Archivi annuali: 2019

Depistaggi vari

Beh, non ci vuole molto a capire come mai è “casualmente” uscita la foto dell’interrogatorio di Elder Finnegan Lee legato e bendato dopo l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. No, anche se c’è chi lo sta dicendo non è un modo per far smettere di parlare dei fatti di Bibbiano, nonostante quanto pensi qualcuno. Vi do un indizio: Amanda Knox. Ricordate che i due giovani americani se ne stavano in un albergo da 250 euro a notte… sì, sono extracomunitari, ma non esattamente di quelli che non piacciono ai nostri governi attuale e passato.
Più difficile capire cosa è esattamente successo nelle azioni che hanno portato al suo omicidio. Una versione abbastanza plausibile è che il “derubato” Sergio Brugiatelli sia un pusher e abbia tirato il pacco ai due. Ma perché allora ha chiamato i carabinieri, o meglio quei due carabinieri? E perché nel primo rapporto dell’arma si afferma che i due erano “probabilmente nordafricani”? La versione di Brugiatelli secondo cui aveva parlato di aveva voluto depistare le indagini è ridicola. Se vuoi ottenere qualcosa non dai certo informazioni sbagliate… Anche pensare che lui sia un informatore è improbabile, visto che conoscere il suo nome e cognome significa per lui dover cambiare come minimo città. Insomma ho dei dubbi che riusciremmo mai a conoscere tutta la storia, e ho persino dubbi che nonostante si sia trovata l’arma del delitto i due americani rimarranno in prigione… Niente male, vero?

Ultimo aggiornamento: 2019-07-29 08:14

_Banalità_ (ebook)

Mi pare solo il minimo che Stefano Bartezzaghi, dopo avere scritto libri sulla creatività, guardi l’altra faccia della medaglia: la banalità. In realtà questo libro (Stefano Bartezzaghi, Banalità, Bompiani 2019, pag. 272, € 9.99 (cartaceo: € 17), ISBN 9788845299636, link Amazon) non parla solo di banalità, ma più in generale cerca di dare un’idea di come la banalità sia spesso nelle orecchie di chi la ascolta. Per i miei gusti c’è un po’ troppa semiotica – il Bartezzaghi Vero Saggista può anche essere un po’ troppo pesante – ma il primo capitolo “Su bucce di banale”, il quinto “Banal Network” che guarda alla banalità nei social network e il sesto “Per un’Enciclopedia di luoghi comuni III” meritano sicuramente l’acquisto.

La prima parte è stata fatta bene

La settimana scorsa qui a Milano hanno riasfaltato viale Marche. Bisogna dare atto che subito dopo hanno anche ridisegnato le strisce della finta pista ciclabile: anzi l’hanno fatta arrivare fino all’altezza degli incroci, anziché fermarsi qualche metro prima. (Sì, si dice sempre che per sicurezza lo stop ciclistico dovrebbe essere un po’ più avanti di quello automobilistico, ma da noi si faceva in pratica l’opposto)

Il problema è che gli scooter continuano a credersi delle biciclette, oppure nelle loro testoline la striscia gialla ha il significato generico di “preferenziale per sputer ed eventualmente altri”. Ribadisco: perché non si può avere un po’ di telecamere e farli contribuire al bilancio comunale?

Ultimo aggiornamento: 2019-07-26 09:56

BikeMi è attenta al cliente!

Martedì sera, mentre tornavo a casa, ho forato. In teoria avrei un copertone antiforatura :-( Vabbè, ero abbastanza vicino al mio ciclista, quindi porto la bici a mano fino a lì, gliela lascio e vado a prendere un BikeMi per rientrare a casa. Con il nuovo sistema tariffario si è finalmente reso possibile unificare la tessera BikeMi con quella dell’abbonamento ATM, cosa che avevo immediatamente fatto. Arrivo alla stazione e faccio fatica a par passare la tessera. Vabbè, dico, magari il segnale è un po’ più debole. Arrivo, lascio la bici, passo la tessera per segnalare la consegna: dopo un po’ la stazione va fuori servizio.
Mercoledì mattina vado a prendere una bici: alla prima stazione la tessera non prende, alla seconda non solo non prende ma la stazione va fuori servizio. A questo punto comincio a pensare che il problema sono io: prendo la metro per andare in ufficio e chiamo il call center per segnalare la cosa. Mi vengono mandati i codici temporanei, e pensavo che la cosa finisse lì. Invece mezz’ora dopo sono stato direttamente chiamato dalla centrale che voleva avere più informazioni di quante arrivate via call center.

Apprezzo molto questa attenzione al cliente: speriamo ora che riescano a mettere a posto le stazioni, perché altrimenti ho dei grossi problemi (il touch screen è pensato per le persone di altezza normale, sbaglio sempre la parallasse e non posso evidentemente vedere se ho digitato correttamente la password…)

“Cantiere”

Ero convinto di averlo scritto qua sulle notiziole, ma non ho trovato il post. Ad ogni modo, l’anno scorso un negozietto di cornici in fondo a via Vespucci era stato rilevato e rimesso a posto per tirare fuori l’ennesimo posto dove mangiare, denominato con grande sfoggio di fantasia “Cornici”.
Il locale è durato una sola stagione, e quest’inverno è rimasto chiuso… fino a quando la scorsa settimana è riaperto – bloccando quasi del tutto il passaggio con i tavolini fuori – e con un nuovo nome: “Cantiere”, comprensivo di virgolette. In effetti è proprio davanti al cantiere di un nuovo palazzone che stanno costruendo tra via Vespucci e via Marco Polo: mi chiedo solo se pensano che tanto anche stavolta il locale chiuderà prima che completino il palazzo :-)

Libero (ma non dal reggiseno)

L’altro giorno Libero è riuscito a scrivere un articolo dall’inequivocabile titolo “Sea Watch, Carola Rackete senza reggiseno in Procura: sfrontatezza senza limiti, il dettaglio sfuggito a molti” e con incipit “Sfrontatezza politica e sfrontatezza personale.”. Cosa è successo? La capitana della Sea Watch 3 si è denudata in pubblico? Macché. Aveva semplicemente una maglietta sotto la quale non portava reggiseno.

Ammetto di non avere idea della comodità o meno di quell’indumento, ma mi pare anche che indossarlo o meno sia una scelta della signora. La maglietta in questione era comunque accollata, quindi non c’era proprio nulla da vedere… se non evidentemente per l’ignoto articolista di Libero. Io non ho partecipato alla colletta per acquistare una Sea Watch 4, ma se serve posso contribuire all’acquisto di qualche paio di “occhiali a raggi X” dalla Same Govj…

Il blocco turco a Wikipedia e la Corte europea dei diritti dell’uomo

Come spero ricordiate, da più di due anni non è possibile accedere a una qualunque edizione di Wikipedia dalla Turchia. Il motivo è semplice: erano state scritte cose che non piacevano. Lo scorso maggio la Wikimedia Foundation ha presentato un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. Bene: in tempi assolutamente rapidi per la Corte (che spesso anzi decide di non avere giurisdizione…) il 5 giugno scorso il ricorso è stato messo in corsia privilegiata e il 5 luglio la Corte ha mandato una richiesta di informazioni alla Turchia, che ha ora tempo fino a fine ottobre per le controdeduzioni. Maggiori informazioni sul sito WMF.

Non so se ci saranno risultati pratici, ma almeno è un segnale che qualcuno pensa ai problemi della censura.