Archivi annuali: 2018

Quizzino della domenica: Stella a cinque punte

Disegnate una stella a cinque punte, come quella in figura o se preferite il simbolo dei Bravi Ragazzi ideato da Enrico la talpa. Qual è la somma degli angoli delle punte, indicati in figura con un cerchietto?

stella a cinque punte

(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p354.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Mind Your Decisions)

_Matematica e letteratura : Analogie e convergenze_ (libro)

Raccolta di saggi ripubblicata dal Corriere della Sera, questo libro (Paolo Maroscia et al (ed.), Matematica e letteratura : Analogie e convergenze, Corriere della Sera (Biblioteca Matematica) 2018, pag. 285, € 8,90) cerca di fare un’operazione a mio parere inutile se non dannosa: mostrare come matematica e letteratura siano due facce della stessa medaglia. Posso comprendere l’idea sottostante, vale a dire convincere i letterati della bellezza della matematica. Però in questo modo si rischia di tirare fuori collegamenti artificiosi che portano al risultato opposto, come nel caso del saggio su Dostojevskij che pure di punti esplicitamente matematici ne ha. Meglio il saggio su Sinisgalli, probabilmente perché lui aveva davvero una visione unitaria o piuttosto “parallela” di letteratura e matematica, o quello di Zellini su Wiener. Perfetto infine il saggio di Carlo Casolo su matematica e sogni: è proprio quello che mi sarei aspettato in tutto il libro…

Cittadino!

Fino a due mesi fa le notifiche degli esami clinici mi arrivavano via SMS. Poi ho modificato il mio account chiedendo che mi arrivassero via email, perché almeno è più semplice entrare nel sito. Questo è stato il risultato (sì, sono riconosciuto per la data di nascita). Forse potrebbero scegliere un testo un po’ più amichevole, non trovate?

ladri di caschi di biciclette

Ieri mattina scendo in terribile ritardo per portare i bimbi a scuola e poi andare in ufficio. Vado a prendere la mia bici e noto che il casco della bicicletta di Cecilia è sul portapacchi della bici di Anna. Controllo e vedo che manca il caso di Jacopo. Tolgo l’archetto dalla mia bici e scappo. Arrivato in ufficio, faccio per togliere il casco e mi accorgo di non essermelo messo. (Questo non è poi così strano: io non penso al casco, lo lascio semplicemente attaccato alla bici in modo tale che debba per forza prenderlo quando pedalo. Poi ho una fascia per capelli che comunque stringe il cranio).

Visto che mercoledì non ho usato la bici causa pioggia nel pomeriggio, qualcuno ha deciso di rubare – o se preferite prendersi – due caschi tra martedì sera e giovedì mattina. Cosa se ne faccia uno di un casco da bicicletta usato non lo so proprio.

indennità


Questa è la prima pagina odierna della Verità. Senza leggere l’articolo è difficile dare un giudizio su questi soldi: però considerando che quest’anno la famigerata manovra è stata riscritta quasi da zero in tempi rapidissimi, non mi sembra poi così strano che i dipendenti si becchino un bel po’ di soldi per dovere fare questi lavori al volo.

Ultimo aggiornamento: 2018-12-20 12:41

Speriamo non si ammali nessuno

Il trafiletto l’ho preso da RaiNews, ma immagino sia un’agenzia visto che l’avevo sentito ieri sera su RTL 102.5. Gli italiani andranno in vacanza oer Natale/Capodanno più dell’anno scorso; e fin qui nulla di male. Comincio ad avere dei dubbi sull’avere due cifre significative per l’aumento (6,8%) e tre cifre significative per la percentuale dei fortunati (36,4%) che faranno il pontone. Ma quando leggo che andranno in vacanza «circa 16 milioni e 654 mila italiani» il mio bufalometro si impenna. Non puoi avere cinque cifre significative con un sondaggio; è l’equivalente di guardare un enorme vaso di fagioli e indovinarne esattamente il numero. Però volete mettere come per il lettore quadratico medio matematofobo quel numero assuma subito un valore preciso?

Le tribolazioni di un paziente in clinica

Come ricorderete, ieri avevo la visita finale di controllo postoperatorio dopo il distacco della retina. Per i curiosi, va tutto come doveva andare: la miopia si è stabilizzata a -4.5 sferiche senza astigmatismo, con cui arrivo a 10 decimi “dopo post-processing”. In parole povere: ho indovinato al primo colpo tutte e quattro le lettere della riga 10/10, ma per ciascuna di esse mi ci sono voluti cinque secondi perché il cervello desse un senso alla macchia colorata che vedevo.

Il problema è stato arrivarci, alla visita. Non tanto giungere sul posto: ero lì con quasi mezz’ora di anticipo. Peccato che al Regina Elena ci siano due (2) casse per prenotazioni e pagamenti: avevo dodici persone davanti e in dieci minuti ne sono passate due. A quel punto mi sono alzato, sono uscito, ho percorso duecento metri, sono entrato in Mangiagalli dove c’è un bellissimo Punto Giallo automatico; inserisco la mia tessera sanitaria, seleziono la ricetta, avvicino il bancomat contactless, mi esce la ricevuta, e me ne torno tranquillo al “mio” ospedale. Quando mi avevano telefonato per anticipare l’appuntamento mi era stato detto che la visita sarebbe stata al primo piano lì, e non dove indicato nel foglio: nulla di male. Salgo al primo piano, vedo una porta “controllo oculistico”, aspetto che arrivi un’infermiera, chiedo. Guarda i miei fogli, mi apostrofa malamente e mi dice che devo andare a pian terreno, dove ero andato in effetti due mesi fa. Scendo, nuova infermiera che mi dice “no, qui il dottore non c’è di sicuro”. Passo all’accettazione, sanno che in effetti erano state anticipate alcune visite, ma mi dicono che quella che ho in mano deve essere una ricevuta vecchia, perché c’è una prestazione che non c’entra nulla. Io replico “l’ho fatta un quarto d’ora fa, sulla tessera c’era solo quella, non è che possa fare altro” al che commentano “boh, però quando ha finito torni qui”. Risalgo al primo piano, l’infermiera di prima mi dice “doveva dirmelo che era per il dottor XX!” (“mica me l’ha chiesto…”) e mi manda in fondo al corridoio girato l’angolo. Nello studio c’è un altro dottore, che fa “XX dovrebbe essere a operare, aspetti qui un po’”. Dopo un altro quarto d’ora mi stufo, scendo, torno in accettazione. Alla fine una delle infermiere dell’accettazione sale con me, parla con un po’ di gente e conferma: XX sta per arrivare e posso aspettare intanto… al “controllo oculistico” dove ero partito. Nel mentre arriva un’altra coppia spersa, che era persino stata mandata al secondo piano. È poi arrivato prima uno specializzando che ha cominciato la visita, e infine XX.

Dulcis in fundo: XX mi ha confermato che entrambe le prestazioni (quella reale e quella indicata) hanno lo stesso codice e quindi sono equivalenti, quindi non c’è stato nulla da modificare. In compenso ho provato a prenotare per giugno la visita ambulatoriale e mi è stato risposto che giugno non era stato caricato a sistema… però settembre sì. Insomma devo riprovare tra qualche settimana.

Io ieri ero in ferie e non avevo molto da fare, però garantisco che non è stato banale. Forse un po’ più di chiarezza non sarebbe male :-)

Ultimo aggiornamento: 2018-12-24 19:38

PagoPA

Stamattina devo andare a fare la visita di controllo all’occhio. Ero tutto felice perché avevo scoperto si può pagare il ticket online: entro nel sito e non trovo più nulla. Mentre eroin attesa al numero non-verde-da-telefonino per le prenotazioni, mi è venuto in mente che il fatto che non ci siano prenotazioni non significa molto: ho fatto una ricerca avanzata per ospedale e finalmente ho trovato la mia ricetta. Sono 51 euro … più 1,50 di spese di gestione, perché lo Stato non vuole perderci soldi (e aggiungo io non ha nessuna voglia di fare accordi con le società gestrici di carte di credito). Essendo io tignoso, andrò un po’ prima e pagherò allo sportello (i robi automatici non hanno mai funzionato).

In realtà avrei potuto usare satispay… peccato che il mio budget fosse 50 euro. Avrei dovuto tentare il pagamento domenica sera, così avrei potuto alzare il budget :-(