmissione. Vabbè, non morirà nessuno.

P.S.: per i miei fans, preannuncio che giovedì prossimo dovrebbe esserci un evento… vabbè, un eventino.

governo e opposizione

Il mio giudizio su come il governo – e in primis “Giuseppi” Conte – sta gestendo la cosiddetta “fase 2” è negativo. Non tanto sulle misure di sostegno a chi non sta lavorando, sulle quali non ho sicuramente competenze, quanto sul balletto di aperture – non aperture – autodichiarazioni. Sono convinto che questa confusione peggiori solo le cose, e ho il sospetto che in molti abbiano già deciso che ne hanno a basta ed escono tranquillamente. Probabilmente poi c’è alla base un concetto sbagliato, quello di decidere che tutta l’Italia deve stare allo stesso livello di restrizioni alte salvo restringere ancora di più da parte degli enti locali. Onestamente la situazione in Lombardia è ben diversa che in Calabria, ma quello che è successo in pratica è che la governatrice Santelli ha deciso di fregarsene delle norme e rilassarle (cosa che poteva anche avere senso, se non fosse che è vietato) mentre i sindaci locali hanno subito fatto contrordinanze e il caos regna sovrano.

Ma non è che l’opposizione sia messa meglio, leggendo l’intervista al senatore leghista Centinaio che rivendica la grande idea di occupare di notte – ben distanziati, mi raccomando – il parlamento, manco fossero liceali in autogestione. Io mi sarei aspettato un cronoprogramma di opposizione, non i soliti slogan triti e ritriti. Capisco però che (a) ci vuole qualcuno che scriva questo benedetto cronoprogramma, (b) ci vuole qualcuno che se ne prenda la responsabilità politica e (c) si corre il rischio che qualcuno mostri come le misure proposte funzionino ancor peggio: in fin dei conti abbiamo tutti sott’occhio i risultati ottenuti da Fontana qui in Lombardia. Ma tanto ciò che conta è avere un po’ di spazio sui giornali, mica risolvere i problemi!

Siete pronti all’implementazione italiana della direttiva copyright?

Ve la ricordate la direttiva europea sul copyright, vero? E vi ricordate che entro due anni, cioè per l’aprile 2021, dovrà essere recepita anche dal governo italiano, vero? Bene. A quanto si legge su Robinson, il governo italiano nei ritagli di tempo che gli rimangono mentre studia l’implementazione delle fasi 2, 1 e mezzo, quasi 2, eccetera si sta preparando: entro l’anno avremo la legge.

Ho scritto “governo” e non “parlamento” perché a essere intervistato è il sottosegretario con delega all’editoria Andrea Martella, e soprattutto perché «la nuova legge sullo sfruttamento del copyright da parte dei colossi di Internet» (sfruttamento di copyright? che senso ha questa frase? Beh, io ve l’avevo detto due anni fa che la direttiva non serviva a far rispettare il copyright ma ad aggiungere nuovi balzelli) ma soprattutto perché si parla di una «legge di delegazione»: vale a dire, nella legge il parlamento dà mandato al governo di scrivere il testo vero e proprio. Ieri a quanto pare c’è già stata una videoaudizione messa su in tutta fretta: purtroppo noi di Wikimedia Italia non siamo ancora riusciti ad accreditarci come rappresentanti della società civile. Martella dice che l’Italia vuole fare come la Francia, anche se lì le cose non stanno proprio andando come previsto, e si specifica che si parlerà di «Pirateria e sostegno pubblico all’editoria» il che mi suona piuttosto strano, visto che i soldi, almeno secondo le idee del governo, arriverebbero dai GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft).

Repubblica, già che c’era, ha ricicciato sotto il capoverso LA LUNGA LOTTA DEGLI EDITORI (che non è attribuibile a Martella, ripeto per chi non è stato attento) che «Non rientrano nella direttiva le biblioteche online, Wikipedia, meme, gif, parodie, citazioni, critiche, pastiche, recensioni, cloud e software in open source.», il che non è propriamente vero, almeno a priori… ed è per questo che noi vaso di coccio vogliamo comunque portare le nostre richieste sul testo della legge, richieste che non sono le stesse dei giganti del web e tra l’altro in molti casi non hanno a che fare con gli editori. Però si sa, repetita iuvant. Magari qualcuno alla lunga si convince.

La cosa più buffa di tutto questo è che noi abbiamo molti punti di contatto con i giornalisti! Sempre a proposito delle direttive europee, in questo periodo si sta approntando il regolamento TERREG sul contrasto dei contenuti terroristici. Il problema è che come al solito il regolamento ha tante buone intenzioni ma è stato scritto male; in Germania hanno così scritto una lettera aperta al governo, segnalando i vari problemi. Bene: questa lettera aperta è stata scritta congiuntamente da Wikimedia Germania, dall’equivalente tedesco della FNSI e da quello del sindacato dei giornalisti. Chissà se prima o poi riusciremo anche noi ad avere queste sinergie!