Nuovi tasselli nello spezzatino TIM

La scorsa settimana è stata ufficialmente presentata la struttura che verrà spostata in Tim Enterprise. Non ci sono ancora nomi di persone, perché ci sarà sicuramente il mercato delle vacche, ma la cosa è importante perché è il primo vero tassello dello spezzatino TIM.

Per quanto riguarda l’altro tassello, la rete, l’offerta non vincolante da parte di CDP e Macquarie, dopo quella di KKR, smuove sicuramente le acque per due motivi. Il primo è che comunque Vivendi non può continuare a far finta di nulla e valutare la rete 31 miliardi: capisco che voglia rientrare dei soldi persi ma non c’è trippa per gatti. La seconda è più sottile e politica. Se ricorderete, con Draghi si pensava che Open Fiber avrebbe comprato la rete TIM. È arrivata Meloni, e per bocca del suo esperto Alessio Butti ha controbattuto “macché, è NetCo che deve assorbire OpenFiber!” (come scrissi, l’idea avrebbe anche più senso ma fa i conti senza l’oste, una decina di migliaia di persone di troppo. Che succede ora? I due soci di OpenFiber comprano sì NetCo, ma al di fuori di OpenFiber, che alla fine sarà probabilmente fatta assorbire. Così formalmente è Tim che comprerà e Meloni sarà contenta.

Naturalmente tutto questo continua a essere fatto sulla pelle di noi poveri dipendenti…

E che vi aspettavate?

Benvenuti in Val-di-Tara, terra della nostalgia

Immagine di Isola Virtuale

Il dirigente del liceo Carducci di Milano ha fatto bene a respingere le “logiche da curva violenta” a proposito dei manifesti con Meloni e Valditara a testa in giù e dello striscione “Ma quale merito, la vostra è solo violenza”.
Valditara avrebbe fatto bene ad apprezzare il dirigente, se solo non avesse fatto l’opposto con la dirigente del liceo Michelangiolo di Firenze.
Ma vi sareste aspettati qualcosa di diverso?

Quizzino della domenica: Indovina la scatola

Il grande mago Corrad mostra al pubblico tre scatole e cento carte numerate da 1 a 100. Mette le carte nelle scatole, lasciandone almeno una per scatola; poi si fa bendare e dice a uno spettatore di salire sul palco, prendere una carta da due delle scatole, sommare i valori e dirgli qual è il risultato. Corrad ascolterà le vibrazioni delle scatole e riuscirà a vedere quale non è stata toccata. Come farà?


(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p633.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema di Nick Berry da DataGenetics, citato dal blog di Prisma; immagine di Maria Gracia Leandro “tatica”, da OpenClipArt.)

La fisica dei manga (libro)

Ho fatto parecchia fatica a finire questo libro. Non tanto perché io di manga e anime ne conosco ben pochi – sono troppo vecchio, le mie frequentazioni fumettistiche sono ben altre – ma per lo stile troppo piacione. Ma è anche vero che il libro non è pensato per quelli come me, e quindi lascio il beneficio del dubbio: purtroppo l’avevo preso in prestito in biblioteca e ho dovuto restituirlo prima di riuscire a farlo leggere a mia figlia tredicenne, che probabilmente sarebbe stato il pubblico giusto. Dal punto di vista delle nozioni contenute nel testo, ho apprezzato l’idea di confrontare le capacità dei protagonisti dei manga con cosa si può fare in realtà. Immagino che non ci sia nessuno che possa davvero credere che quelle cose siano possibili: ma un conto è avere un’idea generale e una storia tutta diversa è scoprire quanto sono lontane da quello che capita nella vita di tutti i giorni. Da questo punto di vista il testo è molto utile anche per abituarsi a pensare quantitativamente e non prendere per oro colato quanto viene detto da fonti che sembrerebbero più serie di un manga!

(Andrea Delnegro, La fisica dei manga, Mondadori 2022, pag. 192, € 18,50, ISBN 9788804754602 )
Voto: 3/5

Negazionisti che continuano a esserlo


Nel mio caso personale, la risposta è “tre” (di uno avevo anche scritto) e “nessuno”. Ma la mia è ovviamente una vista personale e non fa statistica. D’altra parte, però nemmeno Roberto Dal Bosco fornisce dati, limitandosi a citare sé stesso (e non sa nemmeno leggere le statistiche che riporta).
Gli auguro vivamente di non avere un malore o ictus improvviso, anche se non Covid.

Andare in pensione conviene rispetto all’anno scorso

Una delle modifiche della riforma Dini che è rimasta sottotraccia per una quindicina d’anni è l’introduzione dei coefficienti di trasformazione per la quota contributiva della pensione. In pratica, si prende la speranza di vita del pensionando e si calcola il rateo di pensione in modo che verranno statisticamente erogati i soldi accantonati durante la vita lavorativa (più gli interessi maturati). Ancora più in pratica: se uno va in pensione anticipata a 62 anni, a parità di contributi rispetto a uno di 67 anni, otterrà un 15% di pensione in meno.

Come mai è rimasta sottotraccia? Semplice: i governi da Dini a Monti non hanno mai aggiornato i coefficienti di trasformazione, nonostante la speranza di vita degli italiani fosse aumentata. Sono arrivati Monti e Fornero e hanno fatto ripartire il calcolo di questi coefficienti: il risultato è che ogni due anni le pensioni per i nuovi pensionati calavano un po’, perché la speranza di vita aumentava. (No, chi era già in pensione non si vede tagliato l’assegno).

Ma nel 2020 c’è stato il Covid. Molti anziani sono morti. Così il ministero del lavoro ha ricalcolato i coefficienti per il 2023-2024, che sono aumentati di circa il 2%. Sì, è un po’ un mors tua vita mea, lo so…

La GDO è in sofferenza?

Durante la settimana, la mattina ascolto sempre i titoli del GR delle 7 di Radio Popolare. Occhei, quasi sempre, perché non sopporto la trasmissione prima e quindi devo ricordarmi di accendere la radiolina al momento giusto. Oggi il GR era in ritardo di un minuto, e così ho sentito tutto il blocco pubblicitario precedente. Su cinque o sei spot, non ricordo bene, ce n’era uno di Carrefour, uno di Bennet e uno di Coop Lombardia.
Nulla di particolarmente strano, nel senso che tutti e tre (in ordine crescente di apparizione) sono inserzionisti; ma mi ha stupito trovarmeli tutti assieme in poco più di un minuto. La GDO è in difficoltà?

Il paradosso dei gelatai 2.0

Un paio di giorni fa, parlando della vittoria di Elly Schlein, avevo accennato al paradosso dei gelatai 2.0, suscitando un certo qual interesse nei mio socialcoso di nicchia. Ecco qua cosa intendo!

Il paradosso dei gelatai è piuttosto noto, e lo si trova anche su Wikipedia. Immaginate di essere a Pocacabana, su una spiaggia lunga un chilometro, dove è stata data una concessione a due gelatai. Inizialmente essi si mettono nella posizione in alto in figura, a 500 metri tra di loro e a 250 metri dagli estremi della spiaggia. Ma A pensa che se si sposta un po’ verso B farà sì di trovarsi un po’ di bagnanti più vicini a lui che a B, e quindi guadagnerà di più. B però non si lascia fregare e si avvicina anch’egli verso il centro, recuperando i bagnanti persi e prendendone ancora altri. Alla fine i due si troveranno fianco a fianco: avranno lo stesso pubblico di prima, ma in compenso mentre prima i bagnanti avevano un gelataio al massimo a 250 metri di distanza ora ce ne sarà qualcuno che dovrà percorrere 500 metri, e magari gli passa la voglia.

In teoria dei giochi il posizionamento di entrambi i giocatori, pardon i gelatai, al centro è un equilibrio di Nash: con il vincolo di doversi per forza trovare nella propria metà della spiaggia quella posizione è stabile perché a nessuno conviene muoversi. Ecco perché i partiti tendono a posizionarsi al centro, dicono i teorici dei giochi. Fin qui la teoria. Passiamo ora alla pratica…

La soluzione suindicata è corretta nell’ipotesi che tutti i bagnanti vadano a prendere il gelato. Ma se quelli più lontani si astengono, la soluzione rimane ottima ma con i due gelatai che guadagnano molto meno. Cosa succede allora se un gelataio decide di essere più radicale e spostarsi di nuovo verso un estremo? Ringalluzzisce i bagnanti che tornano in massa al chiosco e fanno aumentare gli incassi al furbo gelataio. Fuori di metafora, posizionarsi verso gli estremi in una situazione stagnante può dunque essere un vantaggio: l’abbiamo visto con Meloni a queste elezioni, lo vedemmo con Vendola in Puglia, e potremmo vederlo con Schlein. Funzionerà davvero? Chi lo sa. Quello che però sappiamo è che bisogna sempre stare attenti con i modelli :-)