Quizzino della domenica: scopri il numero

Immaginate di essere invitati a una grande festa in costume dei numeri naturali (1, 2, 3, … niente zero, insomma). Essendo in costume, non vi è possibile riconoscere nessun numero. Però essi sono tutti molto gentili e si riconoscono tutti tra di loro; quindi se ne prendete due qualunque e chiedete loro di combinarsi mediante una delle quattro operazioni fondamentali (addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione), loro vi indicheranno qual è il numero corrispondente al risultato dell’operazione, oppure vi diranno che non c’è risposta. Insomma, se avete preso due personaggi corrispondenti a vostra insaputa al 42 e al 7, e chiedete loro di eseguire la divisione tra il primo e il secondo, vi indicheranno il personaggio corrispondente al 6, mentre se li aveste presi in ordine opposto vi avrebbero detto che non c’è nessun numero corrispondente: 1/6 non è infatti un numero naturale.
Se potete fare una quantità a piacere (ma finita) di queste domande, quali numeri potete arrivare a conoscere? Attenzione: ogni operazione deve essere richiesta a due numeri distinti, anche se il risultato può essere uno di essi come nel caso di 1 × k = k. Altrimenti sarebbe troppo facile: basterebbe prendere un personaggio e chiedere il risultato della sua divisione per sé stesso.
E se anziché i numeri naturali ci fossero i numeri interi?



(un aiutino lo trovate sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p368.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di David Butler; immagine di dear_theophilus, da OpenClipArt.)

_L’equazione di Dio_ (libro)

Confesso di invidiare un po’ David Stipp. A differenza del sottoscritto, riesce a tirare fuori una serie di paragoni così estremi – e soprattutto lontani dalla matematica – da catturare il lettore digiuno della materia. Detto in altri termini: se siete abbastanza esperti, questo libro (David Stipp, L’equazione di Dio : Eulero e la bellezza della matematica [A Most Elegant Equation], Codice 2018 [2017], pag. 195, € 21, ISBN 9788875787547, trad. Giuseppe Bozzi, link Amazon) non vi darà nulla di nuovo. Se invece siete semplici curiosi, vi si aprirà un mondo nuovo. Probabilmente non imparerete nulla, il che ha perfettamente senso visto che non stiamo parlando di un manuale; ma avrete un’idea di come un giocoliere dei numeri quale Eulero è stato potesse prendere un concetto nemmeno troppo chiaro al tempo come quello dei numeri immaginari, sfruttarlo per creare un nuovo universo, quello delle potenze immaginarie, e con un salto mortale all’indietro mostrare come si tornasse alle usuali funzioni trigonometriche. Stipp infine termina filosofeggiando, e proponendo la sua personale versione di cos’è la matematica. Afferma di essere un quasi-platonista: in altre parole, è convinto che gli oggetti matematici esistano da qualche parte nell’iperuranio, ma che allo stesso tempo noi esseri umani possiamo prenderli e manipolarli per creare qualcosa di nuovo. Un teorema, insomma, non esiste ab ovo ma solo quando noi lo dimostriamo. La traduzione di Giuseppe Bozzi rende generalmente il senso di stupore di Stipp, ma in qualche punto mi è parsa troppo letterale.

La caduta del Celeste

Che Formigoni vada o no in carcere a me importa relativamente poco. Più interessante è stato notare come gli siano rimasti ben pochi amici, nonostante quanto troviamo scritto in Luca 16,8: non è sempre Vangelo, insomma.

A me quello che non è mai piaciuto di Formigoni è stata la sua doppiezza, dalle vacanze generosamente offerte da chi era stato da lui beneficiato con soldi pubblici alla megalomania del Formigonio. Mi chiedo però una cosa a più ampio spettro. Com’è che a Milano mi capita spesso che mi convenga fare un esame medico come privato, perché pago meno del ticket? È solo perché nel modello lombardo alla sanità i fondi pubblici servono per le spese correnti e quindi si può risparmiare sul costo vivo? Purtroppo questo sembra un segreto mantenuto molto meglio di Fatima, che alla fine è stato svelato…

_Phoenix: Fields of Mars_ (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
La prima cosa da tenere in mente leggendo questo libro (Jackie Anders, Phoenix: Fields of Mars, Black Rose Writing 2018, pag. 176, €5,27, ISBN 9781684331642, link Amazon) è che il titolo non ha praticamente nulla a che fare con il testo. “Fields of Mars” non sono praterie del quarto pianeta, ma un banale “campo di Marte”; la fenice, ancorché spiegata nel testo, non l’ho affatto compresa. Ad ogni modo la storia racconta di una spedizione che viene mandata indietro nel tempo fino alla Gerusalemme dell’ 8 d.C. No, Gesù non c’entra, almeno direttamente. Il motivo della spedizione è legato all’impero Romano. Si vede che Jackie Anders è americana, con tutte le spiegazioni aggiunte nella parte iniziale del libro – la più debole, a mio parere: lascia troppi buchi nella trama. Il resto del romanzo scorre molto meglio, anche se c’è uno svarione enorme: a un certo punto i protagonisti risalgono l’Adriatico per arrivare a… “Venice”. Certo, esisteva la Venetia, ma era una regione: la città di Venezia nacque dopo qualche secolo….

Ancora sui lampioni lampeggianti

Se ricordate, avevo raccontato di come una segnalazione al sito A2A avesse portato alla riparazione di un lampione. Peccato che le cose non funzionino sempre così.
Tre settimane fa, tornando a Milano, mi accorsi di un lampione lampeggiante in viale Fulvio Testi. Controllai il numero del lampione, ma mi dimenticai di segnalarlo. La settimana scorsa il lampione era sempre lampeggiante: stavolta mi ricordai di andare al sito per scoprire che viale Fulvio Testi non era presente nella base dati di A2A. Vabbè, lunedì scorso chiamai il numero verde e indicai i dati a mano. Sabato sono ancora passato di là: il lampione continua a lampeggiare. Il problema è la segnalazione vocale, oppure semplicemente l’ultima volta è stato un caso?

Povero Travaglio

Dev’essere dura sperare di aver finalmente trovato un partito (pardon, un moVimento) che la pensa come te sul giustizialismo senza se e senza ma, e poi scoprire che non è così. Tralasciamo la considerazione che non stavamo parlando di un giudizio penale del popolo, ma bensì di un modo per sottrarre qualcuno al giudizio: nonostante il quesito pentastellato lo spiegasse bene (il quesito finale era persino più esplicito di quello già per me chiaro di cui scrivevo ieri) non credo siano stati molti i votanti che se ne siano accorti.

D’altra parte è molto più facile essere giustizialisti quando lo Stato non siamo noi, è nella natura umana. Il problema per Travaglio è però un altro: lui funziona meglio come oppositore a prescindere, e in effetti il Fatto Quotidiano andava benissimo con Berlusconi al governo, ma in questo momento a quanto pare non c’è un’opposizione urlante, checché Renzi speri. Povero Travaglio, davvero.