È il momento giusto per la webtax!

Premessa: ci possono essere tantissimi motivi, legali oppure pratici, per cui la mia proposta sia insensata. Non mi offendo se me li spiegate nei commenti.

In queste settimane molti negozi fisici sono chiusi per semilockdown. In altri i reparti non alimentari sono transennati per non far comprare: sabato scorso, mentre ero all’Esselunga, ho scoperto per esempio che non si potevano comprare gli aghi da cucito. Poi sono abbastanza convinto che se proprio li avessi voluti e fossi passato a una cassa automatica me li avrebbe passati, ma il principio è chiaro. Meno chiaro il principio per cui io non possa comprare le candele per l’avvento in un negozio, ma possa comprarle online da Amazon. (Ah, non c’entra nulla, ma ho scoperto che esistono persino le candele per l’avvento “tre viola, una rosa”, e non tutte rosse come quelle usuali. Credo che siano ben pochi anche i cattolici che sappiano il motivo della candela rosa).

Da qui nasce la mia idea meravigliosa. Se i negozi fisici non possono tenere aperto e quelli (grandi) online hanno fatto un boom, perché non sfruttare l’occasione per implementare finalmente una web tax? Sì, mi è chiaro che colpirebbe anche il negozietto che ha messo su il suo sito (o si è appoggiato al marketplace Amazon). Ma non dovrebbe essere una cosa impossibile da gestire, e si può anche immaginare un’esenzione sotto un certo fatturato annuo. O no?

e invece no!

La settimana scorsa scrivevo che gli ambrosiani erano in ritardo con il nuovo messale, e quindi non ci sarebbe stata la Piccola Rivoluzione delle preghiere. E invece no! Non avevo cercato abbastanza bene, perché altrimenti avrei scoperto che in attesa del messale completo l’arcivescovo Delpini ha approvato la parte relativa alla liturgia, che a questo punto se non ho capito male diventerà obbligatoria subito e non a Pasqua come è permesso nel rito romano.

Ma la cosa più spiazzante è che il “subito” sarà domenica prossima, cioè la terza domenica d’avvento (ambrosiano, cioè la prima domenica d’avvento per il resto del mondo cattolico). In pratica, si sono appiattiti alle posizioni romane e non hanno cominciato nel momento più logico liturgicamente. Cose da non credere!

(ah, ovviamente Camillo Langone si lamenta al solito. Mi chiedo solo se il titolo dell’articolo sia suo oppure no)

Quizzino della domenica: Tirare dritto

Alcune lettere maiuscole, come A, possono essere scritte usando unicamente segmenti; altre, come B, richiedono necessariamente anche tratti curvi. Qual è il numero più grande che può essere scritto in lettere usando solo segmenti?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p484.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da un post di Michael Lugo.)


Intelligenza artificiale (ebook)

È abbastanza interessante notare come in questo libro (Stefano Quintarelli et al, Intelligenza artificiale : Cos’è davvero, come funziona, che effetti avrà, Bollati Boringhieri 2020, pag. 153, € 9,99 (cartaceo € 16), ISBN 9788833935584) ci siano un nome noto, quello appunto di Quintarelli; un nome immagino noto nel mondo dei media, quello di Claudia Giulia Ferrauto che ha anche fatto la redazione del libro, e quattro giovani ricercatori: Francesco Corea, Fabio Fossa, Andrea Loreggia, Salvatore Sapienza che mi sa abbiano fatto la maggior parte del lavoro sporco. Ancora più interessante la scelta di non specificare chi ha scritto cosa… Dal mio punto di vista di anzyano che pur non avendo avuto a che fare con l’AI se l’è trovata spesso vicina il testo è troppo leggero. Per dire, il capitolo 2 è giusto un excursus storico, il 3 sui grandi temi è comunque a livello (di temi etici) estremamente alto. Anche quando nel seguito si parla di interazioni uomo-macchina ed etica, si rimane a livello molto più superficiale di quanto per esempio si può trovare in Superintelligenza di Nick Bostrom. L’unica parte che ho trovato davvero nuova è la trattazione di tipo economico, dove si mostra come il “commesso intercambiabile” dei negozi odierni ha il vantaggio per le aziende di costare di meno e quindi trasferire valore dalla persona al mercato. In definitiva, se non sapete nulla di intelligenza artificiale al di fuori dei titoloni apocalittici il libro vi sarà utile; se però avete già una qualche conoscenza potete farne a meno.

alla faccia della gradualità


Ieri sera (19 novembre, ore 21:45) mi è arrivata una mail dal comune di Milano con titolo “Cancellazione utenze obsolete al sito del Comune di Milano” e testo mostrato qui sopra.

Tutto vero: uso SPID per autenticarmi al sito del comune, e non è che mi serva l’account locale – che poi, visto che lo usavo sì e no una volta l’anno, aveva sempre la password scaduta. Però quattro giorni (scarsi) di preavviso mi sembrano ben poco graduali…

Natale con i tuoi

Tutte queste storie sul Natale intimo e balle varie mi hanno sinceramente stufato. Mi è perfettamente chiaro che ci sono comparti che letteralmente vivono sugli acquisti natalizi. Ma mi è anche perfettamente chiaro che in una nazione che non ha ancora capito che la mascherina si indossa sulla bocca e sul naso – e non sto parlando dei negazionisti: quelli la mascherina non la mettono e basta – gli appelli del tipo “state buoni se potete” non servono assolutamente a nulla. Chi accoglierà l’appello sarebbe stato attento in ogni caso anche senza questi appelli da buon padre di famiglia, e gli altri se ne strafregheranno esattamente come al solito.

È possibile che non possiamo avere una comunicazione istituzionale onesta?

Gianni Stano

Il Covid si è preso anche il mio ex collega Gianni Stano.

Dovete sapere che quando nel 1986 sono entrato in Cselt, prima come stagista e poi come ricercatore, il centro ricerche dell’allora SIP stava appena cominciando ad assumere solo laureati. Negli anni passati c’era stato soprattutto bisogno di tecnici e periti, anche perché il nostro era un microcosmo: per dire, c’era la camera pulita per costruire i chip, ma anche un’officina meccanica e una stamperia… Gianni – anzi “capo Stano”, come lo chiamavo sempre – era uno di questi, e nella sua vita aveva fatto di tutto. Sono andato con lui in giro per mezza Italia a registrare voci di persone diverse per addestrare i riconoscitori vocali di allora, e nelle pause mi aveva raccontato mille storie. Era stato collaboratore di una delle “radio pirate” prima della liberalizzazione (si chiamava Radio Torino Nordovest per confondere le acque, visto che trasmetteva dal nordest della città…); se in un bar trovava il gestore che si lamentava che nessuno venisse a riparare il telefono, si presentava come dipendente SIP, chiedeva con tutta serietà i dati… e poi ritornava qualche giorno dopo per prendersi il merito dell’intervento che era solo leggermente in ritardo; era stato convocato dall’allora direttore dello Cselt perché gli installasse un’antenna a casa sua, ed era molto arrabbiato perché lui gli aveva promesso una gratifica mai arrivata; del resto fu lui a portarmi in cima alla torre dello Cselt, cosa che sarebbe stata vietata a chi non era del gruppo di radio. Ma a parte tutto questo era anche un bravissimo pizzaiolo: siamo stati più volte a casa sua a San Raffaele Cimena a mangiare, bere e cantare…

Negli ultimi anni aveva dovuto sottoporsi spesso ad angioplastiche, ma non mi aspettavo proprio che non avrei più potuto fare la scappata a casa sua che ormai rimandavo da troppo tempo.

Burocrazia in tempi di Covid

Cecilia sta facendo DAD dall’inizio della settimana scorsa, dato che una sua compagna è risultata asintomatica. I protocolli attuali dicono che si può rientrare a scuola se dopo 10 giorni c’è un tampone negativo, oppure se si è rimasti asintomatici per 14 giorni. Il primo caso è in pratica infattibile, e comunque i risultati arrivano dopo vari giorni; visto che tanto la ragazzina stava bene abbiamo scelto di aspettare i 14 giorni, limitandoci a un tampone rapido fatto privatamente. (Lo so, il tampone rapido non è così preciso. Ma in questi casi io sono un bayesiano)

Domani dunque Cecilia potrà tornare a scuola. Per farlo occorre un’autocertificazione: e fin qua nulla di strano. L’autocertificazione deve essere inviata alla scuola: di nuovo, nulla di strano. Ho mandato una PEC per semplicità. Ma l’autocertificazione deve essere anche inserita nel registro elettronico. E qua ho finalmente scoperto come si fa. La cosa è estremamente logica e intuitiva: bisogna entrare nella sezione “aule virtuali” nella quale c’è un’aula “giustificazioni”; da lì si invia il documento ai docenti. Notate che nel menu c’è una sezione “assenze” che però non ha nulla a che fare, tanto che quando ho tenuto Jacopo un giorno a casa non sono assolutamente riuscito a capire cosa fare e ho scritto la giustificazione sul diario cartaceo. Ah: naturalmente le spiegazioni di come fare sono state postate nella chat di classe con un comodo video da un minuto e mezzo.

Finita qui? No. Occorre anche portare il modulo in formato cartaceo. Utilissimo.

Aggiornamento: alle 17:30 è arrivata comunicazione che domani i ragazzi saranno ancora a casa :-(