Occhei, il governo non li fa più giornalieri ma settimanali, perché – almeno secondo il Post – “considera la pandemia ormai finita e quindi ritiene che i giornali non debbano più pubblicare l’aggiornamento quotidiano dei numeri relativi al Covid, soprattutto il conto dei contagiati.” Però mette i dati giornalieri.
A differenza degli amici del Post, però, non mi pare affatto “strana e difficile da spiegare” la scelta di pubblicare nell’appuntamento settimanale i dati quotidiani. Per due anni e mezzo, assieme a un piccolo manipolo di divulgatori, ho detto che confrontare i dati giornalieri non aveva senso, perché quelli della domenica e soprattutto del lunedì erano falsati dal weekend. E in effetti le infografiche più serie usavano la media mobile a sette giorni proprio per compensare queste differenze strutturali. Avere tutti i dati giornalieri, anche se con un ritardo fino a sei giorni, è comunque sufficiente per fare delle analisi strutturate. Ricordate che un’ondata ha un andamento inizialmente esponenziale, e occorre un certo numero di valori per capire se c’è davvero una crescita che può essere esponenziale: una settimana di ritardo non è la fine del mondo, senza contare che visto che è il ministero che dovrebbe prendere provvedimenti e loro i dati ce li hanno tutti i giorni possono tranquillamente fare qualcosa per conto loro, senza aspettare i data analyst da tastiera come me. Sarebbe stato molto peggio se il overno avesse scelto di pubblicare solo report settimanali!
(Ah: in effetti, guardando l’URL, devono avere avuto dei ripensamenti anche al Post. Il titolo originale parlava infatti di “pasticcio”, non di “contraddizione”…)


La grafica di questo libro è piuttosto peculiare. Anche il formato, a dire il vero, visto che ha gli angoli delle pagine smussati come un quaderno. E in effetti alla fine di ogni capitolo ci sono un paio di pagine per prendere appunti, quindi parlare di quaderno non è così lontano dal vero. Ma a parte queste considerazioni per così dire estetiche direi che il testo è davvero adatto per chi è sempre stato intimidito da grafici e statistiche che si trovano sui media; Columbro, con uno sguardo ad alto livello ma comunque utile e corretto, spiega “il dato” e tutte le sue incarnazioni, dalle tabelle ai grafici alla nostra impronta digitale. Forse ancora un po’ complicato per le scuole medie, già al biennio delle superiori è un ottimo punto di partenza: ma anche gli adulti non ferrati in questo campo lo apprezzeranno, proprio perché non tecnico ma esplicativo.
