Ho dei dubbi sulla decisione di Facebok di cancellare i profili di CasaPound, Forza Nuova e dei rappresentanti di questi movimenti. No, il problema non è se Facebook abbia o no il diritto di farlo (presumo di sì). Non è nemmeno un problema di libertà di espressione, che come ogni diritto non è assoluto e ha dei paletti ben precisi, checché ne dica Di Stefano (ma è abitudine di certa destra invocare le leggi solo quando fanno comodo a loro).
Il problema per me è un altro. Facebook si è accorta solo ieri che tutti quei profili incitavano all’odio? Ho dei forti dubbi al riguardo. Aveva avvisato tutti quei profili del loro comportamento, cancellando inizialmente vari post prima di passare all’opzione nucleare? Scommetto di no. Bene. Se ci fosse stato uno stillicidio di cancellazioni e blocchi sarei stato felice di vedere che finalmente Zuckerberg metteva in pratica quello che predicava: così invece ha solo dato aria al chiagn’e’fott. Non mi pare proprio un grande risultato.

Haim Shapira è quello che nel mondo anglosassone si chiama un polymath, uno che si dedica a tantissime cose diverse. Stavolta (Haim Shapira, 8 lezioni sull’infinito [Eight Lessons on Infinity], Sperling & Kupfer 2019 [2019], pag. 255, € 16,90, ISBN 9788820067991, trad. Giuseppe Romano,
Pupi Avati non si è accontentato di girare