Quest’anno ce l’ho fatta! Sabato 26 alle 15 parlo di Numeri da sballo al Festival della Scienza, a Genova nell’auditorium dell’Acquario. Come i miei ventun lettori avranno intuito, mi baserò fondamentalmente su Numeralia, ma immagino che farò divagazioni varie. Se siete da quelle parti, è un’occasione per vedermi dal vivo :-)
Amnesie
SDA: garanzia di disastri
Premessa: a fine luglio io e i gemelli siamo andati in montagna da mia mamma. Tornando indietro, ho dimenticato alcuni vestiti dei bambini. Visto che non ci è più capitato di andare su o almeno incontrarci a Torino, ho chiesto a mia mamma di spedirmeli per posta, cosa che lei ha fatto sabato 21 settembre. Giovedì 26 settembre mi telefona un corriere dicendo che c’era un pacco per me: io non ero in casa, e gli ho detto “senta, lasci il biglietto in buca che poi andrò a prendermelo in ufficio postale. Dove devo andare?” Lui risponde “in via Algarotti”. La settimana dopo, non avendo visto nessun foglietto, provo ad andare all’ufficio postale, dove giustamente mi dicono che senza il numero di spedizione non possono fare nulla. Chiamo mia mamma, che però era scesa a Torino e non sarebbe risalita fino alla settimana successiva. Vabbè, su questo non ci si poteva fare molto.
L’altro ieri mattina mi chiama mia mamma dall’ufficio postale in montagna: dice che il mio pacco è forse a Vimodrone, ma che c’è una lista che non finisce più di passaggi. Mi faccio dare il numero di spedizione e nel pomeriggio passo nell’ufficio postale vicino al mio ufficio, dove mi stampano la lista di cui parlava mia mamma e che vedete qui allegata. Lasciamo perdere la topologia che per mandare un pacco da Torino a Milano si passa da Bologna: il povero collo a quanto pare è tornato a Torino come inesitato e da lì è stato rimandato a Milano, per perdersi appunto non si sa bene dove giovedì 3 ottobre. Tornato a casa faccio il numero verde delle Poste – ah, dimenticavo di dire che né il sito di Poste Italiane né quello di SDA ne sapevano qualcosa di quella spedizione – dove un’impiegata che “risponde dall’Italia” ma non era chiaramente italiofona [*] mi spiega che devo sentire SDA di Vimodrone. Ieri mattina li chiamo, mi dicono “ma il pacco è stato consegnato all’ufficio postale!” al che io “sì, ma quale?”. Scoperto che era quello in via Algarotti, nel pomeriggio riesco finalmente a prendermelo.
La mia domanda è semplice. Come è possibile che una qualunque spedizione si perda così, senza alcun feedback al destinatario se non una telefonata alla quale non segue nulla? Come è possibile che si mandi un pacco agli inesitati senza mandare un avviso? E soprattutto, perché con SDA questo capita con una probabilità molto maggiore che con altri vettori? C’è stato un periodo in cui mi facevo spedire in da Amazon dei libri. Se arrivavano direttamente da Poste Italiane, non c’era problema: il postino era puntualissimo. Se passavano via SDA era una tragedia.
Ciliegina sulla torta. Il pacco, oltre che un po’ sciancicato, era stato aperto. qualcuno ha letto “contenuto: felpe” e pensava a vestiti nuovi da rivendere?”
[*] non mi cambia molto la cosa, però una legge che obbliga a specificare da dove si risponderà anziché se si parlerà con un madrelingua non ha molto senso per me.
ancora sulle acque minerali
Un rapido aggiornamento sulla saga delle acque minerali. Oggi pomeriggio ho preso due bottigliette d’acque a un Pam Local (superette del gruppo), prendendo quelle appunto marchiate Pam. Arrivano anche loro dalla Pontevecchio, e fin qui nulla di strano; però costavano 43 centesimi cadauna, e non penso che la maggior parte di quei soldi andranno all’imbottigliatore…
Povera Italia
La riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, votata praticamente all’unanimità, è una sconcezza. Tralasciamo per il momento la voglia matta di fare una modifica costituzionale prima di avere pronto il resto – cambiare legge elettorale senza rimodulare i collegi e ripensare tutte le norme come quelle sull’elezione del presidente della Repubblica, insomma. Il punto è che i famigerati risparmi derivati dalla riduzione di deputati e senatori, sempre che ci saranno davvero, varranno davvero poco: in compenso, anche ammettendo che si farà una nuova legge elettorale proporzionale, la rappresentatività si ridurrà eccome, visto che ci saranno meno eletti. Già la riforma renziana bocciata poi al referendum era una schifezza, ma almeno era pensata in maniera coerente. Qui non c’è nemmeno quello: un panem et circenses per mostrare di essere tanto bravi senza nemmeno sapere cosa si sta facendo.
Naturalmente per il Silvio Berlusconi dei bei tempi (“faso tutto mi”) o per i pentastellati (“uno vale uno, e quell’uno è Casaleggio”) non c’è nulla di male in questo, anzi. Ma non mi sarei aspettato che il PD, con o senza Renzi, si infilasse in questo buco di democrazia. Aspettatevi un parlamento ancora peggiore di questi ultimi.
i computer mi vogliono male
Ieri mattina, quando sono andato al mio pc di casa, ho visto che si era resettato. Con Windows 10 succede abbastanza spesso, e io non faccio quasi mai caso all’avviso che mi spiega come “dopo le ore di lavoro” (quindi dopo le 23:30) ci sarà un aggiornamento: ma stranamente era ripartito alle sei del mattino e non a mezzanotte come al solito. Prendo il telefono, e si era anch’esso resettato. Ho controllato sulle impostazioni: l’ultimo aggiornamento risaliva a fine settembre, quindi non era successo nulla di particolare. Arrivo in ufficio, e scopro che l’aggiornamento aziendale che avevo fatto coscienziosamente partire venerdì sera stava ancora girando, ed era alla fase 2 di 2. Dopo un’ora mi sono scocciato, considerando che magari avrei anche dovuto lavorare: ho toccato un attimo il tasto di accensione e si è improvvisamente svegliato, facendo tutto il suo bel lavoro con un paio di riavii e tornando nuovo come mai visto.
Mi chiedo se fosse un problema solo mio (a parte l’aggiornamento che aveva colpito anche un collega), ci fosse stata una tempesta magnetica a me ignota oppure era lunedì anche per i dispositivi elettronici.
Statistiche del sito per settembre 2019
Nemmeno settembre ha risollevato i dati sulle visite, che sono appena maggiori di agosto. Ci sono stati 14.238 visitatori per 32.328 visite, le pagine accedute sono state 86.118 e gli accessi 196.699 (nuovo minimo assoluto: non so se dipenda dall’aver messo un proxy su wordpress.com che riduce il numero di pagine caricate in locale). Per la Top 5 (che è una Top 6 perché c’è un pari merito), abbiamo:
- Eupnoico: 676 visite
- Codice bianco all’Ikea: 388 visite
- Google e la direttiva copyright: chi l’avrebbe mai detto?: 368 visite
- Le notiziole sono maggiorenni!: 247 visite
- CasaPound e Forza Nuova oscurate: 224 visite
- Windows 10: dalla password al pin: 224 visite
Interessante vedere che ci sono altre pagine del sito che sarebbero entrate nella Top 5: immagine dagli Archivi di .mau. e un quizzino.
La storia infinita della pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia
Vabbè, ormai lo sapete che io ho un conto in sospeso con la pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia: in un anno ne ho scritto qui, qui e qui. Ora, come da documentazione fotografica qui a fianco, sembra che stiano terminando i lavori anche all’altezza del palazzo ex comunale.
Ma resta il solito piccolo problema: la pista finisce infilandosi in mezzo a un viale dove vi garantisco che le auto non si curano affatto di chi possa passare. Certo, mi direte: se c’è il palazzo sopra, spazio non ce n’è mica, e dall’altra parte funziona allo stesso modo. Questo è vero, ma non considera due cose. Nell’altra direzione il passaggio è subito dopo un semaforo che tra l’altro non sta nemmeno troppo tempo verde, e quindi le auto vanno un po’ più lente; ma sopratutto sul lato est continuerebbe a esserci il pezzetto ora chiuso di Piazza Einaudi che poteva essere sfruttato senza problemi passando a fianco del grattacielo. Certo, il ciclista avrebbe dovuto percorrere una cinquantina di metri in più: ma garantisco che l’avrebbe fatto volentieri in cambio di una maggiore sicurezza. Resta insomma la domanda: perché non ci ha pensato nessuno?