Quello che non dicono sul referendum per l’eutanasia

La Corte Costituzionale ha già esplicitamente affermato alcune cose: che una persona capace di intendere e volere «può già decidere di lasciarsi morire chiedendo l’interruzione dei trattamenti di sostegno vitale e la sottoposizione a sedazione profonda continua» fino al momento della morte naturale e che il Parlamento deve intervenire per emanare una legge organica, cosa che la Consulta non può certo fare (è l’ABC della separazione dei poteri). Visto che a quanto pare il Parlamento da quell’orecchio non ci sente, l’Associazione Luca Coscioni ha deciso di raccogliere le firme (anche digitali, usando SPID) per un referendum. Ma la cosa può funzionare? Ho dei forti dubbi.

Se passasse il quesito referendario, la nuova formulazione dell’articolo 579 del Codice penale (omidicio del consenziente) diventerebbe

Chiunque cagiona la morte di un uomo, col consenso di lui, è punito con le disposizioni relative all’omicidio [575-577] se il fatto è commesso:
1. Contro una persona minore degli anni diciotto;
2. Contro una persona inferma di mente, o che si trova in condizioni di deficienza psichica, per un’altra infermità o per l’abuso di sostanze alcooliche o stupefacenti;
3. Contro una persona il cui consenso sia stato dal colpevole estorto con violenza, minaccia o suggestione, ovvero carpito con inganno [613.2]

A prima vista sembrerebbe tutto ok: in pratica si otterrebbe la non punibilità del medico che acconsente alla richiesta di morire da parte del malato terminale. Per i minorenni e i malati di Alzheimer che pure avessero scritto in precedenza di voler morire le cose resterebbero comunque come adesso, ma come ho citato sopra la Consulta ha già detto che le leggi attuali non sono non conformi alla Costituzione. [Un inciso. Questo non significa che non possa esserci una legge che permetta il suicidio assistito per queste persone, ma semplicemente che la legge in questione deve essere scritta in modo da rispettare la Costituzione.] Il problema è che fatta così la legge diventerebbe troppo ampia: io potrei chiedere a qualcuno di uccidermi per una qualunque ragione, anche se sono sano come un pesce. Non sono certo un costituzionalista, ma mi sa che questo non rispetti l’articolo 32, comma 2, quando dice «La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.» – lo stesso comma che presumo sia stato sfruttato per la sentenza all’inizio. Ergo, io aspetto di vedere se il quesito sarà ammesso prima di decidere il da farsi, e non firmo.

As Easy As Pi (libro)

Di per sé non ho nulla contro un libro di curiosità sui numeri; in fin dei conti ne ho scritto uno anch’io. In questo caso (Jamie Buchan, As Easy As Pi, Michael O’Mara 2009, pag. 176, $9,99, ISBN 9781843176367), però, mi duole dire che il risultato non vale molto la pena. Almeno a me dà molto fastidio leggere un paragrafo su un’espressione che non avevo mai sentito, scoprire il suo significato, e poi trovare scritto “Non sappiamo però da dove sia nata l’espressione”, che è la parte più divertente. Il libro può insomma andare bene per un ragazzino, ma non molto di più.

Quizzino della domenica: l’angolo misterioso

Prendete un triangolo equilatero ABC, disegnate l’altezza CD, trovate il punto medio H di CD e costruite due quadrati sovrapposti di lato DH e HC, come mostrato in figura. Quanto vale l’angolo CKD, dove K è il punto di incontro di FG e AB?


[Il triangolo con i due quadrati]
(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina https://xmau.com/quizzini/p538.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Catriona Agg.)


Chi ha tempo non aspetti tempo

Ieri i gemelli hanno compiuto 12 anni. Stamattina hanno ricevuto la prima dose di Pfizer.
Il duo era prenotato per il 30 agosto a Milano, ma abbiamo sfruttato l’ambulanza del progetto Gulliver che stamattina sostava sul lungomare e gli accordi di reciprocità che regione Liguria ha stretto con Lombardia, Piemonte ed Emilia. Tutto tranquillo, a parte gli otto minuti per convincere Cecilia a farsi iniettare il vaccino…

L’uranio di Mussolini (ebook)

Romanzo ambientato nella Sicilia del 1934, questo libro (Franco Forte e Vincenzo Vizzini, L’uranio di Mussolini , Mondadori 2021, pag. 516, € 10,99 (cartaceo: € 21), ISBN 9788835711094), scritto a quattro mani da Franco Forte e Vincenzo Vizzini, è composto da capitoli alternati tra i due protagonisti, il commissario siculo Vincenzo Ibla e il funzionario milanesi dei servizi segreti Franco Durante, con alcune incursioni del “signor Smith”. Di Mussolini ce n’è poco, e di uranio ancora di meno, nonostante quanto appaia nelle prime pagine: la storia è un giallo, che parte dall’omicidio di un miliziano fascista e si snoda tra mille tracce, compreso il futuro aeroporto di Comiso che rimane sullo sfondo della storia.
Secondo me ci sono troppe sottotrame che alla fine non rimangono spiegate, anche se ho il sospetto che il libro sia pensato come primo volume di una saga; e io che non leggo Camilleri ho dovuto ricorrere spesso a una ricerca in rete per le espressioni in siciliano che sono molto comuni. Detto questo, devo dire che il racconto mi è piaciuto parecchio.

La Liguria e i foresti

Anna ha un problema con il suo bancomat IWBank. Funziona perfettamente per fare acquisti, ma non entra negli sportelli ATM. (Per la cronaca, alla fine abbiamo chiamato il call center e ci è stato detto che la tessera è smagnetizzata: probabilmente i POS usano il chip e quindi non se ne è mai accorta).
Ieri ha provato ad entrare nella filiale di Chiavari di Intesa-Sanpaolo, che l’anno scorso ha preso il gruppo UBI Banca e quindi anche IWBank. Le è stato detto che “sì, qui ci sono anche dei dipendenti IWBank, ma parlano solo con i chiavaresi”.

Ok, a ripensarci probabilmente questi dipendenti sono dei promotori finanziari e quindi possono solo gestire i clienti locali: ma a sentirlo dire così viene proprio in mente la classica rappresentazione dei liguri…

Il viaggio della St.Jemis (libro)

Nella storia della fantascienza sono noti i cosiddetti “juveniles” di Heinlein: racconti dove il protagonista è un giovane ragazzo (rigorosamente maschio, ricordiamoci che stiamo parlando di libri scritti tra il 1947 e il 1958) che fa cose ” da adulti”. Definirli banalmente “libri per ragazzi” è riduttivo: Heinlein li scrisse per un pubblico di tutte le età, e la differenza principale con i romanzi per così dire standard è solo nella possibilità di un giovane lettore di immedesimarsi con i protagonisti. Ecco: in questo caso (Isolde Fulke, Il viaggio della St.Jemis : , Forevera Books 2021, pag. 355, € 11,99, ISBN 9798544333456) abbiamo un juvenile in piena regola. La St.Jemis è una vecchia astronave più o meno in disarmo che è stata riconvertita in una nave scuola per gli orfani della Grande Guerra Interplanetaria, gestita da Ferdinando, un ex militare. Alcuni dei ragazzi non sono mai stati adottati, per varie loro menomazioni, e costituiscono l’equipaggio della nave. Marlo è il più grande di loro e fa da vice a Ferdinando. Il gruppo prevede come tutti gli anni di fare una Crociera d’Istruzione durante le vacanze estive: solo che il propulsore principale è rotto, e per recuperarne uno nuovo accettano di fare un’operazione di recupero per un venditore di pochi scrupoli. La spedizione riesce sin troppo bene, e i ragazzi si ritrovano in mezzo a una serie di avventure nel sistema solare.
Rispetto ad Heinlein c’è sicuramente meno sessismo: Isolde Fulke fa affiancare a Marlo una coprotagonista femminile, Stella, che è cieca ma con due innesti oculari che le permettono di vedere ma anche una specie di lettura delle emozioni di coloro vicino ai quali si trova. In generale la storia è avvincente e la trama scritta bene: le uniche cose che io non ho apprezzato moltissimo sono state le frasi che a volte sembravano più rincorrere la lingua parlata che quella scritta. Ma d’altra parte io sono un boomer, non potete pretendere molto da me!

Ho parlato di sudoku (più o meno)


Qualche giorno fa è morto Maki Kaji, fondatore di Nikoli e “padrino del sudoku”. A Radio 3 Fahrenheit oggi si è parlato di sudoku e di giochi vari, e sono stato intervistato. Qui l’audio (il mio intervento è all’inizio della trasmissione).

Ah, poi sono andato a controllare una cosa a cui non ho saputo rispondere (per i curiosi: sapevo che avremmo cominciato con la storia del sudoku, ma tutto il resto è stato improvvisato. Altro che interviste predisposte…) “Gioco” deriva dal latino “iocus”, che è uno scherzo (anche greve) o un gioco di parole. Chissà perché in italiano c’è stata questo passaggio al gioco.

Aggiornamento: (21:35) gli amici del Post mi hanno ricordato che nel lontano 2010 avevo già scritto del sudoku. Ovviamente non mi ricordavo affatto di averlo scritto. Però rileggendolo sono contento, perché ho comunque detto le stesse cose :-)