Archivio mensile:Marzo 2021

Google dà soldi anche agli editori italiani

Ieri sul blog di Google Italia è stato annunciato l’arrivo di Google News Showcase, che tradotto in italiano corrente significa “hanno fatto l’accordo con parecchi editori italiani”. Guardando la lista, spicca l’assenza di GEdI; ma abbiamo Cairo (Corriere della Sera), Caltagirone (Messaggero e Gazzettino), Monrif (Quotidiano Nazionale), Il Fatto Quotidiano, il Giornale e Libero. Insomma, una sventagliata di testate di tutte le tendenze politiche.

Al netto della soddisfazione indicata da tutti gli attori, si riesce a capire che tra qualche settimana Google pagherà anche in Italia i famosi “diritti connessi”, oltre che “la possibilità ai lettori di accedere a contenuti selezionati dietro paywall”, qualunque cosa ciò voglia dire. Repubblica si limita a un trafiletto, mentre La Stampa ricopia più o meno pedissequamente il comunicato: in entrambi i giornali la notizia è nascosta nelle sezioni economia e finanza.

Sarà interessante vedere cosa succederà tra un paio d’anni, secondo me. È vero che senza giornali le Big Tech non possono postare articoli (tranne quelli di cronaca, che già da un po’ possono essere composti da intelligenze artificali…), ma è anche vero che c’è un grande rischio che i quotidiani diventino lentamente una propaggine della Grande G. Chi vivrà leggerà…

Cashback di stato

Ieri ho provato ad aprire l’app IO (cercando di ricordarmi la password del mio SPID…) per vedere come stava andando avanti la raccolta del cashback di stato. Ho così scoperto che nonostante non è che io mi muova così tanto ho già sbloccato il semestre (55 acquisti), per un totale di 116 euro e rotti (e posizione 1.485.349, tra l’altro). Tenete presente che l’ultimo pagamento salvato è del 10 marzo, giusto per dire quanto la uso.

Detto in altri termini, è assolutamente banale per chi usa normalmente i pagamenti elettronici di ottenere 150 euro in un semestre. Forse in effetti non è stato un buon modo per distribuire soldi.

La burocrazia tedesca

L’altro giorno ho acquistato un libro usato via Abebooks. Il libro è in inglese, ma la libreria che lo aveva era tedesca. Faccio il mio acquisto con la carta di credito (pochi euro, i libri che mi interessano mi costano di più in spese di spedizione che per il testo vero e proprio…). A oggi mi sono già arrivate quattro mail per i vari passaggi, compresa la ricevuta di spedizione. Tutte rigorosamente in tedesco.

Avessi comprato il libro dalla Francia non ci avrei nemmeno fatto caso; dalla Germania la cosa mi lascia un po’ stupito. Poi è vero che esistono i traduttori automatici che su testi standard come questo funzionano bene, ed è anche vero che il mio poco tedesco mi permette di solito di capire il senso senza tradurre. Ma pensare a una copia anche in inglese?

Ultimo aggiornamento: 2021-03-23 13:18

Minimizzare le morti per Covid

Stavo cercando dei dati visuali per farmi un’idea dell’andamento della terza ondata di Covid e ho commesso l’errore di consultare quelli di Repubblica, che potete vedere – in versione statica – qui sopra. Notate nulla di strano?

Mentre i valori “variazione totale contagiati”, “variazione attualmente positivi”, “variazione dimessi/guariti” (le linee rispettivamente rossa, azzurra e gialla) sono più o meno dello stesso ordine di grandezza e quindi facilmente riconoscibili se non si è daltonici, il numero di morti è molto più piccolo, diciamo un ordine e mezzo di grandezza, e quindi la linea corrispondente è completamente appiattita. Certo, se si sceglie di visualizzarla da sola allora la scala del grafico cambia e quindi si possono apprezzare le differenze nel tempo; ma allora tanto vale separare quella linea e lasciarla in un grafico da sola, visto che non si possono comunque fare confronti di nessun tipo con le altre.

Chi fa grafici per mestiere o abitudine sa bene cosa fare in casi come questo: si usano due scale diverse, indicate ai due lati del grafico, e magari si disegna anche la linea con scala differente in modo diverso per rimarcare la differenza. Certo, in quel modo si rischia che la gente confronti mele con pere; ma questo lo fa anche con un grafico così. L’unica idea che può giungere è che la mortalità per Covid è infima, dell’ordine di qualche punto percentuale rispetto agli infetti. A questo punto mi viene quasi da sperare che la cosa sia esplicitamente voluta, anche se non lo credo…

Quizzino della domenica: gruppi sanguigni

Fondamentalmente il sangue umano ha due caratteristiche importanti, legate ad alcuni antigeni: il fattore Rh, che può esserci o non esserci (Rh+ e Rh-) e il gruppo sanguigno. Esistono due tipi di antigeni, A e B, e ogni persona ha due alleli indipendenti, ereditati uno da ciascun genitore; inoltre un allele può non avere alcun antigene. Si hanno così quattro gruppi: 0 (nessun allele ha antigeni), AB (un allele ha l’antigene A, l’altro l’antigene B), A (uno o due alleli hanno l’antigene A, eventualmente uno può non averne nessuno), B (uno o due alleli hanno l’antigene B, eventualmente uno può non averne nessuno). A parità di fattore Rh, chi ha l’antigene A non può donare a chi ha l’antigene B (da solo, o nel gruppo AB) e similmente per B; chi ha il gruppo 0 può pertanto donare a tutti, mentre chi ha il gruppo AB può donare solo a quelli del suo stesso gruppo.
Date tutte queste premesse, arriviamo finalmente al problema. Una famiglia ha tre figli. I due maschi sanno che nessuno dei due può donare sangue al fratello, mentre entrambi possono riceverlo dalla madre. Tutta la famiglia ha fattore Rh negativo, quindi esso non entra in gioco. Possono riceverlo dalla sorella? Sì, no, o solo in certi casi?


0 A B AB

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p506.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Hugo Steinhaus, One Hundred Problems in Elementary Mathematics, n. 63)

Il giardino segreto (libro)

copertina In un certo senso questo (Frances Hodgson Burnett, Il giardino segreto [The Secret Garden], Giunti 2011 [1910], pag. 352, € 8,50, ISBN 9788809768642, trad. Giorgio van Straten) per me è stato un audiolibro, nel senso che mio figlio (prima media) doveva leggerlo come compito scolastico e l’ho costretto a leggerlo ad alta voce per sincerarmi che lo facesse davvero. Ha strepitato dall’inizio alla fine, e oggettivamente non posso dargli troppo torto, anche se mi sono guardato bene dal farlo. Il problema non è la traduzione di Giorgio van Straten, che nonostante la scelta di mantenere uno stile da inizio ‘900 è scorrevole. È proprio il libro che segue in peggio lo stile didascalico del deamicisiano Cuore. Burnett era una convinta assertrice che lavorare in campagna facesse bene alla salute, e ha scritto il libro per dimostrarlo. Sarà, ma io non me la vedo proprio Susan Sowerby tutta felice con dodici bocche da sfamare: probabilmente Burnett conosceva più che altro il proletariato americano del sud. Ad ogni modo ritengo che il mondo possa andare avanti anche senza leggere questo libro.