Qualche mese fa ho letto la “biografia” di Dante scritta da Alessandro Barbero, che si lamentava del fatto che nonostante ci siano molti documenti dell’epoca e che Dante era già molto apprezzato come poeta noi abbiamo pochissime notizie su di lui. Quella biografia parte da un secolo prima della nascita del poeta, per recuperare anche le poche notizie precedenti. Ma un quarto di secolo prima Giampaolo Dossena aveva già fatto lo stesso lavoro (Giampaolo Dossena, Dante , TEA 2020 [1995], pag. 352, ISBN 8850258567), ora acquistabile in una nuova edizione anche in digitale. Dossena non era uno storico ma un letterato (oltre a tante altre cose), amava Dante alla follia, ma soprattutto era Dossena. La “sua” biografia dantesca comincia nell’anno 529 (!), la nascita di Dante arriva a pagina 127, e la parte dopo il 1306 è sbrigata in poche pagine. La ragione è semplice: la biografia di Dante è ricavata da quello che lui ha scritto – non necessariamente nella Commedia – e quindi per gli ultimi anni non c’è molto materiale. Per il resto, chi ha letto la Storia confidenziale della letteratura italiana non si stupirà di trovare un ipertesto ante litteram, con tutta una serie di rimandi interni e di divagazioni letterarie e no. Diciamo insomma che il libro non è solo su Dante ma anche su Dossena; il che è probabilmente un plus.
Archivi annuali: 2021
accesso silenziosamente riservato agli abbonati
Forse vi ricordate che nell’ultima ristrutturazione del sito di Repubblica era arrivato un patchwork di font, che dovevano servire a distinguere tra le notizie “riservate agli abbonati” e quelle “libere”. Stamattina stavo dando un’occhiata alla home page per trovare qualcosa da commentare e ho scoperto che ormai questa differenza non c’è più: sia gli articoli a www.repubblica.it che quelli a rep.repubblica.it – o almeno quelli che ho provato ad aprire, per dire i Rep TV non li tocco proprio – sono protetti.
Nulla da eccepire, se non un piccolo punto: mettere un’iconcina in home page segnalando che l’articolo è a pagamento sarebbe un segno di onestà nei confronti del lettore, non trovate? Oppure il modello di business considera anche le view della pubblicità che arrivano con quei clic?
(Ah: sarebbe interessante contare il numero di parole delle anteprime, così finalmente avremmo una misura condivisibile di cosa può essere un “breve estratto”, come da eurodirettiva copyright che è stata silenziosamente approvata dal Parlamento tre giorni fa. Come? Non ve ne siete accorti? In effetti non ho visto notizie sui giornali, ma magari era tutto sotto paywall.)
((Poi l’approvazione formale conta zero, visto che quella è una legge delega e quindi è il governo che dovrà fare i decreti attuativi))
Ultimo aggiornamento: 2021-04-23 11:17
FeedBurner chiude il servizio “feed by email”
Nel caso voi leggeste In coma è meglio, avrete scoperto che FeedBurner eliminerà da luglio il servizio di spedizione dei post via email. Ora, in effetti qualche giorno fa era arrivata anche a me la mail di FeedBurner. Dopo essere riuscito a ricordarmi qual era la password del sito, sono andato a vedere: non avevo mai abilitato quella feature.
Io sono un dinosauro, e continuo allegramente a usare gli RSS feed, anche se da anni sono in disuso per l’ottima ragione che non è così semplice infilarci pubblicità. Ma non sono così dinosauro da usare l’email per inviare i miei post: quella è davvero roba degli anni ’90 del secolo scorso! (Ok, non c’erano i blog. Ma per dire c’era un servizio di ftp-by-mail…)
Eterogenesi dei fini (editoriali)
L’AIE ha pubblicato una nota nella quale segnala come nel primo trimestre 2021 ci sia stata una crescita di oltre il 26% sia del numero di copie vendute che dei ricavi per i libri stampati (quindi non si sta parlando di ebook). Grande soddisfazione, ovviamente, anche senza considerare il fatto che l’anno scorso nella seconda metà di marzo i libri si potevano solo comprare online. Però…
Come David Allegranti segnala su Twitter, tra i numeri si legge come la percentuale di vendite online (che rappresentava il 27% nel 2019 e il 43% nel 2020) sia ancora cresciuta al 45% in questo primo trimestre 2021. Intervistato per il Sole-24Ore da Andrea Biondi, il presidente AIE Ricardo Franco Levi parla di “eterogenesi dei fini” a proposito degli effetti della riduzione dello sconto massimo dal 15% al 5% con la legge dello scorso febbraio. Per Levi, «il taglio dello sconto era stato pensato per togliere un vantaggio ai grandi operatori del commercio online […]. I dati indicano che così non è stato. I grandi operatori dell’online hanno venduto ancora più di prima beneficiando interamente della riduzione dello sconto, cosa che non è stata possibile agli altri punti di vendita che già applicavano alla propria clientela sconti molto più bassi».
Per amor di verità, l’anno scorso Levi era contrario alla legge: ma d’altra parte l’AIE raggruppa gli editori, mica i librai, come si può anche capire dall’ultima frase riportata che è un contorsionismo niente male: è ovvio che a parità di copie vendute il guadagno è maggiore se lo sconto praticabile è minore, ma non è che questo porti a un vantaggio competitivo per l’online rispetto alle librerie fisiche. Resta comunque il punto fondamentale: lo sconto praticato non c’entra con la scelta del luogo di vendita, come del resto noi pochi lettori forti ci dicevamo già allora.
Quello che può importare è invece la distribuzione relativa tra gli editori: i piccoli e medi editori sono passati da una percentuale del 47,5% di vendite nel 2019 al 50,9% del 2020 arrivando al 54,1% nel primo trimestre 2021. E quello sì che probabilmente è favorito almeno in parte dall’online, per la semplicità di trovare la copia di un libro che ci interessa senza essere bloccati dai bancali pieni di copie dell’ultima “fatica” dei soliti noti. Vabbè, il mondo è sempre interessante!
E da dove dovrebbero prendere i 49 milioni, di grazia?
Oggi Il Fatto Quotidiano – almeno l’edizione in edicola parla ancora dei 49 milioni che la Lega deve versare allo Stato, e si lamenta perché arrivano dai fondi del 2×1000 ai partiti e che in realtà sono frutto di un magheggio tra la “bad company” che è la Lega originaria e la “newco” che è la Lega per Salvini. Almeno nelle righe teaser che io posso leggere c’è scritto questo.
Se però ci pensate un po’, i 49 milioni sono il risultato di avere preso doppi contributi ai partiti in una legislatura abbreviata, quindi ha senso che siano restituiti (con moooolta lentezza…) con i contributi ai partiti. E che sia la Nuova Lega a pagarli è corretto: anzi, mi aspetto che prima o poi facciano fallire quella vecchia proprio per non pagare, ma al momento la cosa funziona. Ma allora cosa vogliono al Fatto?
Ultimo aggiornamento: 2021-04-20 09:34
I terroristi di ilmeteo.it
Spero che nessuno dei miei ventun lettori usi ilmeteo.it per alcunché. Questa azienda (nel footer c’è scritto “Iscrizione registro delle imprese di Padova”) non è mai stata interessata a fare previsioni del tempo, ma solo a produrre titoloni perché la gente vada a leggere i suoi articoli e quindi dargli soldi con la pubblicità. Solo che dopo un po’ la fantasia comincia a difettare, e dopo una sfilza di “sciabolata vichinga”, “invasione scandinava”, “aggressione temporalesca sull’Italia” correvano il rischio di ripetersi. Per fortuna loro è arrivato il Covid, e una nuova serie di titoloni su temi molto più tristi.
Solo che, come mi ha segnalato il mio amico Stefano Scardovi, hanno passato il segno. Ecco qua il titolo: VACCINI: SEGNALAZIONI GRAVI da oltre il 7 per cento delle DOSI, gran parte da ASTRAZENECA. I DATI dell’AIFA (Il maiuscolo è loro, e chi sono io per toglierglielo?) Il 7% delle dosi significano una persona ogni 14: è una catastrofe. E in effetti leggendo l’articolo (mi è toccato farlo…) scopriamo che di queste segnalazioni “il 92,7% si riferiscono a situazioni non gravi, che si risolvono completamente” mentre “[quel]le gravi corrispondono al 7,1% del totale”. Peccato che queste percentuali si riferiscano alle segnalazioni, che sono state “46.237 su un totale di 9.068.349 dosi somministrate” (grassetto loro). Pertanto i casi gravi sono stati “36 eventi ogni 100 mila dosi somministrate” (stavolta il grassetto è mio). Peggio ancora: l’articolo continua con “indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (se prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione”. Ma allora perché la gran parte delle segnalazioni arriverebbe da AstraZeneca? hanno fatto più vaccini? Macché. Sempre dall’articolo si legge che la maggior parte dei casi gravi è collegata a Pfizer, per l’ottima ragione che sono loro la maggior parte delle dosi inoculate.
Detto in altre parole, siamo ben oltre il clickbait, che sarebbe stato qualcosa come “migliaia di segnalazioni gravi dopo il vaccino!!!11!” Qui abbiamo un titolo scientemente fuorviante, sfruttando il fatto che saranno in pochi a leggere l’articolo. A me piacerebbe che qualche avvocato li denunciasse per procurato allarme…
Superlega
Premessa doverosa: calciofili, non leggete questo post. A me del calcio importa proprio zero, e della proposta Superlega idem. Insomma, a me che ci sia o non ci sia cambia nulla.
D’altra parte di questa Superlega se ne parla da anni: i club ricchi vogliono guadagnare di più e sanno bene che i diritti televisivi per queste partite salirebbero alle stelle. Allo stesso modo, la UEFA e la FIFA si oppongono da anni, non tanto perché “il calcio si basa su competizioni aperte e meriti sportivi”, come comunicato dall’UEFA. Il vero problema è che se i soldi vanno alla Superlega ne arriverebbero molti di meno alla Champions League… Detto questo, e ricordando che per esempio nel basket l’Eurolega funziona esattamente allo stesso modo – per inviti e non per risultati – e non è morto nessuno, c’è una cosa che non mi piace nelle minacce UEFA.
Posso capire che per rappresaglia le squadre che parteciperebbero alla Superlega non vengano ammesse ai campionati nazionali. Ho il sospetto che ci perderebbero i campionati, ma come dicevo non è un mio problema. Del resto, nel rugby c’è la Pro14 con due squadre italiane che non partecipano al campionato italiano. Vietare però ai giocatori di partecipare alle gare delle nazionali mi pare tecnicamente indifendibile: è un po’ difficile dire che un professionista non possa scegliere dove lavorare…
Comunque vedremo se troveranno un accordo (leggasi, i soldi saranno ripartiti diversamente) oppure si andrà allo scontro. Non preparo nemmeno i popcorn, visto il mio interesse nullo…
Ultimo aggiornamento: 2021-04-19 10:58
Quizzino della domenica: Vicecampione fortunato
Al torneo Masters of Math sono arrivati otto giocatori, che si affronteranno per eliminazione diretta: quarti di finale, semifinale e finale. Il tabellone degli incontri è stato sorteggiato: non ci sono teste di serie, insomma. Supponete che ciascun giocatore abbia sempre la stessa forza, e quindi le partite finiscano sempre con la vittoria del più forte tra i contendenti. È chiaro che il più forte di tutti vincerà il torneo; ma qual è la probabilità che lo sconfitto in finale fosse davvero il secondo più forte del lotto?
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p510.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Hugo Steinhaus, One Hundred Problems in Elementary Mathematics, n. 85; immagine da freesvg.org)