Cecilia sta facendo DAD dall’inizio della settimana scorsa, dato che una sua compagna è risultata asintomatica. I protocolli attuali dicono che si può rientrare a scuola se dopo 10 giorni c’è un tampone negativo, oppure se si è rimasti asintomatici per 14 giorni. Il primo caso è in pratica infattibile, e comunque i risultati arrivano dopo vari giorni; visto che tanto la ragazzina stava bene abbiamo scelto di aspettare i 14 giorni, limitandoci a un tampone rapido fatto privatamente. (Lo so, il tampone rapido non è così preciso. Ma in questi casi io sono un bayesiano)
Domani dunque Cecilia potrà tornare a scuola. Per farlo occorre un’autocertificazione: e fin qua nulla di strano. L’autocertificazione deve essere inviata alla scuola: di nuovo, nulla di strano. Ho mandato una PEC per semplicità. Ma l’autocertificazione deve essere anche inserita nel registro elettronico. E qua ho finalmente scoperto come si fa. La cosa è estremamente logica e intuitiva: bisogna entrare nella sezione “aule virtuali” nella quale c’è un’aula “giustificazioni”; da lì si invia il documento ai docenti. Notate che nel menu c’è una sezione “assenze” che però non ha nulla a che fare, tanto che quando ho tenuto Jacopo un giorno a casa non sono assolutamente riuscito a capire cosa fare e ho scritto la giustificazione sul diario cartaceo. Ah: naturalmente le spiegazioni di come fare sono state postate nella chat di classe con un comodo video da un minuto e mezzo.
Finita qui? No. Occorre anche portare il modulo in formato cartaceo. Utilissimo.
Aggiornamento: alle 17:30 è arrivata comunicazione che domani i ragazzi saranno ancora a casa :-(

La filosofia della matematica è ancora meno studiata della filosofia della scienza, o perlomeno è meno nota al pubblico anche colto. Si sente parlare di Popper e Kuhn, se non proprio di Lakatos e Feyerabend: ma per la filosofia della matematica? Ho preso così questo libretto (Ettore Casari, La filosofia della matematica del ‘900, Sansoni 1973, pag. 95), che pur avendo ormai quasi secolo di vita permette di avere un rapido compendio dello sviluppo della materia, dai primi vagiti a inizio dell’Ottocento fino alla metà del secolo scorso. Il compendio in realtà occupa sì e no un terzo del libro, perché Casari ha scelto poi di presentare alcuni stralci delle opere dei filosofi in questione, in modo da permettere al lettore di vedere le loro parole vere e proprie (ancorché tradotte). In definitiva, il testo non è certo per il grande pubblico, ma secondo me ha ancora un suo valore.