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matematto non praticante

Waffle

Come credo sappiate se vi piace fare i giochini su Internet, Wordle ha generato una quantità enorme di cloni: ne ho anche recensito qualcuno. Waffle, però, è piuttosto interessante perché le somiglianze con Wordle sono più superficiali di quanto sembri. Lo schema ha infatti la forma di un waffle, con tre parole di cinque lettere in orizzontale e tre in verticale, e anche qui ci sono le lettere verdi in posizione corretta, quelle gialle che sono presenti ma in posizione errata, e quelle grigie che non sono presenti. Però tutte le lettere sono presenti sin dall’inizio, e noi dobbiamo semplicemente scambiarle di posto per ottenere la soluzione corretta. Beh, non proprio “semplicemente”. Se una lettera gialla è in un incrocio, non sappiamo a quale delle due parole appartiene, e quindi possiamo rischiare che diventi grigia. Si sa che bastano dieci scambi per arrivare alla soluzione, che in questo caso dà cinque stelle; il gioco si può anche vincere se lo si risolve entro 15 scambi. C’è la possibilità di offrire un waffle :-} allo sviluppatore, ma non è obbligatorio; una bella caratteristica è che alla fine della partita si possono leggere le definizioni (prese da wiktionary) delle parole, per acculturarci.

Elezioni di Telemaco

Ricordate che qualche settimana fa mi sono lamentato del mio fondo pensione? Bene, domani si rinnova la rappresentanza nel fondo e io mi candido :-)

Per chi non ha nessuna idea di come funziona un fondo pensione, provo a darvi qualche idea. Con la scusa che le nostre pensioni saranno molto più basse di quelle dei nostri genitori, lo Stato si è inventato la storia dei fondi pensione, dove i dipendenti possono mettere i soldi del loro TFR sperando che vengano bene investiti e rendano di più. Ci sono due tipi di fondi pensione: quelli aperti, gestiti da assicurazioni e dove tutti possono entrare, e quelli chiusi, che sono legati al singolo settore (per me per esempio quello delle telecomunicazioni). I fondi chiusi hanno due vantaggi: il primo è che si pagano meno tasse, e il secondo è che per noi “vecchi” è possibile non mettere tutto il TFR ma solo l’1% del nostro stipendio e l’equivalente dell’1,2% dello stipendio dal TFR, e a questo punto l’azienda aggiunge un altro 1,4% del nostro stipendio che non altrimenti non ti darebbe mai. (E io infatti metto solo l’1% e lascio il resto del TFR al suo posto).

La gestione finanziaria dei soldi del fondo (Telemaco al momento ha due miliardi…) è affidata a società di investimenti, non necessariamente brave come avevo scritto. Ma la gestione politica del fondo è paritetica, quindi con metà componnenti delle aziende del settore e metà votati dai lavoratori. Solo che ci sono liste su base nazionale (50 elementi), una per sindacato maggiore (quest’anno la Triplice più UGL), e soprattutto i listini sono bloccati, quindi non ci sono preferenze ma passano i primi di ogni lista. Questo significa che io – trentottesimo nella lista FISTEL-CISL) – non passerò mai a meno che un bel po’ di gente prima di me andrà in (iso)pensione… Come sempre però mai dire mai: in fin dei conti sto facendo il RSU nonostante non fossi certo stato tra i primi votati :-)

Quizzino della domenica: resta primo

Sul tavolo ci sono sette carte, numerate da 1 a 7. Marcella ne sceglie una che sia un numero primo (quindi può scegliere tra 2, 3, 5, 7) e la mette a lato. Nicola ne prende un’altra tale che la somma di essa con quella scelta da Nicola sia un numero primo, e la aggiunge a quella di Marcella. Il gioco continua con entrambi i giocatori che devono far sì che la somma di tutte le carte scelte sia un numero primo; il primo che non ci riesce ha perso. Che carta iniziale deve scegliere Marcella per essere certa di vincere?

[carte da 1 a 7]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p639.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema ispirato dai Giochi a squadre 2023 della Bocconi.)

The Historian Project (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Nell Gavin sceglie di vedere gli eventi contemporanei con l’occhio del futuro: persone del ventottesimo secolo tornano regolarmente nel passato per vedere dal vivo gli eventi storici più importanti, ma uno Storico non identificato compie un errore, dando un’informazione a due suprematisti bianchi, e da lì parte una serie di eventi che porteranno a una Anomalia. Due squadre sono mandate indietro nel tempo per ripararla: un quartetto di Eroi – in realtà persone borderline psicopatiche, le uniche senza empatia e che quindi possono fare il lavoro sporco – e Avid, uno Storico che dovrà fare coppia con una psicoterapeuta del ventunesimo secolo.
Gavin spiega nei dettagli come è composta la società del futuro. Troppi dettagli: soprattutto nei primi capitoli sembra trattare con sufficienza il lettore. Queste spiegazioni mi ricordano un po’ quelle dei più famosi libri di Heinlein: ma sono passati settant’anni, e ciò che ai tempi era una novità ormai è qualcosa di trito. Anche la trama è poco fluida, con capitoli molti lunghi e altri capitoli brevissimi, e con le due sottotrame (Eroi e Avid) che non si mischiano mai davvero. In definitiva, si può leggere ma non è certo un capolavoro.

(Nell Gavin, The Historian Project : A Time Travel Catastrophe, Book and Quill Press 2023, pag. 278, $8,90, ISBN 9798987600344)
Voto: 3/5

ATM, dillo che non vuoi rimborsare i biglietti!

Come sapete se siete milanesi, ATM ha aumentato il costo del biglietto. Vabbè. Mio suocero, che abita a Monza, aveva tre biglietti interurbani che tanto non usa più: ho visto che ATM permette di farseli rimborsare, e ho deciso di provarci.
L’altra settimana stavo passando da Garibaldi e provo a vedere: nessuno slot libero. Vabbè. Guardo se posso prenotare a Zara, e scopro che in quell’ATM Point non trattano sostituzioni e resi. Vabbè. Prenoto allora per mercoledì a Loreto, dove posso andare in pausa pranzo. Arrivo: l’ATM Point è vuoto. L’impiegato mi chiede se voglio la sostituzione, e io gli dico “no, il rimborso”, al che scopro che: (a) il rimborso è solo del 90%: vabbè. (b) non mi rimborsano in contanti, ma sul conto in banca di cui serve l’IBAN: vabbè. (c) il rimborso arriva a 60 giorni: vabbè. (d) per il rimborso devo compilare un modulo: vabbè. (e) devo anche allegare fotocopia di carta d’identità e codice fiscale. E qui basta vabbè. Non servono carta d’identità e codice fiscale per comprare un biglietto dei mezzi. Non servono nemmeno per fare un bonifico in banca. E allora perché rompete le palle?

Essendo io una persona tignosa, giovedì sono ripassato con tutti i documenti, e dopo una decina di minuti ho una ricevuta che mi dice che tra 60 giorni mi verseranno quattro euro e ottanta centesimi. Ma la cosa peggiore è che il modulo che ho scritto con tanto amore è stato riscritto al PC dall’impiegato. Non era più semplice fare compilare a noi in elettronico, inviare le scansioni e in fase di salvataggio dare un codice da presentare con i biglietti al punto ATM? A quanto pare per gli abbonamenti annuali fanno così, il che continua a farmi pensare che questa sia una scelta ben precisa.

Museo Diocesano di Milano

particolare della Crocifissione del Masaccio

particolare della Crocifissione del Masaccio

A Pasquetta Anna e io abbiamo deciso di andare a vedere il Museo Diocesano di Milano, sfruttando il prestito della Crocifissione del Masaccio (bellissima, anche se non capisco come si potesse vedere nella posizione originale a cinque metri d’altezza). Per la prima volta – shame on me – mi sono accorto che esistono crocifissioni dove c’è anche la Maddalena insieme a Maria e Giovanni. Anche in questo caso Masaccio si inventa un’idea nuova: non si vede il volto della Maddalena ma solo i capelli (biondi, come nell’iconografia classica. La vedo bene una bionda nella Palestina del primo secolo). Ho comunque imparato, anche dagli ori della collezione Crespi, che la Maddalena ha il mantello scarlatto, mentre già sapevo che Maria e Giovanni hanno colori simmetrici tra tunica a mantello.
Il resto del museo? A parte che abbiamo saltato a piè pari la mostra fotografica, secondo me la scelta di mostrare quanta più possibile parte dei lasciti non è una grande idea; molti dei quadri sono piuttosto banali e non dicono niente. Credo che meno materiale ma più pensato migliorerebbe la fruizione, almeno per degli ignorantoni come me.

Statistiche del sito per marzo 2023

Ho scoperto che il 15 marzo c’è stato un tentativo di bucare il server dall’indirizzo IP 193.42.33.192. Per darvi un’idea, ecco gli accessi tra il 14 e il 16:

Day Visits Pages Hits Bandwidth
14 Mar 2023 1,361 5,452 11,874 268.10 MB
15 Mar 2023 1,299 479,883 491,971 16.25 GB
16 Mar 2023 1,162 8,038 12,409 281.81 MB

Posso quindi solo indicare come dati
Visitatori unici 17.985 (+2985)
Numero di visite 39.091 (+4779)

L’unico giorno sotto le 1000 visite è stato sabato 18 marzo (912): il massimo si è avuto venerdì 3 marzo con 2359 visite. La top 5:

  1. Il paradosso dei gelatai 2.0: 4622 visite
  2. Variante di [Vv]alico: 1053 visite
  3. inPoste.it®, tNotice®, SHA-7, e le “raccomandate certificate”: 847 visite
  4. Eupnoico:: 789 visite
  5. Tassellazione aperiodica: una forma basta: 766 visite

Ci sono altri 8 post oltre le 500 visite, tra l’altro.
Tra le pagine evergreen, sopra le 500 visite ci sono radice quadrata (1353), romanaccio (1082), Chi sono (529).

Vedo poi 413 download di 0.tgz (il file col mio giochino di tanti anni fa). Legate invece all’attacco, 3804 stringhe di ricerca “testing” e undici ciascuna per questi attacchi:

“testing<esi include src=\ http //bxss.me/rpb.png\ />” (scanner Acunetix)
“testing ||dbms_pipe.receive_message chr 98 ||chr 98 ||chr 98 15 ||” (Oracle SQL injection)