Quizzino della domenica: Catena di domino

Le tessere del domino sono composte da due numeri affiancati, compresi tra 0 e 6. Nel gioco occorre formare una catena dove due tessere possono essere unite solo quando hanno lo stesso numero sui due lati.
Nella figura qui sotto vedete una catena con sette tessere, unite secondo le regole del domino; la cosa interessante è che la somma S dei valori nelle due righe e nelle due colonne è sempre la stessa. Sapete trovare qual è la catena?


i pezzi del domino

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p488.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema tratto da Louis Thépault, Le chat à six pattes et autres casse-tête.)

The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage (libro)

copertina [Nota: è appena uscita la traduzione italiana, Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, tradotta dalla mia amica Marta Maria Casetti. Ma io avevo comprato un anno e mezzo fa l’edizione inglese e ho sfruttato l’occasione per toglierla dallo scaffale e leggerla] Charles Babbage e Ada Lovelace sembrerebbero due personaggi dei fumetti, e infatti Sidney Padua aveva disegnato una breve storia per un Ada Lovelace Day. Ma da cosa nasce cosa, e alla fine è uscito fuori un libro intero (Sidney Padua, The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage : The (Mostly) True Story of the First Computer, Penguin 2016 [2015], pag. 320, Lst 13,99, ISBN 9780141981536). Solo che la storia reale è breve e triste. Ma Padua è fuori come un balcone, e così si è messa a creare un “pocket universe” dove l’Analytic Engine è stato effettivamente costruito e Ada non è morta giovane di cancro, ma ha continuato a lavorare con Babbage, partecipando a mirabolanti avventure dove troviamo di tutto, da Coleridge a George Eliot, da George Boole a Lewis Carroll. Ma questo non sarebbe ancora nulla: in un turbinio di note a piè di pagina e note alla fine del capitolo, Padua spiega per filo e per segno quali sono le sue fonti – molte frasi pronunciate dai protagonisti sono effettivamente loro – e giustifica i suoi anacronismi che nascono per esigenze umoristiche ma non sono mai così lontani dalla realtà da essere del tutto implausibili. Il libro insomma non è solo da gustare per i disegni, ma da leggere da cima a fondo. Imprescindibile.

Pietro Greco

In rete ognuno ha la bolla che si è costruito: la mia bolla oggi sta piangendo l’improvvisa morte di Pietro Greco. Conobbi Pietro nel 2016: l’editore Franco Angeli aveva lanciato una nuova collana di libri di scienza, e in occasione di BookCity aveva organizzato un panel dove abbiamo partecipato entrambi; io come il solito cyaltrone, e lui come giornalista e divulgatore scientifico. Scherzando, diceva che uno dei libri presentati, In viaggio con π, era in fin dei conti “roba sua”: non si chiamava forse P.Greco? (in effetti aveva appena pubblicato Storia di pi greco per Carocci…)

Ma sono state tantissime le cose che ha fatto nel campo della divulgazione. Io lo sentivo spesso a Radio3 Scienza con i suoi Gettoni di scienza; altri l’avranno conosciuto al master di comunicazione scientifica della Sissa di cui è stato condirettore, o nelle mille altre occasioni in cui partecipava a un convegno; oppure avrà letto uno dei suoi trenta e più libri. Neanche un mese fa ho recensito Homo, il suo penultimo libro – ho scoperto che ne aveva già scritto un altro sulla fisica quantistica. Quando l’editore mi ha chiesto se ero interessato a scrivere qualcosa sul libro, ho subito accettato sulla fiducia, sapendo che ci avrei trovato tantissime cose interessanti.

Oltre a tutto questo, Greco era una persona davvero gentile e alla mano, nonostante la sua cultura a tutto campo. È per quello che probabilmente non ha mai avuto la fama che si sarebbe meritato; ormai se non sbraiti in tivvù il grande pubblico non saprà mai nulla di te. Che la terra gli sia lieve.

Le smart features in Google

In questi giorni, se usate Gmail, vi è sicuramente arrivato il popup mostrato qui, che vi chiede se volete usare le “smart feature”. Se gentilmente declinate l’invito, vi arriva una seconda pagina in cui Page&Brin vi chiedono se siete proprio certi di non volere le imperdibili migliorie; confermando il “no grazie”, su Gmail vi appare ancora un invito ad accettarle. (Chiudendo quella finestra per ora sembra terminare lo spam).

La mia più che trentennale esperienza mi permette di dire che quando ci viene chiesto con tanta insistenza qualcosa ci sono due forze in gioco: chi lo fa è obbligato a chiedercelo, e gradirebbe che non lo facessimo. Il blog di Google ha un post dove dice fondamentalmente che tutte queste cose le si poteva già fare (vero: io per esempio avevo tolto le etichette personalizzate). Ma quando io leggo una frase come «That’s why our engineers at the Google Safety Engineering Center in Europe developed Privacy Checkup» so che c’è stato un obbligo dell’Unione Europea: in questo caso direi la direttiva ePrivacy, secondo quello che afferma in una notizia correlata la BBC.

Qualcuno ha mica un bignami di quello che fa? E come mai non ho letto nulla sull’italica stampa?

Problemi di connessione OTA?

L’altra sera do un’occhiata alla sveglia, uno di quei modelli Lidl che si connette automaticamente Over The Air con Francoforte per restare sincronizzata, e noto che invece che le 10 di sera indica le 5 del mattino (di un mese e due giorni fa). La reimposto manualmente, e scopro che in effetti anche l’anno non è corretto, ma segna… il 2083.

A parte congratularmi con chi ha pensato uno standard pensato per durare quasi un secolo, mi chiedo come mai lo standard in questione non ha pensato a fare una codifica un po’ più robusta del segnale per verificare localmente di avere ricevuto correttamente i dati…

sempre sul mancato lockdown

Vorrei fare una precisazione sulla mia lamentazione di domenica scorsa. È ovvio che tutte le persone in giro ne avevano pieno diritto. (Non avevano diritto di camminare con la mascherina abbassata, ma quella è una storia collaterale). Il punto è un po’ diverso. Io non mi aspetto che l’italiano medio – ma nemmeno il tedesco medio, se per questo – pensi alle conseguenze delle sue azioni e quindi agisca per ridurre il rischio globale. Pertanto mi aspetto che sia il legislatore a fare in modo che l’italiano medio sia costretto a farlo, esattamente come Angela Merkel ha fatto in modo che il tedesco medio lo faccia. Non si vuole farlo? Si ritiene preferibile avere qualche morto in più ma salvare lo shopping natalizio? Nema problema. Basta appunto dirlo chiaramente e non lamentarsi dopo.

Le tante vite dell’archivio storico della Stampa


Tra le tante vittime che la fine di Adobe Flash sta mietendo, c’è anche l’archivio storico della Stampa. Il sito, che conteneva tutti i numeri del quotidiano dal 1867 al 2005, aveva infatti un’interfaccia Flash, e da oggi non è “disponibile a causa di prolungate attività di manutenzione.” Di per sé le pagine erano state distribuite in formato JPEG; ma il problema, come aveva scritto Mario Tedeschini Lalli, era che non si capiva bene chi stia effettivamente gestendo il sito, tra fallimenti vari degli enti preposti.

Ieri sulla Stampa è apparso un articolo più o meno rassicurante: la regione Piemonte si è assunta l’onere di far rifare l’interfaccia al CSI, e in due mesi si dovrebbe tornare ad avere a disposizione l’archivio. Perché dico “più o meno rassicurante”? Semplice: perché c’è scritto che l’archivio «sarà aggiornato con le ultime versioni degli applicativi di lettura e protetto con nuovi sistemi antintrusione» (grassetto mio). Perché servono sistemi antintrusione? Non ne ho la più pallida idea, come non ho idea se il CSI userà software libero o un’interfaccia proprietaria per la visualizzazione, se il materiale sarà conforme agli standard aperti internazionali – il che permetterebbe di rientrare nelle collezioni di Europeana con gli altri significativi progetti europei, pur se Europeana non è molto considerata dal nostro ministro Franceschini. Spero inoltre che l’interfaccia sarà accessibie e l’OCR, quando presente, sarà disponibile ai non vedenti. Insomma tutte le cose che oramai ci si aspetta da un archivo di questa importanza.

Quello che però so è che fortunatamente le scansioni delle singole pagine dei giornali sono state rilasciate secondo una licenza Creative Commons, per la precisione la CC-by-nc-nd-it 2.5 che permette l’uso non commerciale e senza creare opere derivate indicando l’autore originale. Questo significa che per esempio non possono stare su Wikipedia, dove tutto il materiale può anche essere riusato commercialmente; ma che possono essere salvati da qualcun altro. Ecco dunque che gli amici di Internet Archive hanno scaricato l’archivio – è quasi un TB – e stanno lentamente mettendolo a disposizione. Tra l’altro vedo un vantaggio: a questo punto sarà possibile anche migliorare manualmente i risultati dell’OCR, che vi assicuro essere problematico con copie di cento e più anni fa. Un lavoro costosissimo, ma che potrà essere man mano fatto da chi è interessato a qualche articolo specifico. Non è una cosa bellissima?

Aggiornamento: (16 dicembre) È ora presente su Internet Archive anche la collezione relativa.

Carnevale della matematica #145

“becchetta tra i cespugli”
(Poesia gaussiana)

logo-carnevale_matematica
Benvenuti all’edizione numero 145 del Carnevale della Matematica! Il tema, tanto per vedere come l’avreste trattato, è “lettere”. Tanto lo sappiamo tutti che in matematica ci sono lettere di tutti i tipi, no?

Ecco poi la cellula melodica fornitaci come ogni mese da Dioniso, che la definisce un po’ più inconsueta:

In effetti, anche se ben nascosto, troviamo un tritono…

Numericamente parlando, il 145 non ci dice molto. Però è un numero pentagonale, è la somma di due quadrati consecutivi (8²+9²) ma soprattutto è un numero di Leyland. No, non c’entra la defunta casa automobistica britannica. I numeri di Leyland sono quelli della forma xy + yx, con x e y interi positivi. In effetti 145 = 81+64, cioè 34+43. Inoltre 145 = 1!+4!+5!, e pertanto è un fattorione in base 10. Questa effettivamente non è una proprietà banale: a parte i banali 1 e 2, l’unico altro fattorione in base 10 è 40585.

Cominciamo con un video… in inglese. Adam Atkinson ha partecipato al prequel on line di G4G14 con un video dove racconta come ha scoperto che in Italia nessuno parla dei numeri misti. Non sapete cosa siano i numeri misti? Nessun problema, guardate il video e scoprirete tutto. Ah, già che parliamo di video: nell’ambito del Mese della Scienza promosso dalle biblioteche modenesi, Roberto Zanasi e il vostro affezionato tenutario hanno fatto una diretta Facebook dal titolo “Chi ha paura della matematica?”, diretta tenutasi opportunamente di venerdì 13. Chi se la fosse persa può rivederci su YouTube.

A proposito di Roberto Zanasi, la sua idea di “lettere” consiste soprattutto di punti e linee. Qual è la capacità di un canale che trasmette con la codifica Morse? Quanta informazione passa? Qui viene finalmente fatto il calcolo e fornito un numerino. No, non lo spiego a parole.

Chi si è ringalluzzito a sentire parlare di “lettere” sono stati i Rudi Mat(h)ematici, il trio più logorroico della matematica divulgativa italiana. In effetti questo mese capitano ben due compleanni, e si sa che i compleanni dei Rudi sono un tripudio di lettere se non proprio letteratura!
Il primo compleanno è “19 Novembre 1901 – Buon compleanno, Nina!”, ed è dedicato a Nina Bari (sembra un nome italianissimo, forse è il caso di specificare anche il patronimico “Karlovna”). Il titolo originale era “Radici”, e parla di genealogie, ovviamente finendo con il parlare anche del Mathematical Genealogy Project. Uno dei rari compleanni scritti a quattro mani, in cui la prima stesura è stata scritta da Alice.
Poi si va a caccia di pulci: per la serie “Quick&Dirty” hanno spedito in rete proprio questo “Pulci” in cui il GC si diverte a fare le pulci a qualcun altro.
Il problema di Novembre (627) – Improbabili lezioni private”, che fa ovviamente parte della serie istituzionale dei post di soluzione ai problemi pubblicati su “Le Scienze” di carta, ha alzato un mezzo vespaio, con frequentisti e bayesiani che ancora discutono. Così imparano a parlare dei fondamentali del Calcolo delle Probabilità.
Infine, il preannunciato secondo compleanno: si intitola “8 Dicembre 1919 – Buon compleanno Julia!”, e parla di Julia Robinson. Il titolo originale era “Rivendicazioni” (toh, guarda le coincidenze: due compleanni dedicati a donne, entrambi con titolo composto da una sola parola che inizia per “R”), ed è indubbiamente in tema, questo davvero, con il carnevale: uno spreco spettacolare di lettere, un giro preso alla lontanissima che parte dalle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, gira in Australia, torna negli USA di Martin Luther King, si perde nelle trame di Star Trek, svicola sulla crisi cubana e sulle elezioni presidenziali americane, prima di riuscire a parlare della matematica americana e del suo figlioccio russo. I Rudi scommettono che la percentuale di lettori che arrivano fino alla fine oscilli tra l’uno e il due percento. Fate voi.

Annalisa Santi ha pensato che il tema “Lettere” sia perfetto per parlare di un piccolo ma affascinante libretto “L’arte della matematica”, un epistolario, che sicuramente affascina e impegna per la profondità e la complessità dei temi toccati, in cui si contrappongono, ma con grande affetto, il pensiero da matematico di André Weil e quello filosofico di sua sorella Simone Weil; un confronto che si incentra sull’antica questione della commensurabilità/incommensurabilità fra grandezze, tema centrale della matematica greca, dibattito che caratterizza ancora oggi la matematica. Da Matetango, L’arte della matematica…lettere tra Simone e André Weil

Leonardo Petrillo ha invece persino esagerato: niente lettere, ma addirittura simboli. Parla infatti di un interessante cifrario: il Cifrario Dorabella, scritto nientemeno che dal noto compositore inglese Edward Elgar nel 1897. Il post si potrebbe dunque definire come un piccolo viaggio a cavallo tra matematica, musica e crittografia.

Paolo Alessandrini ha scelto di scrivere un post dedicato a una lettera: X, “Il post con il titolo più breve di tutta la storia (tra pochi giorni decennale) di Mr. Palomar”. Nel post si accenna ad alcune delle teorie proposte per spiegare la scelta della lettera X per indicare l’incognita in matematica.

Per quanto riguarda MaddMaths!, loro giocano facile perché sono in tanti. Ma ci saranno anche lettere? Decidete voi.
Questo mese è uscita la biografia a fumetti di Vito Volterra, La funzione del mondo – una storia di Vito Volterra. Scritta da Alessandro Bilotta e disegnata da Dario Grillotti, la storia a fumetti nasce dalla collaborazione tra Feltrinelli Comics, la collana di fumetti di Feltrinelli Editore diretta da Tito Faraci, e Cnr Edizioni, la casa editrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche. C’è anche una recensione di Sandra Lucente e un’intervista con il nipote omonimo Vito Volterra.
È uscito Archimede 3/2020. L’emergenza Covid continua, ma intanto la scuola ricomincia. Ed è quindi il momento giusto per cercare di fornire del materiale didatticamente utilizzabile sulla modellistica matematica delle epidemie, uno dei principali strumenti di comprensione dell’evoluzione del contagio. A questo tema è dedicato l’articolo di Stefano Daniele Sarti che apre questo numero che può essere utile come punto di partenza per una discussione in classe negli ultimi anni delle superiori. Segue un breve intermezzo ludico di Luca Granieri sulle “magiche” proprietà del numero nove. Infine un contributo di Giulia Lisarelli e Federica Poli basato su un percorso laboratoriale sulla divisione nella scuola secondaria di primo grado. Tra le rubriche tornano le strane storie matematiche di Pietro Di Martino e Anna Baccaglini-Frank, che con Damiana Sforzi indagano su alcune misconcezioni degli studenti rispetto alla nozione di numero razionale. Infine il fumetto di questo numero, “Quandòttoto” dell’autrice bolognese Sara Menetti, autrice anche del disegno di copertina, è dedicato ai primi passi matematici nel bambino, partendo da un’esperienza personale.
Chiunque si occupi di matematica a livello professionale sa quanto sia problematico scrivere le formule in modo leggibile e al tempo stesso semplice per chi le scrive. Per anni il LaTeX è stato lo standard per questo tipo di testi. Ora esiste un’alternativa che si chiama TeXmacs. Ne parla Massimiliano Gubinelli in TeXmacs e l’arte della scrittura matematica.
L’uscita dei risultati della rilevazione internazionale TIMSS 2019 fornisce lo spunto anche per discutere, più in generale, di come questi risultati possono essere letti. Riflessioni ad alta voce di Pietro Di Martino
Un’intervista a Daniela Paolotti, ricercatrice della Fondazione ISI di Torino, che si occupa di analizzare dati epidemiologici raccolti in modi non tradizionali generati direttamente dalla popolazione generale invece che dalle autorità sanitarie: Capire il Covid attraverso i dati della rete.
Si affaccia alla ribalta una giovane matematica Raffaella Mulas, che oltre a lavorare all’Alan Turing Institut, propone degli scatenati video divulgativi. Ecco l’intervista a cura di Chiara de Fabritiis e i primi due episodi della video-rubrica di Raffaella, La matematica danzante: Episodio 1: Il Teorema della palla pelosa e La sfera selvaggia di Alexander – La matematica danzante, Episodio 2.
Matematica e Cultura – Recensione di “Imagine Math 7” Se a marzo 2019 vi siete persi il convegno Imagine Math 7 all’interno della Venice Conference Mathematics and Culture, se siete matematici o pittori, se siete maghi o banchieri, ballerini o giornalisti, filosofi o esattori delle tasse, musicisti o inventori, in pensione o ancora bambini, comuni mortali o meglio ancora immortali, insomma chiunque voi siate, potete ritrovare ogni minuto perso – e anche di più – nel libro nato da questo convegno, edito da Michele Emmer e Marco Abate e pubblicato dalla Springer. Lo recensisce Raffaella Mulas.
Alberto Saracco ci propone i video della serie “Un matematico prestato alla Disney“, in cui fa divulgazione della matematica traendo spunto da storie di paperi e topi. Questo mese ci sono Un matematico prestato alla Disney 26 – I conti alla rovescia – Cos’èla matematica?; Un matematico prestato alla Disney 27 – Da Paperopoli a Lillehammer – L’area; Un matematico prestato alla Disney 28 – Speciale Natale – Il principe delle nebbie – Tutorial fiocchi di neve.
Marco Menale continua la sua rubrica “La lente matematica” con due post: Matematica e democrazia: storia di un paradosso e Gestire le risorse.
Gabriele Carelli discute se la legge di Benford si applica alleelezioni presidenziali americane.
Continua il Dialogo sui numeri primi di Alessandro Zaccagnini: Giornata ottava, nella quale si discutono i problemi aperti sui numeri primi,
E non dimentichiamo i Mathematical Graffiti di Stefano Pisani! Mathematical Graffiti #5 – George Dantzig e… i compiti a casa,

Per quanto mi riguarda, sul Post ho scritto Non usate a sproposito la legge di Benford a proposito di presunti brogli nelle elezioni statunitensi (no, almeno gli esempi fatti non provano nulla) e due recensioni: Homo di Pietro Greco, che sfata la vulgata secondo cui l’arte è completamente scorrelata dalla scienza (anche se continuo ad avere qualche dubbio sulla letteratura…) e La funzione del mondo, fumetto di Alessandro Bilotta e Dario Grillotti sulla vita di Vito Volterra. Entrambi i libri sono consigliati! Sulle Notiziole trovate i quizzini della domenica: Quattro operazioniTirare drittoCrittosomma latinaDa uno a seiLa filosofia della matematica del ‘900 di Ettore Casari, un rapido compendio delle varie correnti di pensiero; Intelligenza artificiale di Stefano Quintarelli et al, che però non è che mi abbia detto molto; La matematica è politica di Chiara Valerio, che ho letto in modo diverso dalle tante recensioni presenti in rete.