[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Nelle considerazioni in fondo al testo, Joseph J. Swope dice che a lui piacciono sia la fantascienza che la fantasy, e così ha deciso di scrivere un libro (Joseph J. Swope, Where Magic and Science Collide, Black Rose Writing 2020, pag. 309, € 6,38, paperback ISBN 9781684335312) che le usa entrambe. La storia è ambientata in un pianeta che è a un livello più o meno equivalente al nostro Medioevo e dove la magia appare avere una grande importanza, il che sconcerta l’equipaggio di un’astronave arrivata per disintegrare un asteroide che sta per colpire il pianeta. L’idea è interessante; ma i pezzetti di fantascienza sono scorrelati dalla storia, e il lettore si chiede perché siano stati inseriti. La risposta arriva nelle ultime pagine ed è piuttosto spiazzante; risulta però una specie di deus ex machina, e poteva essere preparata meglio. La parte fantasy è costruita bene, ma avrei tolto molte frasi stereotipali che non aggiungono nulla alla storia. Diciamo che si può leggere, ma nulla di memorabile.
Statistiche del sito per novembre 2020
Dopo l’exploit del bot del mese scorso, a novembre siamo tornati ai dati standard di questo periodo. I visitatori unici sono stati 18485 per 36134 visite. Solo le pagine accedute sono state parecchie: 103564, con 260090 hit. Per la cronaca, gli hit comprendono anche immagini o… file javascript. Almeno non ci sono stati giorni con meno di 1000 visite. La top 5 ha dell’incredibile: nessun post è di questo mese.
- Carnevale della matematica #124: 1535 visite
- Eupnoico: 1263 visite
- Strana targa: 815 visite
- Proofs from THE BOOK (libro): 584 visite
- Quizzino della domenica: quattro per cinque: 513 visite
In effetti molti post sono di argomento matematico, il che è davvero strano. Gli evergreen sopra i 500 accessi sono il solito romanaccio (1259) e la pagina dei miei libri (677).
Phishing via SMS
Mi è arrivato stamattina un SMS dal numero 3394611080 che diceva
Gentile Cliente INTESASANPAOLO Stiamo provvedendo a sospendere i servizi sulle sue utenze Conto online per mancato aggiornamento Per evitare Accedi su link [omissis]
Vabbè, a quanto pare sono mesi che questo phishing gira. Posso anche immaginare che il messaggio sia stato spedito a caso. Ma davvero c’è gente con un conto bancario online che non si accorge che un messaggio come questo è troppo generico per essere inviato a un cliente, anche tralasciando la grammatica torturata?
teatrini
Dite quello che volete, ma io sono ragionevolmente certo che se al governo ci fosse l’attuale opposizione, oppure se lo scambio fosse tra governo e presidenti delle regioni, ci sarebbero state le stesse misure prese ora con le stesse identiche polemiche, anche se naturalmente a parti invertite.
Le decisioni prese mi piacciono? No. Però ne comprendo il motivo – non ci vuole molto, basta vedere il numero di morti giornaliere e ricordarsi che esse corrispondono a casi sorti già dopo l’inizio della colorazione delle regioni – e le accetto. Qui invece si continua a pensare solo al proprio orticello.
non c’è più religione
Ieri la persona di Wikimedia Italia che si occupa tra le altre cose di Wiki Loves Monuments mi scrive chiedendo se martedì prossimo alle 13:30 volevo fare un’intervista su Radio Vaticana a quel riguardo; io rispondo che va bene. Oggi mi ricontatta e mi dice che l’intervista dovrebbe essere rimandata a martedì 15… perché si erano dimenticati che l’8 dicembre è l’Immacolata e quindi giorno festivo :-)
IO app e cashback: la solita presa in giro?
Ieri mattina ho provato a vedere come funzionava la storia del cashback per i pagamenti elettronici. Sì, lo so che non è ancora partito ufficialmente. Ma lo pubblicizzano già e così tanto valeva provare. Come prima cosa ho dunque installato l’app IO. In realtà io l’avevo già installata per la beta privata: ma quando hanno chiuso la beta l’hanno eliminata, e ho dovuto riprenderla da capo.
Rientrato, ho provato ad aggiungere un metodo di pagamento, scoprendo che l’app ne conosce tanti – perfino Satispay – ma ne permette uno solo: la carta di credito. Questo non è nemmeno così strano, visto che IO nasce come modo per pagare tasse e imposte con PagoPA e c’è un bell’avviso che spiega con dovizia di termini che lo Stato non può accettare di pagare una commissione per farsi dare i soldi; ecco dunque che la carta di credito, dove le commissioni le paghi tu, diventa il sistema obbligato.
Ma tanto non funziona nemmeno quello: aggiungendo i dati della mia carta di credito mi arriva il messaggio di errore mostrato qui a destra. Scrivo diligentemente all’assistenza, e mi arriva questa risposta:
Ciao, grazie per averci contattato, in questo momento stiamo riscontrando problemi alla sezione portafoglio dell’app IO per cui non è possibile aggiungere metodi di pagamento o effettuare pagamenti pagoPA.
Se il tuo problema è uno di quelli indicati sopra non rispondere a questo messaggio, ti invieremo noi una notifica per aggiornarti della sua risoluzione.
Considerando il burosauro quadratico medio, posso immaginare che per mettere una risposta del genere devono essere almeno dei giorni che non funziona nulla. Insomma, non solo abbiamo un’app che non è pronta per quello che dovrebbe fare a partire dalla settimana prossima, ma non fa neppure quello per cui era nata. Una metafora perfetta dell’Italia, insomma.
(Vabbè, c’è poi la lotteria dello scontrino. Quel sito in effetti funziona, ma in compenso pare che solo un registratore di cassa su tre permette di farlo. Eppure l’anno scorso tutti i negozianti hanno dovuto cambiare registratore di cassa. Possibile che non fosse già predisposto?)
Backblaze B2 Cloud Storage
Ho scoperto l’esistenza di Backblaze, un servizio di cloud storage simile ad Amazon S3, Microsoft Azure o Google Cloud. Per provarlo vengono dati 10 GB gratuiti; è anche possibile acquistare un sistema automatico di backup a 60 dollari l’anno, che parrebbe un prezzo concorrenziale ma non così stracciato da far dubitare della qualità dei loro sistemi. Sapevàtelo!
La querelle Boldrini-Feltri, o di come tutti hanno torto
Il 25 novembre è stata la giornata di contrasto alla violenza sulle donne. Laura Boldrini aveva scritto un post per il blog che tiene sull’Huffington Post, ma il direttore Mattia Feltri ha bloccato la pubblicazione. Da qui è nato un battibecco tutto a mezzo stampa: Boldrini ha poi visto pubblicato il suo post dal manifesto, Feltri ha replicato adducendo le sue ragioni e tirando in ballo il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che subito ha ribattuto piccato. In tutto questo è anche apparso un comunicato del CdR dell’HuffPost, che però possiamo tranquillamente trascurare.
Secondo Boldrini, la censura di Feltri jr è legata a una frase dove lei se la prendeva con Vittorio Feltri, il padre di Mattia; la frase in questione è «Cosa dire del resto dell’intervento di Feltri su Libero, in cui si attribuiva la responsabilità dello stupro non all’imprenditore Genovese ma alla ragazza diciottenne vittima?». Ovviamente Feltri sr è furbo, e non ha scritto quella cosa ma l’ha semplicemente insinuata, almeno a quanto ho letto dalle trascrizioni in giro (di nuovo, “stranamente” sul sito di Libero non si trova il testo dell’editoriale. Ripeto: mai sottovalutare certa gente).
Secondo Feltri jr non è così. Devo dire che non ho esattamente capito quale sia il suo punto: comincia dicendo «Non ne parlo [di suo padre] e non voglio che se ne parli sul giornale che dirigo» ma continua con «Di sicuro non deleghiamo la pratica a un blogger, cioè a un ospite: se nel blog di Laura Boldrini il bersaglio fosse stato Luciano Fontana o Maurizio Belpietro, avrei fatto una telefonata molto simile», chiedendo di togliere il riferimento. Dal mio umile punto di vista è lapalissiano che un direttore ha pieno diritto di non pubblicare il post di un blogger. Se il peraltro direttore del Post volesse cassare qualcosa che ho scritto sul blog che tengo là, non batterei ciglio; mi limiterei a ripostarlo qui nel mio blog personale, dove sono il padrone di casa. Probabilmente comincerei a pensare di chiudere il blog sul Post, ma sicuramente non mi lamenterei di una censura che per me sarebbe una mera scelta editoriale. (Poi vabbè, parlando di matematica non so cosa potrei scrivere di così offensivo… anche se effettivamente su Gallera e la sua spiegazione dell’indice Rt ho sparato a zero). La mia sensazione è che Boldrini abbia voluto mettere apposta il riferimento a Feltri sr – sarebbe bastato non mettere il nome e parlare di un direttore di quotidiano, e il post avrebbe funzionato allo stesso modo; e anche lei non è certo stupida – e che Feltri jr abbia perso la lucidità; altrimenti avrebbe scritto un commento lungo un terzo, limitandosi appunto a scrivere che non poteva né voleva permettere che un blogger sparlasse di un qualsivoglia collega.
Anche il testo di Carlo Verna non è così lineare come auspicabile; inoltre pare dimenticarsi che la sua “semplice critica” non era così semplice, visto che non è un “semplice giornalista”; e che la sua definizione di blog è abbastanza ambivalente, oltre ad avere un concetto di libertà di stampa che assomiglia più alla libertà del singolo giornalista. Insomma, a me pare tanto che tutti abbiano torto, nelle migliori tradizioni di queste liti. Certo però che l’Huffington avrà avuto un balzo del numero di lettori :-)