Mariahpocalypse

Un certo Andy Stone ha citato a giudizio Mariah Carey e la Sony per violazione di copyright sulla canzone “All I want for Christmas is you”. (sì, dopo 28 anni. Evidentemente prima di ora non se ne era mai accorto). Stone afferma che non aveva mai concesso la possibilità di opere derivate del brano dallo stesso titolo da lui composto.

Se ascoltate la versione di Stone vi accorgerete che non ha nulla a che fare con il tormentone della Carey. (Io la trovo più carina, ma questo è un giudizio personale). Il fatto che abbia lo stesso titolo è assolutamente irrilevante: tanto per dire, il folklore beatlesiano racconta che Love Me Do sia stato scelto come lato A del primo loro singolo perché l’altro brano era sì più carino ma aveva lo stesso titolo di una canzone degli anni ’30: ma mica hanno cambiato il titolo!

La probabilità che Stone vinca la causa è insomma nulla. Posso solo immaginare che l’abbia fatto per farsi un po’ di pubblicità (personale e per il suo gruppo): ma ci guadagnerà qualcosa in più di quello che perderà per spese legali?

Gianni Clerici

A me il tennis non dice proprio nulla, più o meno al livello del calcio. Credo di avere tenuto una racchetta in mano una sola volta, nel 1980 mentre ero a Dublino a cercare faticosamente di imparare un po’ di inglese; e l’avrò tenuta per cinque minuti al massimo; né ho mai guardato una partita alla tv. Però leggevo con piacere gli articoli di Gianni Clerici, probabilmente perché il tennis era solo una scusa per parlare di tutt’altro, sparando le proprie sentenze ma facendolo in modo davvero leggero.

Credo che questi ultimi due anni, dopo l’ictus che lo colpì all’inizio del 2020, devono essere stati davvero difficili per lui. Che la terra gli sia lieve.

Il silenzio assordante di Leroy Merlin

Domenica 22 maggio Anna e io siamo andati al Leroy Merlin di Caponago e abbiamo acquistato due pensiline da esterni e un tavolo, sempre da esterni. Quando abbiamo preso le pensiline le abbiamo guardate e abbiamo stabilito che non sarebbero entrate in macchina, o meglio ci sarebbero entrate ma i ragazzi – che avevamo lasciato a Monza dai nonni – no. A questo punto abbiamo detto “fatto trenta, facciamo trentuno”, aggiunto trenta euro all’ordine e fatti inviare a casa. Tempo previsto: cinque giorni lavorativi. Subito arriva la mail con la conferma dell’ordine: data prevista di consegna “31 maggio/1. giugno”. Facendo un po’ di conti sono 7-8 giorni lavorativi, ma va bene così.

Arriva martedì 31 maggio e l’ordine continua a risultare “in preparazione” (notate che le pensiline le avevamo lasciate fisicamente al commesso che aveva detto “ve le tengo da parte sennò non le trovate più). Scrivo al supporto clienti chiedendo il motivo di questo ritardo. Arriva la risposta automatica che dice che verrò contattato entro 48 ore. Vabbè, penso io, il 2 è festa, facciamo entro venerdì.

Arriva sabato 4 giugno. L’ordine è sempre lì fermo “in preparazione”, il servizio clienti è rimasto muto. Provo a telefonare alla “Assistenza clienti telefonica”: solo menu registrati a scelte da tastiera, è assolutamente impossibile trovare un operatore. (Non chiamatela assistenza clienti, se non volete assistere). Alla fine ieri siamo passati direttamente al punto vendita, che comunque non ha una zona vera e propria di informazioni; ho fatto presente la cosa – secondo Anna, molto da incazzato – e hanno provato a vedere se si smuove qualcosa.

Ora, io posso immaginare che a Leroy Merlin siano pesantemente sottostaffati e abbiano vagonate di ordini in sospeso, come anche centinaia di chiamate a cui rispondere. Ma mi rifiuto di accettare che il loro sistema non generi automaticamente un messaggio di avviso di ritardo nella consegna o nella risposta. In pratica, una volta che hanno beccato i soldi per loro è tutto a posto.

Statistiche del sito per maggio 2022

Sono un masochista, è ovvio. Altrimenti perché mostrerei ai miei ventun lettori la lenta morte del mio sito? I visitatori unici sono stati 12880 (-387), le visite sono 29512 (-59); le pagine accedute sono state 113659 (+16304) con 197254 hit (+13088). Il 18 maggio ha visto 1108 visite, il 21 maggio 733. (I due giorni più scarni sono entrambi sabati; le mie recensioni proprio non interessano…). La Top 5:

  1. Sciacalli: 402 visite
  2. Toh, i blog stanno risorgendo: 284 visite
  3. Non ci sono più i comunisti di una volta: 277 visite
  4. Rai Radio 3 Classica e la morte dei palinsesti dettagliati: 271 visite
  5. La mappa delle zone di Milano: 274 visite

Null’altro da segnalare.

Quizzino della domenica: Il gioco della divisibilità

Alice sceglie un numero intero maggiore di 100 senza dirlo a Bob, e lo scrive su un foglietto (per mostrare alla fine del gioco che non ha barato…) Il gioco funziona così: a ogni turno Bob sceglie un numero intero k, diverso da tutti quelli che aveva già scelto e maggiore di 1; se k divide il numero di Alice allora Bob vince, altrimenti Alice toglie k dal numero iniziale e il valore ottenuto diventa il suo nuovo numero. Per esempio, se Alice aveva pensato 123 e Bob ha detto 42, al prossimo turno il numero di Alice è 81 e Bob dovrà scegliere un numero naturale diverso da 1 e 42. Alice vince se il suo numero diventa minore o uguale a zero.

Esiste una strategia vincente per Bob?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p589.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Peter Winkler, Mathematical Puzzles, “Divisibility Game”.)

Sotto il segno del Toro (libro)

Il primo numero 2022 della collana Comics&Science è dedicato a Maryam Mirzakhani, la prima donna a vincere la medaglia Fields (il premio più importante per i giovani matematici) che purtroppo è morta per un tumore qualche anno dopo il premio.
Non c’è nulla in matematica che sia tendenzialmente maschile o femminile: ma all’atto pratico si parla quasi sempre di matematici uomini, come si vede nell’ipotetico Riemann’s Pub che è l’ambientazione del fumetto che è la parte principale del libretto – e dove invito i lettori a riconoscere i vari personaggi ivi ritratti. Ma consiglio soprattutto di leggere anche gli articoli qui presenti, tutti declinati al femminile, proprio per capire non solo qualcosa sulle linee di ricerca di Mirzakhani ma anche sulle difficoltà che le donne continuano a trovare perché il loro lavoro sia riconosciuto.

(Davide La Rosa e Silvia Ziche, Sotto il segno del Toro, Cnr Edizioni 2022, pag. 48, € 7, ISBN 978-88-99-442-125)
Voto: 5/5

A Corrado Augias non interessano i miei libri

Però sono in buona compagnia, visto che in questa donazione ci sono altri 2396 libri (ce n’è anche uno di Aranzulla…)

Posso immaginare che il libro fosse stato inviato dal mio editore per vedere se si riusciva a beccare una comparsata televisiva, cosa che non è successa (ce l’ho fatta poi con Numeralia, in piena notte ma quello che conta è il pensiero), e che in Rai avessero bisogno di posto: meglio mandare i libri al sistema bibliotecario romano che buttarli al macero. Quello che non capisco è come mai il tutto sia sotto il nome di Augias…

(ps: sì, ho notato che è finito nella biblioteca Franco Basaglia. Astenersi dai commenti al riguardo)