Pazienti fragili e ricette

Vista la mia cardiopatia, ho avuto un’esenzione dal Servizio Sanitario Nazionale. Non ho nessuna idea di cosa comporti in pratica l’esenzione, né ho interesse a cercarla. Però posso dirvi che per quanto riguarda le medicine che devo assumere tutti i giorni la ricetta può portare fino a tre confezioni anziché due, e pago un euro a confezione anziché due.

Poi continuo a pensare che per questi medicinali “cronici” sarebbe molto più semplice verificare il numero di pastiglie per confezione e fare inviare automaticamente dal SSN una nuova ricetta quando le pastiglie in questione stanno per terminare. Ora il medico di base perde una quantità enorme di tempo a fare il burocrate…

8 pensieri su “Pazienti fragili e ricette

    1. .mau. Autore articolo

      abbiamo un nuovo ministro della sanità, mi sa che dovremmo scrivere a lui…

  1. Bubbo Bubboni

    Eh, già! Un automatismo anziché il rapporto di fiducia tra il medico-firmaricette e il paziente!
    Mi chiedo se l’AI-medico si organizzerà per automatizzare i task no-brain, oppure se ci sarà l’AI-ricette che ogni tanto si impunta e non firma e l’AI-visita che in pochi millisecondi determina che è tutto stress.

  2. Bubbo Bubboni

    Dimenticavo che ci sono anche casi come quello della “Determina n. 757/2022. (22A06062) (GU Serie Generale n.249 del 24-10-2022)” per cui la ricetta non può essere rinnovata in automatico al nobile scopo di ridurre la spesa sanitaria, salvo presentazione del “piano terapeutico” ottenuto in tempi brevissimi da un sistema che non ha nessuna voglia di predisporlo.
    Da vedere se, in casi di criminalità burocratica, l’AI si ribellerà o se stringerà ancora di più il cappio.

    1. .mau. Autore articolo

      in realtà il piano terapeutico (almeno per il Lixiana) ce l’ho anche…

  3. Bubbo Bubboni

    E per un po’ hai vinto il diritto di averlo in modalità AI-brainless!
    Ma il ministero ha una fiducia incrollabile nella tua guarigione definitiva, ti vogliono troppo bene!

  4. Silvia

    Per mia fortuna non ho (ancora) patologie ufficialmente riconosciute per le quali devo assumere farmaci (gli antistaminici contro l’orticaria e le varie allergie non rientrano nella fattispecie e la tiroide, nonostante gli anticorpi, per ora funziona ancora) ma ho iniziato ad addentrarmi in questo mondo bizantino per mia mamma a Bz e mia suocera in Veneto.
    Almeno a Bz il medico di mia mamma ha una segretaria, presente in pratica tutti i giorni a tempo pieno (è condivisa fra più medici di base) che svolge queste incombenze amministrative. Teutonicamente verifica piani terapeutici, ricette emesse, numero confezioni/pillole e scadenze: però quest’estate, quando sono dovuta andare a chiedere le ricette per un certo medicinale, si è accorta lei che nel giro di una settimana sarebbe stata necessaria la ricetta per un altro medicinale per un’altra patologia e quindi mi ha fatto anche quella!

  5. mestessoit

    A Taiwan, dove vive un mio amico, il medico prescrive una cura farmacologica con un suo dosaggio. Nel caso di compresse (per quelle in gocce ovviamente non si può fare…) la farmacia distribuisce al paziente l’esatto numero di compresse prescritte, non una/più scatole. Questo almeno per i farmaci in una certa classe, cioè non quelli pericolosi (come i sonniferi, od altre classi a rischio). In questo modo non si sprecano le pastiglie in eccesso. Tuttavia ad ogni ciclo bisogna rifare la prescrizione (come qui).

    In teoria tutto questo ha un senso: a fine ciclo un medico dovrebbe darti l’OK al nuovo, non “vado avanti finché campo”. Anche questo non mi sembrerebbe corretto.

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