Per me Vincenzo Mantovani, prima di essere il decano dei traduttori italiani, era la voce che sentivo a Sabato Libri di Radio Popolare insieme a quella di Bruna Miorelli. Una presenza amica, insomma, anche se non l’ho mai conosciuto di persona e non ho letto molto di Vonnegut: mi sono sempre ripromesso di cominciare Tutti i racconti, ma il proposito è rimasto a prendere polvere virtuale insieme all’ebook.
Mantovani aveva anche scritto libri, ma come si raccontava lui stesso era fondamentalmente un traduttore. Il lavoro l’aveva cominciato per caso, ma non era stato un ripiego rispetto ad altri ruolo, a differenza di quanto capitava spesso nelle case editrici al tempo. Ora le cose sono un po’ cambiate, ma il ruolo del traduttore è sempre misconosciuto: trovare il suo nome in copertina come nell’immagine qui sopra è l’eccezione e non la regola. Ma Mantovani era eccezionale.
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Quizzino della domenica: Rapporti
Nella figura qui sotto (non disegnata in scala) il quarto di cerchio di raggio R centrato nell’angolo a sinistra in basso del quadrato di sinistra occupa metà del quadrato, esattamente come il cerchio di raggio r centrato nel quadrato di destra occupa metà di quel quadrato. Quanto vale il rapporto R/r?
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(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p646.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Prisma Magazine.)
Divieto di Bibbia
Avrete sentito che un distretto scolastico nello Utah (lo stato dei Mormoni, ricordo…) ha vietato la Bibbia nelle scuole, in quanto contiene “volgarità e violenza non adatte agli studenti più giovani”: il tutto è partito dall’esposto di un genitore lo scorso dicembre, dopo che una legge approvata nello stato bandiva dalle scuole libri “pornografici o indecenti”. E indubbiamente, come ha scritto il genitore nella sua richiesta di bando, la Bibbia parla di “Incesto, onanismo, bestialità, prostituzione, mutilazioni genitali, fellatio, dildi, stupri, e persino infanticidi” e pertanto “non è di valore per i minori”, in quanto “pornografica secondo la nostra nuova definizione legale.”
Avevo sentito parlare della cosa alcuni mesi fa e mi chiedevo cosa sarebbe successo. A pensarci bene, però, non mi pare una grande vittoria: togliere la Bibbia dalle bibliotechine di classe delle elementari e delle medie è una semplice operazione di facciata, che anzi dimostra che quella legge è una cosa seria. Insomma, eviterei di festeggiare (a meno ovviamente che non siate a favore di quella legge).
PS: Non pensavo che la Bibbia parlasse davvero di dildi, e ho fatto una ricerca. Ezechiele 16,17 nella traduzione ufficiale CEI dice “Con i tuoi splendidi gioielli d’oro e d’argento, che io ti avevo dati, facesti immagini umane e te ne servisti per peccare”; ma la versione latina è molto più esplicita e recita “et tulisti vasa decoris tui de auro meo et argento meo quae dedi tibi et fecisti tibi imagines masculinas et fornicata es in eis”. Le immagini sono insomma di maschi, non umane, e la fornicazione è *in* esse…
Infinity and the Mind (libro)
Devo dire che sono stato piuttosto deluso da questo libro, che pure pare essere un long seller (per quanto possano esserlo i libri di saggistica). Mi pare che Rucker abbia fatto un mischione, tra capitoli matematici molto tecnici – persino io ho avuto qualche difficoltà a seguirli, e il testo dovrebbe essere a livello divulgativo – e capitoli pseudofilosofici, con una contrapposizione tra Uno e Molti che a me sa più che altro di New Age. Diciamo che non penso lo rileggerò mai.
(Rudy Rucker, Infinity and the Mind : The Science and Philosophy of the Infinite, Princeton University Press ,2019³ pag. 342, &$19,99, ISBN 9780691191386)
Voto: 3/5
Area olistica!
Anche quest’anno si terrà a Clusone (BG) il festival Lo spirito del pianeta. (No, non sono leghisti, o almeno io ho sentito la pubblicità su Radio Popolare).
Nella home page ci spiegano che “Siamo molto più di un Festival, siamo un’unica voce di fratellanza e rispetto tra i popoli e le loro tradizioni”, e fin qui va tutto bene. Va anche bene che ci sia “Un padiglione fieristico con 100 espositori da tutto il pianeta”, e posso capire che abbiano l'”Area fuoco sacro e villaggi”, qualunque cosa essa sia. Ammetto però di non avere nessuna idea di cosa sia un'”area olistica”… e confesso anche di non essere poi così interessato a saperlo.
Ma 2 è un numero primo?
Ogni tanto c’è qualcuno che si lamenta che 1 non viene considerato un numero primo. “Ma la definizione dice che un numero è primo se è divisibile solo per 1 e sé stesso, e quindi è verificata!” Un Vero Matematico potrebbe ribattere dicendo “No, la definizione afferma che un numero è primo se e solo se ha esattamente due divisori, e 1 ne ha uno solo”: ma in realtà è tutta una questione di definizioni. Dire che 1 non è primo permette di esprimere il Teorema fondamentale dell’aritmetica in modo più semplice, e nell’ultimo secolo e mezzo questo ha portato alla sua eliminazione dall’elenco dei primi: ma per esempio l’immagine qui sopra è presa dal libro del 1853 Tables of the Prime Numbers, and Prime Factors of the Composite Numbers from 1 to 100,000; With the Methods of Their Construction, and Examples of Their Use di Edward Hinkley e come vedete 1 è considerato primo sin dalla copertina.
Attraverso Pat’s Blog mi sono però imbattuto in questo articolo, che scombina ancora di più le carte in tavola. Chris Caldwell e Yeng Xiong cominciano con il far notare che fino al XVI secolo si seguiva la definizione data dai greci, dove 1 non era un numero ma il generatore dei numeri, e quindi non poteva essere un numero primo perché gli mancava appunto la caratteristica principale. Ma nella tarda latinità nemmeno il 2 era considerato un numero primo! Marziano Capella è il primo a quanto pare ad averne scritto, ma non sono riuscito a trovare la citazione originale in Le nozze di Filologia e Mercurio; quindi vi dovete accontentare di Severino Boezio che nel suo De institutione arithmetica scrive a pagina 30
Et primus quidem et incompositus est qui nullam aliam partem habet nisi eam, quae a tota numeri quantitate denominata sit, ut ipsa pars non sit nisi unitas, ut sunt III V VII XI XIII XVII XVIIII XXIII XXVIIII XXXI
Il mio latino è piuttosto arrugginito, ma direi che il testo dice che un numero viene detto primo se non può essere partizionata in parti uguali diverse dall’unità. Pertanto 2, che viene diviso 1+1, non è evidentemente un numero primo.
E quindi? E quindi niente. Come ho scritto all’inizio, dire che un numero è primo o no è una definizione, e le definizioni si scelgono in modo che siano utili. Al giorno d’oggi l’utilità maggiore si ha nel considerare 1 una unità, cioè un numero che non è né primo né composto, e 2 un numero primo; ma un tempo non era così e in futuro le cose potrebbero ancora cambiare, almeno in teoria. In fin dei conti in algebra i campi a caratteristica 2 si comportano in modo diverso da quelli a caratteristica p, con p un primo dispari… Magari ci si scoccerà di dire “caratteristica diversa da 2” e si toglierà di nuovo 2 dall’elenco dei numeri primi. (No, non credo capiterà, non preoccupatevi!)
Sgomberi in grande
Sotto il cavalcavia di Piazza Carbonari ci sono di solito alcuni clochard che dormono per strada, o almeno vedo due o tre materassi. Stamattina ho fatto un giro diverso per andare in ufficio e sono passato in bici di lì verso le 8:40: c’era una quindicina di poliziotti che stava facendo sgomberare una (1) persona. (Stavano solo gridando, per il mmomento, nessun atto di violenza).
Senza entrare nel merito dell’operazione, era proprio necessario mettere quindici (15) persone a compiere questa operazione. O meglio: una volta visto che non c’era una decina di persone, era proprio necessario lasciarli tutti lì?
Addio codice fiscale?
Scopro da Marco che l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente ha introdotto un nuovo codice, l’Identificativo unico nazionale (ID ANPR). A differenza del codice fiscale, questo codice non è ricavabile in modo (semi)automatico dai dati anagrafici, non cambierà mai e “non fornisce evidenza di alcuna sequenzialità, tantomeno temporale”. (Quindi da qualche parte ci deve essere un’enorme base dati con le associazioni persona-codice: spero sia gestita in modo molto sicuro).
Ho anche scoperto che oltre al mio codice io posso conoscere quelli della mia famiglia: figli (ha senso) e moglie (ha meno senso). Quello che però non sono riuscito a scoprire, e che pure sarebbe interessante, è da quando si potrà usare. Copincollo – compresi l’accento sbagliato sulla È, l’apostrofo mancante in fondo e il “n’è” che fa tanto burocrate ottocentesco:
É con questo adeguamento tecnico che verrà garantita la piena interoperabilità con le altre banche dati delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici. L’Introduzione dell’ID ANPR è il primo passo verso il superamento del continuo fornire i nostri dati alle pubbliche amministrazioni ed ai gestori di pubblici servizi. Lo Stato n’è già in possesso e noi cittadini avremo la possibilità di fornire ai suddetti sportelli i nostri dati soltanto una volta, concretizzando così il principio europeo dell“once only”.
Non capisco qual è la differenza tra fornire una sola volta il codice fiscale e fornire una sola volta l’ID ANPR. Immagino che il testo sia scritto male, e quello che intendessero dire è “il primo passo verso il superamento del continuo fornire dati personali quali quelli del codice fiscale”. Ma quello che conta di più: avete idea quando capiterà per la prima volta di usare questo ID ANPR? Qui leggo che “Decorso un anno dalla pubblicazione del decreto la consultazione dei dati in ANPR è consentita esclusivamente con ID ANPR”, ma non dice nulla sugli altri siti.