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matematto non praticante

Best of British Science Fiction 2022 (ebook)


[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]

Quando leggo un’antologia di racconti, sono contento se ne trovo una manciata di buoni. Stavolta sono stato fortunato: qualcuno tra i 24 racconti del libro non mi è piaciuto (e non ho capito il senso di un paio… mi sa che il mio inglese non è poi così buono) ma in generale la qualità è alta. Un rapidissimo commento su ciascuno dei racconti:

◆ Keith Brooke and Eric Brown, Assets: L’avevo già letto in un’altra antologia, e confermo che è davvero bello. 5/5
◆ Tim Major, The Marshalls of Mars: non ci ho capito un tubo. N/A
◆ Fiona Moore, The Memory Spider: “La danza continua”. Molto delicato. 5/5
◆ Lavie Tidharm Junk Hounds: Non va da nessuna parte. 2/5
◆ Neil Williamson, A Moment of Zugzwang: Non credo che uno scacchista lo apprezzi, ma a me è piaciuto. 5/5
◆ Stephen Oram, Long Live the Strawberries of Finsbury Park. Quale sarebbe il punto? 2/5
◆ Ian Whates, The FenZone: ben costruito: solo alla fine ho capito dove volesse andare a parare. 4/5
◆ Val Nolan, Gortcullinane Man: Interessante visione di un mondo post-pandemico. 4/5
◆ Ida Keogh, Wheel of Fortune: Era chiaro cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Liam Hogan, Last Bite at the Klondike: Il finale è inaspettato: ma la prosa è piatta. 3/5
◆ A. J. McIntosh & Andrew J. Wilson, A Quickening Tide: alla fine del racconto mi sono sentito fregato. Così è solo da 3/5
◆ J.K. Fulton, Call of the Void: sarebbe stato meglio senza tutto il gergo tecnico all’inizio. 3/5
◆ Robert Bagnall, Sunrunner: un altro racconto molto delicato. 5/5
◆ E.M. Faulds, The Amelioration of Existence in Spite of Truth and Reconciliation: il punto di vista del protagonista è raccontato in modo fantastico. 5/5
◆ Phillip Irving, Translation: Un altro punto di vista diverso e un’altra fine inaspettata. 5/5
◆ Dafydd McKimm, The Flamingo Maximiser: Non l’ho capito. 2/5
◆ Alice Dryden, For I Shall Consider My Cat J/FRY: Anche se robotico, un gatto è un gatto. 5/5
◆ David Whitmarsh, In The Weave: L’interpretazione dei molti mondi messa in pratica. 5/5
◆ L.N. Hunter, Eternal Soldier: Ho subito capito cosa sarebbe successo, ma il racconto è ben costruito. 5/5
◆ Stewart C Baker, The Spread of Space and Endless Devastation: manca qualcosa. 3/5
◆ Vaughan Stanger, Those We Leave Behind: corto ma bello. 5/5
◆ Matt Thompson, I Know What You Are: idea carina, ma mi ha lasciato freddo. 3/5
◆ Brent Baldwin, Retirement Options for (Too) Successful Space Entrepreneurs: Il titolo è un indizio, ma la storia lascia troppi punti oscuri. 3/5

(Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2022, Newclon Press 2023, pag. 335, € 5,33, ISBN cartaceo 9781914953552)
Voto: 5/5

Giambruneide

Beh, lei lo era già da prima (homepage del Corsera)

Io non so se Ricci abbia fatto tutto da solo, come afferma, oppure no. E oggettivamente la cosa non mi interessa affatto. Mi limito a far notare che una persona di moderata intelligenza, quando diventa inopinatamente il compagno del presidente del consiglio dei ministri, immagina immediatamente che qualunque cosa dirà potrà essere usata contro di lui, e quindi gli conviene evitare certi discorsi. Ma probabilmente Andrea Giambruno è un tipo che parla sempre in quel modo, e non gli è venuto proprio in mente di cambiare.

La cosa preoccupante (per il Paese) è proprio questa: il milieu intorno al governo. Probabilmente Meloni ha studiato da anni, non basta uno spin doctor a quei livelli. Ma tutto il resto di figure e figurette, dai cognati in giù, è miseramente incapace.

Quizzino della domenica: esagoni e decagoni

L’esagono (non regolare) in figura ha una particolarità: è stato diviso in triangoli bianchi e neri, in modo tale che presi due triangoli qualsiasi possono solo darsi i seguenti casi: (a) non hanno nessun punto in comune; (b) hanno in comune un vertice; (c) hanno in comune un lato, e in questo caso hanno colori diversi. Inoltre i sei triangoli che formano la struttura dell’esagono sono tutti bianchi. Dimostrate che non è possibile fare la stessa cosa con un decagono.


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p666.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Viktor Prasolov, da Futility Closet.)

Sergio Staino

La disillusione di Bobo è probabilmente più vicina a me della cattiveria (solo nelle vignette, Altan è una persona timida e dolcissima) di Cipputi. Sergio Staino, morto oggi, non era un mio mito ma una persona con tutti i suoi pregi e difetti che però si ammirava e rispettava. Un solo commento: alcuni anni fa ho scoperto leggendo un’intervista che stava diventando cieco, il che per un vignettista è un dramma. Eppure non inveiva contro il destino cinico e baro ma anzi raccontava di come riuscisse ancora a disegnare, sia pure con ovvie difficoltà.

Foto di Niccolò Caranti, da Wikimedia Commons

Piccola storia della matematica (libro)

Egmont Colerus era uno scrittore che negli ultimi anni della sua vita si è innamorato della matematica e si è messo a scrivere saggi storici sul tema. Questa Piccola storia della matematica, riproposta da Iduna (tanto l’originale è fuori diritti, e chi riesce a trovare gli eredi di Spartaco Casavecchia?) secondo me soffre di un problema di base: vuole parlare di matematica. Provo a spiegarmi: quando si trovano formule matematiche la narrazione diventa immediatamente pesante, mentre nei voli pindarici che Colerus fa per raccontare la vita dei matematici di cui ha scelto di parlare il testo è immediatamente più leggibile e divertente, anche rispetto a E.T. Bell che è il benchmark al riguardo. Ecco: forse alla fine esagera, come quando nell’ultimo capitolo afferma che la matematica prima di Gauss e Galois era “dell’uguaglianza” mentre poi è diventata “della similitudine” (chissà cosa intendeva…), pur di non entrare nei particolari. L’altra cosa interessante del libro è che parla di matematici meno conosciuti da chi non è nel mestiere, come Apollonio, Oresme e Bürgi, oltre ad avere un forte bias verso i matematici di lingua tedesca: per dire, parla di Leibniz saltando Newton… La traduzione (ammesso che non sia di bottega, ma mi è stato detto che negli archivi Einaudi c’è una corrispondenza con Casavecchia) è molto più scorrevole di quanto potessi a priori immaginare per un testo di quasi un secolo fa, a parte i nomi di persona italianizzati (“Isacco Newton”), l’uso affermativo di “affatto”, corretto ma ormai desueto, e soprattutto parlare di teoria degli “aggregati” anziché insiemi. Insomma, se saltate le parti più matematiche potrebbe essere carino da leggere.

(Egmont Colerus, Piccola storia della matematica [Von Pythagoras bis Hilbert], Iduna 2020 [1937, 1939], pag. 348, € 20, ISBN 9788885711563, trad. Spartaco Casavecchia)
Voto: 3/5

La pinacoteca di Berlusconi

Sembra incredibile che in mezzo a due guerre Repubblica trovi il tempo di parlare della collezione di dipinti di Berlusconi, che è attaccata dai tarli. Ma ne parla anche la BBC, quindi dev’essere davvero una cosa importante.
Devo però dire una cosa: ho come il sospetto che Silvio si divertisse più ad acquistare i quadri che a guardarli: croste o non croste erano troppi per poter essere esposti da qualche parte, nonostante tutte le sue ville sparse per l’Italia. E non penso che potesse credere di trovare chissà cosa nelle televendite notturne…

Immagine da OpenClipArt: non penso sia nella collezione Berlusconi.

Koofr

logo koofr Koofr è un’azienda (slovena!) che offre un servizio di cloud. Il piano gratuito dà 10 giga di spazio, non ho idea se con i referral (questo è il mio, nel caso) ti diano altro spazio: sicuramente si possono comprare piani e regalarli a qualcuno (anche sé stessi) ottenendo un bonus. Per i più coraggiosi, si può anche associare il proprio account Google Drive, Dropbox e OneDrive: in questo caso vengono indicizzati i propri file e si possono cercare per titolo. Non che io mi fiderei più di tanto… E naturalmente ci sono le app per Android e iOS.

Guardando TrustPilot bisogna dire che sono sempre pronti a ribattere ai giudizi da una stella: insomma stanno attenti alla reputation. Se avete bisogno di spazio in cloud potete farci una pensata.

Moltiplicare con una parabola

moltiplicatore parabolico, da https://www.futilitycloset.com/2023/10/13/a-parabolic-calculator/

Al Mathematikum, museo interattivo della matematica a Gießen, trovate anche questo moltiplicatore parabolico mostrato in fondo a questo post. Come vedete, un filo è teso per mezzo di due pesi: si mette il filo in modo che passi per due punti della parabola corrispondenti a due valori dell’asse x, e nel punto in cui il filo incrocia l’asse y si può leggere il prodotto dei due numeri. Il bello è che si può anche cambiare la scala relativa dei due assi, come ho fatto io: il sistema funziona lo stesso. Trovate un esempio interattivo qui.

Ma come mai funziona? Bisogna fare un po’ di conti, usando la geometria analitica. Nella figura qui sotto, sia a il punto sul lato sinistro dell’asse x e b quello sul lato destro. Sappiamo allora che la pendenza del segmento obliquo è m = (b² − a²)/(b − (−a)) = ba. L’equazione generica di una retta è yy0 = m(xx0); sostituendo a m il valore appena trovato e a x0 e y0 rispettivamente b e b², otteniamo yb² = (ba)(xb). Infine, visto che ci interessa il punto in cui questa retta incontra l’asse y, sostituiamo a x il valore 0 e ricaviamo y = ab.

Questo moltiplicatore parabolico è un esempio di calcolatore analogico. Prima dell’avvento dei calcolatori digitali, esistevano ingegnosi apparecchi che permettevano di trovare il risultato di operazioni con tecniche di questo tipo. Il regolo calcolatore è l’esempio più noto, ma per operazioni specializzate si potevano costruire calcolatori analogici specializzati. Per la moltiplicazione non ne vale la pena, ma per certi tipi di operazioni, come equazioni differenziali sì. Il guaio è che per ogni tipo di operazione occorre un calcolatore analogico diverso: volete mettere il vantaggio di averne uno digitale che si può programmare?

Aggiornamento (11:00) Roberto Zanasi mi ha detto che per dimostrare che in effetti quel segmento corrisponde al prodotto delle due misure è più semplice usare il teorema di Talete. Nella figura qui a fianco potete vedere che AM/OH = OH/BN, cioè /x = x/ da cui x = ab.