Distanziamento sui mezzi pubblici

La telenovela del distanziamento sui mezzi pubblici continua. Quando Italo e Trenitalia hanno contemporaneamente deciso di seguire la direttiva di metà luglio e permettere di nuovo l’uso di tutti i posti a sedere e parte di quelli in piedi nei treni ad alta velocità, il trambusto è stato tale che il ministro Speranza ha subito emanato una nuova circolare (di sabato!) per bloccare il tutto, costringendo NTV a cancellare alcuni treni. Perché, vi chiederete? Da quanto ho capito, perché erano stati già riempiti oltre il 50% e quindi era più semplice cancellarli e al limite riprogrammarne degli altri.

Ma questo vale solo per l’alta velocità, visto che per il traffico locale le regioni se ne fregano. La Lombardia ha la faccia tosta di affermare che

“Le decisioni assunte ieri dalla Regione […] puntano a un allineamento con quanto già posto in essere da tempo, in materia di trasporto pubblico locale, da Regioni confinanti con la Lombardia”

o detto in altri termini “Signora maestra! Io ho fatto come il mio amichetto!”. Il Piemonte preferisce ammettere che non ce la fa; altri – come ATM a Milano – fanno la mossa dell’opossum, lasciando gli adesivi sui posti ma mi sa facendo finta di nulla se vengono occupati.

Mi chiedo solo se c’è qualcuno che ha davvero un’idea di cosa si possa o non si possa fare con sicurezza non dico assoluta ma abbastanza alta, oppure ci si limita a fare affermazioni politiche. D’altra parte c’è anche la storia dei verbali del comitato tecnico-scientifico sulla pandemia secretati. La mia sensazione è che non si voglia avere un caso l’Aquila alla rovescia, e qualcuno sia pronto ad accusare esperti e governo di avere esagerato con la prudenza; ma sono convinto che sarebbe meglio trovare un altro sistema per tutelare chi ha espresso le sue considerazioni che poi sono arrivate al governo.

Ultimo aggiornamento: 2021-06-11 11:41

Un pensiero su “Distanziamento sui mezzi pubblici

  1. Bubbo Bubboni

    Non ho capito bene il pippozzo. Cosa fare scientificamente è chiarissimo e quello che ancora non si sa sul virus non modifica le condizioni di propagazione e di concentrazione della carica virale a cui l’organismo non può regire senza danni. La situazione dei trasporti era già pessima prima e ora non è migliorata. Le competenze date alle regioni sono incoerenti ed insensate ma questo parte dalla strategia anti-lega degli anni 2000 e dalla disastrosa riforma del titolo V. Tutti gli esperti hanno fatto tesoro del caso Aquila e il massimo che osano dire senza timore è che i cittadini sono stupidi, si ammassano e si ammalano danneggiando l’economia. Tutti i burocrati sanno che le cause penali e civili potrebbero non fare in tempo a cadere in prescrizione ed agiscono di conseguenza. Fare adeguati scudi penali non è facile, le corti internazionali sono difficili da accontentare e comunque è agosto anche a Roma. Insomma, cosa c’è che non va?

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