Milano-Cortina

Un anno fa di questi tempi c’era la Grande Sfida Nazionale tra Torino, Milano e Cortina per diventare la città candidata per le Olimpiadi invernali 2026. Io, torinese expat a Milano, ero a Cortina con il cappellino Wikimedia Italia, venivo dunque intervistato e ovviamente mi chiedevano per chi tifassi. Alla fine Appendino ha detto che lei non giocava più, Sala e Ghedina hanno fatto buon viso a cattivo gioco e si sono alleati, e alla fine hanno prevalso su Stoccolma-Åre. A parte quello che scrivono i giornali sulla “presentazione entusiasmante e poliglotta” come se i delegati decidessero così all’ultimo momento vedendo chi è più carino, sono convinto che la vittoria sia dovuta alle stesse ragioni per cui Milano si aggiudicò Expo 2015: è stata una delle rare volte in cui c’è davvero stato un lavoro di squadra da parte delle forze politiche (a parte M5S, che però a Milano contano zero e al governo contano epsilon: alle sindache non è restato che congratularsi con due tweet fotocopia, evidentemente preparati da Casalino o chi per lui.

Vediamo ora che succederà. Il grande vantaggio è che il piano proponeva relativamente pochi nuovi impianti, e cose come il villaggio olimpico a Porta Romana si sarebbe comunque fatto sotto altro nome, quindi non si dovrebbe essere troppo in ritardo :-)

Attraversamenti idioti


L’immagine di Google Maps qui sopra è dell’incrocio tra Viale della Liberazione/Viale Luigi Sturzo e Via Melchiorre Gioia a Milano, che frequento tutti i santi giorni per andare a lavorare. Come vedete ci sono delle piste ciclabili e degli attraversamenti pedonali. Fino a un annetto fa la pista ciclabile bidirezionale correva sul lato destro di Melchiorre Gioia (dove c’è il punto 1) e poi faceva una chicane sulla destra (al punto 3) e ce n’era una monodirezionale in basso in Liberazione. Poi hanno creato la Biblioteca degli alberi: risultato, c’è anche una pista ciclabile monodirezionale sull’altro lato di Gioia (il punto 2 e quello che non ho indicato), hanno fatto l’altra pista monodirezionale in Liberazione (sempre al 3)… e hanno eliminato il pezzo di pista ciclabile in Gioia verso nord. Ma non è di quello che voglio parlare.

Avete notato le strisce di attraversamento pedonale e ciclistico? Nel punto 1 si invertono, in modo che pedoni e ciclisti possano incasinarsi ancora di più del solito. Nel punto 2, in compenso, non c’è un attraversamento ciclistico, e quello pedonale è il proseguimento della pista ciclabile, non del marciapiede. Nel lato che non ho indicato non esiste un attraversamento ciclistico; nel punto 3 non si capisce assolutamente nulla, perché evidentemente c’è stato uno scaricabarile infinito.

Le prossime elezioni comunali sono tra due anni: chissà se nel 2021 si rifarà il pezzettino eliminato di ciclabile su piazza Einaudi e aumenteranno le mie possibilità di sopravvivenza quando ritorno a casa. Ma posso sperare che nel frattempo qualcuno all’urbanistica meneghina riesca almeno a far verniciare correttamente le strisce?

_Corso di enigmistica_ (libro)

Che Ennio Peres si diletti anche di enigmistica e non solo di matematica è cosa nota: “Mister Aster” è un suo pseudonimo quando compone giochi di enigmistici. (Secondo me anche Jo Kolog è in realtà lui, ma non ho prove…) Non è quindi strano che abbia scritto questo testo (Ennio Peres, Corso di enigmistica, Carocci 2018, pag. 179, € 19, ISBN 9788843088027, link Amazon) dove spiega come sono composti i vari giochi. No, non spiega come si risolvono, anche per l’ottima ragione che la risoluzione non è una questione meccanica: si possono solo dare delle linee guida generali. Invece spiega come si possono creare questi giochi, cosa che forse è meno immediata per chi non ci ha mai provato. Peres ha scelto un approccio tassonomico, mostrando come la struttura di base dei giochi sia spesso simile; questo porta ad alcune ridondanze, che però possiamo considerare una specie di “repetita juvant”. Il libro è insomma un ottimo punto di partenza per chi si sia sempre chiesto come diavolo si possano risolvere i giochi di enigmistica “classica”.

automobilisti

Mentre oggi me ne stavo pedalando verso casa, un Suv stava uscendo dal benzinaio. Il guidatore, con una bandana d’ordinanza, ha visto che c’era troppa coda e quindi ha deciso… di prendere il marciapiede. Me lo sono ritrovato davanti al passo carraio successivo: purtroppo il poveretto non poteva continuare a viaggare a causa di altre auto parcheggiate sul suddeto marciapiede.

God Bless America

Ho rivisto con i bambini i primi due film della trilogia di Ritorno al futuro. Soprattutto il secondo è stato complicato, perché spiegare a due non ancora decenni tutto il giro delle linee temporali, ma si sono divertiti. Quello che io ho trovato disturbante è stato però il discorso del Biff Tanner “magnate”, che terminava con un “God Bless America”.
È vero che Bob Gale ha affermato che il Biff Tannen del 1985 alternativo si basava su Donald Trump (nel senso di imprenditore edilizio, quale in fin dei conti era al tempo); ma rivedere quelle scene nel 2019 mi ha dato un po’ di brividi!

Mondiali di calcio femminile

Appartengo alla sparuta schiera di persone a cui il calcio non interessa una cippa. Durante il campionato, cerco di sapere il lunedì mattina cosa è successo per sapere quali colleghi prendere in giro; Europei e Mondiali li salto a piè pari, lamentandomi solo che non posso nemmeno andare a mangiare fuori in santa pace senza un maxi- o midischermo.
Quest’anno all’improvviso sono arrivati i mondiali di calcio femminile, e pare che tutti stiano a guardare le partite. Fin qua nulla di male, io sono un tipo ecumenico e non vedo perché vietarlo. Ma quello che mi fa specie è che i commenti che percolano sui socialcosi sono tipicamente del tipo “che schifo, le calciatrici sono lente, sbagliano i passaggi, sembra di vedere una partita di quarant’anni fa”. E allora perché guardi le partite? Hai bisogno di metadone?

_The Shapes of Strangers_ (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] C’è un tema comune in questa raccolta (è la terza) di racconti (Ian Creasey, The Shapes of Strangers, Newcon Press 2019, pag. 246, € 4,84, ISBN 9781912950140, link Amazon): Sono tutti del tipo “cosa succederebbe se?”, come del resto Creasey spiega nei suoi commenti alla fine di ogni racconto. La cosa che mi è più piaciuta è che i “se” sono stati cose che non mi sarebbero mai venute in mente, il che è molto bello: sono un po’ stufo di leggere storie di fantascienza basate sempre sulle stesse consunte ipotesi, e preferisco di gran lunga queste in cui rimango stupito, a volte piacevolmente, a volte meno… ma non si può pretendere tutto dalla vita.
I racconti che mi sono piaciuti di più sono soprattutto i primi: After the Atrocity, The Equalisers, No Strangers Any More (anche se un po’ troppo British :-) ), The Dunschemin Retirement Home for Repentant Supervillains. Vincono invece il premio “una bella idea gestita non troppo bene” The Shapes of Wrath e And Then They Were Gone, mentre An Exercise in Motivation e Shouting Grouse non mi hanno detto proprio nulla. In definitiva, se siete come me e vi piace leggere racconti il libro è consigliato.