
La buonanima di Umberto Eco aveva – come quasi sempre – ragione. Quando scriveva:
«Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello. Nessuna religione è mai stata così indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti.»
non esisteva ancora Internet ma solo la tv, eppure aveva perfettamente capito dove si sarebbe andati a parare. Sono pronto a scommettere che la persona in questione (ma anche Orsini, o Trump che dice che con l’innalzamento del livello degli oceani ci saranno più case con vista mare. O se preferite Salvini e prima ancora Berlusconi, che diceva solo quello che i sondaggi gli davano come maggoritario) abbia più o meno inconsciamente capito che quello che dice deve servire a radunare le masse – relativamente minuscole nel caso di Twitter, ma non si sa mai… – mostrando di essere uno di loro. Ed è per quello che rispondere o anche solo ritwittare indignati è inutile: non saremmo mai in grado di smuovere le masse, che non hanno voglia di sentirsi dire che sono degli imbecilli. D’altra parte, diciamocelo: nemmeno noi vogliamo sentircelo dire, no?
Ad ogni modo mi stupisce che la signora in questione non abbia detto che sarebbe stato meglio avere i grembiuli neri, come quando ero bimbo io. Si sporcano molto di meno. E hanno un colore adatto.
Ultimo aggiornamento: 2022-07-11 10:39

Erano anni che chiedevamo in tanti a Leonardo “e insomma, quando esce il libro sui santi?” Finalmente l’attesa è terminata, e abbiamo a disposizione una selezione (un po’ rivista) delle biografie di santi che sono apparse man mano sul Post. Penso sia inutile dire che di agiografico non c’è molto: Tondelli legge la vita dei santi, o meglio quanto la storia e la leggenda ci ha consegnato, con uno sguardo parecchio moderno, divertendosi anche a tratteggiarli in modo scanzonato. Per esempio termina il racconto di Ambrogio – quello che sapeva leggere un testo senza doverlo declamare a voce alta – chiedendosi se in realtà non era un uomo del futuro finito in un’epoca non delle più semplici e che si era trovato il miglior posto possibile. Nella scelta dei santi l’editore ha giustamente molto ridotto il numero di quelli probabilmente inesistenti, lavorando soprattutto su quelli dell’antichità che sono più noti, oltre che ad alcuni santi contemporanei, da Wojtyla a Madre Teresa di Calcutta a padre Pio; penso però che manchi una sezione sui santi dell’Ottocento, che pure sono stati trattati dal nostro. Ma ho come il sospetto che all’Utet Libri si siano spaventati per pagine come quella su don Bosco… oppure sono uno che commette peccato pensando male, e il volume 2 è già pronto se solo saranno in tanti a comprare questo libro. Pensateci un po’ su.