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matematto non praticante

_Serie poco serie_ (ebook)

[copertina] Vi eravate accorti che era qualche mese che non uscivano libri di #40kmate? Spero di sì :-) Questo trimestre di assenza è dovuto principalmente a due motivi: il primo è che non avevamo materiale da pubblicare, il secondo è che la formattazione di questo epub mi ha fatto dannare l’anima. Diciamo che credo di essere arrivato ai limiti pratici di epub2.
Aldo Spinelli è un giocologo oltre che un artista concettuale, e ha pubblicato testi molto peculiari: per darvi un esempio, io ho una copia di un suo libro (fuori commercio) tutto dedicato alla lettera “e”. In questo ebook (che potete come al solito acquistare su Amazon, BookRepublic o altri store) troverete cento successioni numeriche. Ciascuna di esse ha come soluzione un numero da 1 a 100, secondo una logica non sempre così logica. Quel che è peggio è che i sottotitoli di ciascun capitoletto (sì, ogni gioco corrisponde a un capitoletto) dovrebbero essere degli indizi per capire come è costruita la successione; ma anche in questo caso a volte la logica è davvero perversa. Ma non preoccupatevi: in fondo a ogni gioco c’è il link per arrivare al capitoletto con la soluzione, e soprattutto alla fine di ogni soluzione c’è il link per tornare al gioco originale. Questo librino è tutto un link: ho portato il concetto di libro-game alla sua logica conseguenza elettronica.
Un’ultima cosa: il libro ha un bonus, nel senso che la griglia delle soluzioni (e qui ammetto di non aver trovato un modo per farla compilare mentre si legge il libro…) è a sua volta un gioco. In definitiva, questo è un ebook come non ne avete mai visti prima!

Fortuna stultos iuvat

Ieri sono andato a sentire la presentazione di Regine d’ebano, il libro del mio amico Paolo Pobbiati. La presentazione era presso la libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele: così, uscito dall’ufficio, ho pedalato fino in Duomo: sono arrivato qualche minuto prima delle 18, ho legato la bici alla ringhiera di una delle rampe della metropolitana bloccando il casco dentro l’archetto, ho tolto il contachilometri (una volta me ne avevano fregato uno in Centrale…) e sono andato a sentire la presentazione. Verso le 19:15 sono uscito e mi sono avviato verso la bici, che era lì ad aspettarmi… assieme alla mia borsa che mi ero dimenticato attaccata al portapacchi.
Nella borsa non c’era nulla di valore, probabilmente quello che valeva di più era la borsa stessa; è anche vero che era messa tra la bicicletta e il muretto della scala, e quindi non era proprio così visibile: ma sono rimasto comunque sollevato…

FriendFeed chiude

Ieri sera ero lì bello tranquillo a cazzeggiare al pc prima di preparare la cena, quando su Friendfeed leggo questo messaggio:

«Dear FriendFeed community, We wanted to let you know that FriendFeed will be shutting down soon. We’ve been maintaining the service since we joined Facebook five years ago, but the number of people using FriendFeed has been steadily declining and the community is now just a fraction of what it once was. Given this, we’ve decided that it’s time to start winding things down. Beginning today, we will no longer accept new signups. You will be able to view your posts, messages, and photos until April 9th. On April 9th, we’ll be shutting down FriendFeed and it will no longer be available. We want to thank you all for being such a terrific and enthusiastic community. We’re proud of what we built so many years ago, and we recognize that it would have never been possible without your support. – The FriendFeed team»

Ho verificato che l’autore, Benjamin Golum, era effettivamente un ex sviluppatore di FriendFeed che ora è in forze a Facebook, e ho commentato NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Dopo un paio d’ore, man mano che la gente aveva udito la notizia e stava commentando, il sito era definitivamente giù. (Spero stamattina sia tornato su…)

Chi mi conosce lo sa bene: per me Friendfeed era una casa. Certo, come del resto avevo scritto poco tempo fa, erano cinque anni e mezzo che girava più o meno unattended, e aveva perso buona parte delle sue feature iniziali: poter radunare in un unico posto tutti i feed RSS delle persone. (Ma d’altra parte sembra tanto che RSS non sia più di moda: provate a tirare fuori un feed da Facebook o da Google). Certo, molti degli entusiasti guru che lo animavano i primi due anni se ne erano oramai andati a uno a uno, perché “non c’erano più gli altri per cui valeva la pena starci”. Io sono notoriamente di bocca molto buona, e su FriendFeed ci sono sempre stato bene. Lo usavo in maniera non standard (relativamente pochi amici e ancora meno “stanzette”, cioè gruppi di discussione informali; in compenso seguivo gli amici degli amici). Ci trovavo tantissima rumenta che nascondevo immediatamente, e tante discussioni che magari finivano in vacca ma prima (e dopo) mi davano una serie di informazioni che non avrei trovato così facilmente altrove. Ho conosciuto (virtualmente, in ogni senso) tante persone che non avrei mai incontrato altrove: Friendfeed era piccolo, e quindi era molto più semplice incontrare persone con interessi simili, non foss’altro che perché chi era interessato a starci doveva avere comunque interessi strani :-)

Ecco. Come farò senza tutto questo?

P.S.: ovviamente il fatto che il numero di utenti di Friendfeed sia in costante declino (vero o falso che sia) non è la causa della chiusura. Il sito non ha pubblicità, quindi il numero di utenti è irrilevante. I costi maggiori per Facebook sono quelli dello storage per ospitare immagini e video: la parte di testo vero e proprio è irrilevante…

Aggiornamento: (09:50) ovviamente non tutti hanno la mia stessa idea: ecco un parere opposto di Enrico Sola. Che dire? Io usavo ben poche stanzette chiuse (Frenfigli per parlare dei nostri bambini, per esempio) e stavo ben lontano dalle stanzette di perculo (che c’erano e ci sono, e non sono necessariamente nascoste). Ma credo che tutti abbiano diritto a un po’ di morbosità.

Italo Ghersi, chi era costui?

Molti amanti della matematica ricreatica conoscono il manuale Hoepli Matematica dilettevole e curiosa, scritto da Italo Ghersi. Ne ho anche parlato qui nelle Notiziole. Beh, mi è capitato di scoprire che tre mesi fa su Goodreads che una trisnipote di Ghersi mi aveva scritto chiedendomi se avevo altre informazioni: la mia risposta è stata “purtroppo no”. Poi ho provato a fare qualche ricerca e la risposta continua ad essere “purtroppo no”.

La cosa è davvero incredibile. Si sa che Italo Ghersi era un ingegnere. Ho scoperto che scrisse una quantità incredibile di manuali Hoepli, da Metallocromia : colorazione e decorazione dei metalli per via chimica ed elettrica al Manuale del ciclista, da un Ricettario industriale a un Ricettario domestico, da Monete, Pesi e Misure Inglesi a Metodi facili per risolvere i problemi di geometria elementare (se siete curiosi lo trovate su archive.org. Ma nei manuali Hoepli non si trova nemmeno una riga di biografia. Una ricerca un po’ più ad ampio spettro mi ha fatto scoprire che negli Usa, chissà perché, la I di Italo era diventata una J: con “Ghersi, J.” si ritrovano infatti i suoi libri (vedi Worldcat Identities e Open Library). Da qui ho scoperto data di nascita e di morte: 1862-1925. Poi nient’altro. Niente su Wikipedia, niente sul Dizionario Biografico Treccani. Sembra impossibile, eppure è così.

Post Scriptum: tra i misteri legati a Ghersi c’è anche il fatto che tutte le fonti indichino che la quinta edizione di Matematica dilettevole e curiosa sia del 1988, mentre quella in mio possesso (che è la quinta edizione, sì) è datata 1978…

Quizzino della domenica: il falsario

Qualche settimana fa il direttore di un museo statunitense ricevette la visita di un tipo ben vestito che lui conosceva di vista. L’interlocutore gli spiegò di essere in un momento di ristrettezze economiche e di voler vendere una moneta d’oro con l’effigie di Giulio Cesare che aveva ereditato da suo nonno, il quale a sua volta l’aveva ottenuta durante la seconda guerra mondiale in circostanze sulle quali era meglio stendere un velo pietoso. La moneta era in discreto stato di conservazione: si leggeva bene sul recto CAIVS IVLIUS CAESAR e la data del 45 a.C., mentre sul verso la scritta SENATVS POPVLVSQUE ROMANVS era più difficile da individuare ma era sicuramente presente.

Il direttore del museo aveva già trattato senza farsi troppi problemi oggetti dalla provenienza non proprio specchiata, e non aveva dubbi sul fatto che la moneta fosse effettivamente d’oro: ma cacciò lo stesso il tipo a malo modo. Come mai?

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p164.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema classico.

_And Another Thing…_ (libro)

[copertina]Ci ho messo parecchi anni prima di decidermi a prendere il sesto volume della trilogia della Hitch-Hiker’s Guide to the Galaxy (Eoin Colfer, And Another Thing…, Penguin 2010, pag. 368, Lst 8,99, ISBN 9780141042138), per un motivo molto semplice: non è stata scritta da Douglas Adams per l’innegabile ragione che è morto. Poi si sa, lo spirito è forte ma la carne è debole, e soprattutto non è bello avere pre-giudizi; così mi sono infine deciso a prendermelo. La prima sensazione (e per “prima” intendo quella nelle prime cento pagine…) è stata quella di trovarmi in una fanfic. Avete presente i racconti in cui sembra che l’autore voglia dimostrare urbi et orbi che lui conosce perfettamente il canone, e quindi snocciola una quantità di fattoidi che non aggiungono nulla di nuovo a quanto sappiamo già? Ecco. Le cose più nuove che si potevano leggere erano le note della Guida, tipicamente partendo da un’espressione idiomatica e mostrando come nella Galassia ci fosse un posto dove tali espressioni erano letteralmente vere. Solo che anche quegli inserti dopo un po’ iniziano a rompere…
Nella seconda parte del libro c’è qualche brano più interessante, quando entra in gioco Wowbagger, ma anche lì c’è la parte con la missione di Zaphod in Asgard che poteva essere tranquillamente eliminata senza che nessuno battesse ciglio. Il punto di base è semplice: se fai un sequel, si può presupporre che chi lo legge conosce già tutta la cornice, e vuole vedere come la storia si sviluppa; non devi essere un ghostwriter dell’autore originale, che ghost lo è già, ma devi solo ispirarti a lui. Se il nuovo sviluppo occupa però a malapena un terzo del testo, qualcosa non va…
In definitiva, lasciate perdere (ma probabilmente lo avevate già fatto).

Potere d’acquisto e conti sbagliati

Da ieri tra i miei contatti Facebook sta girando questo articolo di Marco Ottanelli [ah: usare il javascript per impedire di copincollare il testo è scocciante e inutile]. Ottanelli parte da una tabella dei prezzi medi dei prodotti di ortofrutta rilevati a fine gennaio 1985 a Montecatini e fa un confronto con i prezzi medi riscontrati al supermercato, mostrando come – con la strana eccezione dell’aglio – i prezzi medi siano più bassi oggi che trent’anni fa. La tabella la potete vedere qui. La tesi di Ottanelli è dunque (sì, ho copincollato. Come dicevo, certe tecniche sono scoccianti e inutili)

La favola della bestia nera, l’Euro, e le leggende metropolitane sul suo fattore di impoverimento della gente, si rivelano, ad una analisi sperimentale, del tutto false, scorrette, bugiarde.
I prezzi al dettaglio di alcune delle più diffuse frutta e verdura sono calati vistosamente, o, per meglio dire, il potere d’acquisto che oggi abbiamo è vistosamente più alto del passato. Oggi, con il potere d’acquisto di cui siamo capaci, a parità di spesa, porteremmo a casa il 20, 30, 50% di prodotto in più, e laddove c’è stato un reale aumento, esso è di pochi spiccioli, come già detto, e forse legato a qualche fattore momentaneo.

Tutto vero? Macché. Attenzione: non sto dicendo nulla sull’effettivo miglioramento o peggioramento del potere d’acquisto; mi spiegherò meglio dopo. Quello che sto dicendo è che il ragionamento di Ottanelli è sbagliato a priori. Il problema non è tanto la disparità delle rilevazioni oppure l’avere a disposizione troppo pochi dati per eliminare le distorsioni statistiche che possono sempre esserci: in fin dei conti non è che ci sia bisogno di un risultato così specifico. (Ah, nota a margine: nel caso di conti fondamentalmente spannometrici come questo, si può tranquillamente arrotondare la percentuale di differenza al singolo punto, è inutile usare due cifre decimali) Il punto fondamentale è che lui ha confrontato i prezzi attuali con quelli del 1985 rivalutati per l’inflazione. Il risultato pratico è dunque stato verificare come il costo dei prodotti ortofrutticoli si è comportato rispetto al tasso di inflazione globale: insomma sappiamo che oggi spendiamo (relativamente!) meno per frutta e verdura rispetto a trent’anni fa. Se volessimo calcolare il potere relativo di acquisto, dovremmo come minimo controllare il reddito medio attuale e quello del 1985 e usare quello come punto di riferimento: ma in realtà sarebbe più corretto prendere i dati sul reddito e sulla dimensione delle famiglie allora e oggi, e soprattutto non usare il valore medio ma la distribuzione del reddito. Se ci sono pochi ricconi che sono diventati estremamente più ricchi, il reddito medio magari è cresciuto, ma quello della gente normale si è ridotto…

Come dicevo sopra, io non posso dire nulla di come sia cambiato il potere di acquisto, anche solo limitato ai prodotti ortofrutticoli, in questi trent’anni: quella tabella semplicemente non mi dà dati sufficienti. Quello che però posso dire è appunto che la tabella non ha senso. Purtroppo è troppo facile mettere insieme una serie di numeri per supportare una tesi: basta appunto cucinarli :-) in una certa maniera. Ricordate: la matematica serve per fare modelli, ma non dà mai risposte dirette. Garbage in, garbage out.

“iscrizione subordinata”

Cecilia e Jacopo a settembre inizieranno la scuola primaria. Non abbiamo voluto mandarli nella scuola più vicina a casa: sapendo che quella da noi preferita (raggiungibile comunque a piedi, intendiamoci…) aveva sempre molte richieste di iscrizione abbiamo aspettato gli ultimi giorni per vedere se c’era qualche probabilità di entrare nelle loro graduatorie, rigidamente selezionate per distanza. Visto che sembrava che ce la potevamo fare abbiamo messo quella scuola come prima scelta e un’altra scuola ancora sempre nei dintorni come seconda scelta. Qualche giorno dopo la chiusura delle iscrizioni ci è arrivata comunicazione che la nostra prima scelta ha rifiutato i bimbi e li ha smistati all’altra. Fin qui nulla di male.

Giovedì scorso mi arriva la comunicazione che la domanda di Cecilia è stata accettata. Jacopo: non pervenuto. Anche sul sito del ministero – ricordo che tutte le domande sono ormai da farsi online, al limite vai in segreteria e le fai assieme agli impiegati – la richiesta di Jacopo era ancora lì nel limbo. Oggi prima di andare in ufficio passo in segreteria, scopro che la segreteria non è nella scuola dove ho chiesto l’iscrizione ma in un’altra scuola, vado lì e mi assicurano “nessun problema, qui nei nostri file sono segnati ambedue come iscritti”. Oggi pomeriggio mi arriva comunicazione dal ministero secondo cui la domanda per Jacopo è “ACCETTATA – ACCETTAZIONE SUBORDINATA ALLA FORMAZIONE DI UNA NUOVA CLASSE”.

Ora, in entrambe le domande, nello spazio previsto per le note, ho scritto che contestualmente veniva iscritto il gemello. Se entrambe le domande fossero state accettate con riserva, avrei capito. Ma così cosa faccio, iscrivo un bimbo in una scuola e l’altro in un’altra?