Spie e vaccini

Martedì La Stampa ha pubblicato un articolo in cui si legge che delle spie russe hanno rubato i dati relativi al vaccino AstraZeneca, che come ricordate è stato fabbricato con l’aiuto dell’università di Oxford, per creare il loro vaccino Sputnik.

Tutto è possibile, lo sappiamo bene: e visto quanto le case farmaceutiche sono gelose dei loro risultati, e dei miliardi di utili che gli fanno loro fare, è chiaro che la posta in gioco è tanta. Però avrei già qualche dubbio nel fidarmi di uno scoop del Sun (ah: come è usuale, alla Stampa si sono “dimenticati” di mettere il link alla fonte. Dobbiamo accontentarci che almeno abbiano scritto quale quotidiano fosse). Inoltre la tecnica usata da questi due vaccini (partire da un adenovirus usato come vettore) è consolidata, e dato che se non sbaglio questo coronavirus è stato sequenziato non è che sia necessario copiare la formulazione. Altra cosa sarebbe stata la copia di un vaccino a mRNA.

Insomma, io i miei dubbi li ho. Al Sun forse li avevano o forse no, ma dal loro punto di vista la cosa era irrilevante. Spiace vedere che La Stampa abbia seguito la stessa linea.

Boicottaggi

Leggo che La scrittrice irlandese Sally Rooney non ha autorizzato la traduzione in ebraico del suo ultimo libro, come segno di protesta nei confronti dei palestinesi e quindi boicottaggio di Israele.

Io sono favorevole alle azioni di boicottaggio, soprattutto quando toccano il nostro portafoglio e quindi non sono pure formalità. Ma non posso fare a meno di chiedermi quanti israeliani interessati ai libri di Rooney non comprendano abbastanza bene l’inglese da leggere il suo ultimo libro in lingua originale. Certo, se ci fosse un boicottaggio verso gli italiani le cose sarebbero molto diverse :-)

Tra qualche mese…

Come potete vedere qui.

(Domenica sera ho consegnato il manoscritto. Ci è finito dentro praticamente di tutto, dai – fasulli – triangoli di corda egizi per costruire un angolo retto a Life di Conway)

Non sappia il libro di letteratura quel che fa il libro di storia

storia romana Questo è il primo capoverso del libro di letteratura dei gemelli (Come scintille, Mursia 2018). Quando Jacopo mi ha raccontato cosa aveva studiato, mi sono messo le mani nei capelli.

Sono un boomer, d’accordo, ma mi è ben noto che la massima estensione dell’impero romano si ha sotto Traiano all’inizio del II secolo, non del terzo: e del resto sulla stessa piattaforma hubscuola del gruppo Mondadori lo si può leggere, cercando i testi di storia. Lo stesso si può dire per la fine dell’impero d’Occidente, che effettivamente termina nel 476 ma dopo almeno un secolo di sconfinamenti e invasioni oltre il limes (Attila vi ricorda qualcosa?)

D’altra parte andando alla pagina successiva troviamo un po’ di nomi per la letteratura italiana delle origini, e una cartina dove si mostra la localizzazione geografica di alcuni di loro. Nulla da eccepire su Cavalcanti e Dante, e nemmeno su Francesco d’Assisi. Parecchio da eccepire su Marco Polo: non perché i croati ritengono sia nato a Korčula, ma perché non ha scritto Il Milione, che è stato composto da Rustichello da Pisa a partire dai racconti di Marco Polo, e ad ogni modo è stato scritto in una lingua d’oil e quindi francese delle origini, non italiano. Ma soprattutto molto da eccepire sul fatto che pur raccontando della scuola siciliana e di Jacopo da Lentini, la cartina dell’Italia casualmente è tagliata per non mostrare la Sicilia, mentre sono certo che ai miei tempi non ci fosse questa avversione per quella che fondamentalmente è la prima vera scuola letteraria italiana…

Aggiornamento (9:00) Su Twitter mi hanno fatto notare che nel testo l’impero romano d’Occidente sarebbe terminato nel 476 avanti Cristo. Purtroppo ho spesso un blind spot per a.C./d.C, come avevo raccontato qualche anno fa.

Quizzino della domenica: elimina i quadrati

In un foglio quadrettato infinito, alcuni quadretti sono colorati. Scopo del gioco è eliminare tutti i quadretti colorati. Ci sono due tipi di mosse possibili: (a) se due quadretti hanno un lato in comune, possono essere entrambi eliminati; (b) se un quadretto non ha lati in comune con nessun altro quadretto, può essere eliminato e al suo posto vengono colorati i quattro quadretti che hanno un lato in comune con lui.
Quale delle due configurazioni permette di vincere il gioco?

[Le due configurazioni]

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p545.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema dalla 29th annual Konhauser Problemfest, citato da Stan Wagon nei suoi Problem of the Week.)

La ribellione del numero (libro)

Più di trent’anni fa io lessi questo libro (Paolo Zellini, La ribellione del numero, Adelphi 1985, pag. 274, ISBN 9788845906299) e non ci capii nulla. Ora, forte di una conoscenza un po’ migliore della storia e della filosofia della matematica, mi sono nuovamente cimentato, ma i risultati non sono stati molto migliori. Sicuramente sapevo come muovermi tra la maggior parte delle citazioni, e quasi tutti i nomi non mi erano ignoti. Però mi è restata questa sensazione di non riuscire a capire dove Zellini voleva andare a parare. Certo, ora mi è chiaro che dal suo punto di vista la “crisi dei fondamenti” non è stata affatto tale: la “libertà” completa che i matematici di fine ‘800 volevano avere non esiste e non può esistere, ma il fatto stesso che la matematica non possa essere completamente formalizzata lascia un tipo di libertà del tutto diverso e probabilmente più interessante. (Se si riuscisse a dimostrare tutto, che farebbero poi i matematici?) Ma è probabile che nel testo ci sia molta roba in più che però a me risulta irraggiungibile.

Gli ATM Point e le norme anticovid

Stamattina, mentre accompagnavo i ragazzi a scuola, Cecilia mi dice “Papà, non mi funziona la tessera!” (Nota per i non milanesi: in città gli under 14 viaggiano gratis. Possono mostrare un documento di identità, il che però non mi pare molto il caso, o usare un’apposita tessera. Considerando che poi tornano a casa da soli e prendono la lilla che è una metropolitana non presidiata, la tessera è la soluzione più pratica). La faccio entrare con me, poi controllo all’uscita e su un tram: in effetti non funziona. Nema problema, le dico, mi lasci la tessera e vado all’ATM Point di Garibaldi.

Ora però capita che agli ATM Point si può accedere solo sotto prenotazione. Prendo l’app, la apro… e scopro che alle 8 di mattina di venerdì il primo posto libero in Garibaldi è lunedì 11 alle 10:30. Va leggermente meglio a Zara: il primo posto libero è domani a mezzogiorno. Notate che quando si chiede un appuntamento ci sono varie opzioni di scelta, tra cui “tessera guasta”, quindi in teoria potrebbero esserci delle code differenziate per operazioni più o meno urgenti. Mi sa che in pratica non ci sia nulla del genere. Sicuramente non ci sono assembramenti; ma il risultato finale è che la produttività mi pare tagliata a un terzo di quella prima della pandemia, il che non mi pare una grande idea pratica.

Ah, ora vado anche a reclamare sul sito, ma so già – perché c’è scritto – che «I tempi medi di risposta sono di 10 giorni», nonostante che «Il processo fa parte del sistema di gestione per la qualità secondo gli standard UNI EN ISO 9001 e 14001»…

Cina e Taiwan come lupo e agnello

Avete tutti letto della prova di forza della Cina, che in questi giorni ha ripetutamente violato lo spazio aereo taiwanese. Ma probabilmente non avete letto che per la seconda volta di fila la Cina ha posto il veto sull’ingresso di Wikimedia Foundation come osservatore in WIPO, l’organismo sovrannazionale che si occupa della proprietà intellettuale e del copyright.

Non che un osservatore – che per definizione non ha diritto di voto – possa fare molto; però la Cina ha sostenuto che i progetti collegati a Wikimedia «contengono contenuti errati e favoriscono disinformazione in merito alla politica del “One-China-principle” che vede Taiwan come parte della Cina.». D’altra parte, già Wikipedia è generalmente bloccata in Cina; però bisognerà pur cominciare a bloccarla nel resto del mondo, no?