Fino a dieci volte in meno?

Vabbè, a quanto pare dopo solo nove mesi ci si è accorti che molte mascherine FFP2 e FFP3 acquistate dal commissario per l’emergenza Covid erano farlocche. Non mi è chiaro come mai l’inchiesta sia partita solo a febbraio e non lo scorso autunno – non mi pare di chiedere troppo. Ma la cosa più interessante almeno per me è leggere una frase assolutamente inutile se non fuorviante: “In alcuni casi la capacità filtrante (95 per cento per le FFP2, 99 per cento per le FFP3) è risultata inferiore di dieci volte rispetto a quanto dichiarato”.

Per prima cosa, non è chiaro quanti dei dodici lotti – almeno due, visto che si scrive al plurale – hanno questo taglio di capacità. Ma soprattutto sono certo che molti sbaglieranno i conti. Se la capacità filtrante di una mascherina è un decimo di quella richiesta, la quale è rispettivamente del 95% e 99%, quanto vale? No, non vale 9,5% e 9,9%. I conti si fanno alla rovescia, su quello che non si filtra, cioè il 5% e l’1% teorico che diventano 50% e 10%. Ergo, le FFP2 tarocche filtrerebbero al 50% e le FFP3 al 90%. Questo mi fa pensare che siano più le seconde che le prime a essere malfatte: non che le FFP2 siano perfette, ma magari filtrano all’80%. Lo so, non è una bella cosa in ogni caso, ed è verissimo che se la capacità è inferiore di dieci volte il risultato pratico è che sei esposto a dieci volte tanti patogeni: ma è comunque importante sapere fare i conti.

Un’influenza contratta con trent’anni in più

Riccardo Stucchi racconta di come si può leggere in modo diverso la frase “Il Covid non è tanto diverso da un’influenza” che si sente spesso dire dai no-Covid.

Mortalità da Covid e influenza – (C) Riccardo Stucchi, http://www.theboxisthereforareason.com/

Come vedete nella figura qui sopra, le varie stime di mortalità per Covid sono indicate con le curve rosse mentre quelle storiche per l’influenza in USA sono in azzurro. In pratica, Stucchi nota come la mortalità per influenza a n anni corrisponda a quella per covid a n-28 anni, e quindi si possa affermare che il Covid è “come un’influenza contratta con trent’anni in più”, sapendo bene che più si invecchia più l’influenza può essere letale.
La conclusione è assolutamente corretta almeno dal punto di vista matematico. Temo però che il concetto non riuscirà a fare presa sul cervello della gente. Già ho dei grandi dubbi sul fatto che sia chiaro che dai cinquant’anni in su il rischio di morire è circa venti volte maggiore che per un’influenza. Ma pensare a come saremo noi tra trent’anni è un esercizio davvero impossibile…

Quizzino della domenica: raggruppamenti

Il Circolo Hex di Viù ha dieci membri. Lo scorso anno fecero un torneo molto strano: ognuno di loro giocò contro ciascuno degli altri una singola partita, e poi i membri del circolo si raggrupparono per numero di partite vinte. (Hex non ammette il pareggio) In altre parole, tutti e soli quelli che avevano vinto tre partite finivano nello stesso gruppo. Una possibilità è che ci siano dieci gruppi diversi, nel caso un giocatore abbia vinto tutte le partite, il secondo tutte tranne che col primo, il terzo tutte tranne che con i primi due, e così via. Dimostrate che non si può avere ottenuto un singolo gruppo oppure nove gruppi diversi. Naturalmente è possibile che A abbia battuto B, B abbia battuto C e C abbia battuto A…


scacchiera Hex

(trovate un aiutino sul mio sito, alla pagina http://xmau.com/quizzini/p509.html; la risposta verrà postata lì il prossimo mercoledì. Problema da Hugo Steinhaus, One Hundred Problems in Elementary Mathematics, n. 83)


Maths on the Back of an Envelope (ebook)

Rob Eastaway è un noto divulgatore matematico britannico. In questo libro (Rob Eastaway, Maths on the Back of an Envelope : Clever ways to (roughly) calculate anything, HarperCollins 2019, pag. 208, € 7,29 (cartaceo: Lst 9.99), ISBN 9780008324599) si è dedicato alla spannometria. In realtà il suo approccio è più ampio. La spannometria vera e propria – i problemi di Fermi – sono solo verso la fine, mentre nelle sezioni iniziali del libro Eastaway mette in guardia contro la troppa precisione e insegna un po’ di trucchi del mestiere, oltre che introdurre il suo Zequals (un uguale disegnato coi dentini a sega, per dire che si taglia via tutto tranne la cifra più significativa). Direi che il libro è assolutamente valido per tutti, giovani e meno giovani; leggendolo, imparerete anche a saper non usare la calcolatrice, o almeno a saperla usare con cognizione di causa!

Bisogna avere delle opinioni!

Sto seguendo per lavoro un webinar. A un certo punto ci è stata fatta una domanda, “come cambieranno le abitudini di acquisto post pandemia?” a cui rispondere sul sito. C’erano quattro opzioni: (a) si tornerà lentamente come prima, (b) è ormai cambiato tutto, (c) ci sarà qualche cosa di diverso ma non molto, oppure (d) non saprei. Se la domanda fosse stata cosa farò io, avrei probabilmente risposto (c), perché comunque compravo già molto online. Ma a una domanda su come faranno gli italiani, oggettivamente non ho nessuna idea, anche perché se ce l’avessi potrei giocare in borsa.

Bene. Su più di 1100 risposte – sono webinar molto seguiti – un centinaio circa ha risposto (a), 400 ha risposto (b), 700 (c). Quanti hanno risposto (d)? Sette (7) persone. Sono abituato a essere minoranza, ma non così minoranza.

Non è una cosa molto importante, d’accordo. Ma non trovate che non è che sia proprio così importante dovere avere un’opinione proprio su tutto?

La nave di Teseo è contro i Kindle?

Sto leggendo Peanuts. Charlie Brown, Snoopy e il senso della vita, preso in prestito da MLOL e quindi in formato epub. Stavo recuperando su Amazon i dati per inserirli nella mia futura recensione e ho scoperto che non hanno la versione Kindle. Ho appena ricontrollato su Bookrepublic, e ovviamente l’epub c’è.

Qualcuno sa se è un caso oppure è proprio una scelta dell’editore? Ribadisco che è solo una mia curiosità, visto che io leggo ebook solo in epub. Ho l’app Kindle per i rarissimi libri – me ne saranno capitati due in tutto – che ho trovato solo in quel formato e quindi comprato lì, tipo questo

Aggiornamento (15:50) in effetti nemmeno sul sito La nave di Teseo appare la possibilità di comprarlo su Amazon, mentre per esempio Ricordi e bugie di Jim Carrey, sempre di questo periodo, è acquistabile…

I chatbot hanno ancora tanta strada da fare

L’altro giorno stavo cercando dei libri su Google Play Books (sennò che me ne faccio degli spicci dei sondaggi Google Rewards?) e ho notato ancora una volta che mentre esiste un genere “science&technology” tra gli audiobook non c’è l’equivalente per gli ebook. Ho così provato a contattare l’assistenza e per una volta sono passato via chat. Il fatto che dovessi scrivere in inglese non era un grande problema. Sono il primo in coda, e arriva un certo Tae. Ecco la conversazione che abbiamo avuto.


You’re connected with agent Tae.
11:40 AM
Hi Tae! As I wrote, I would like to know why there is no list of ebooks in Science&Technology category in Google Play Books
Io · 11:41 AM

Thanks for contacting Google Support, My name is Tae, in case you need to refer to this chat interaction in the future, please take note of the following ID (0-2035000031624. How are you doing today maurizio?
Tae · 11:42 AM

Hello Tae, I'm quite fine. I hope the same of you
Io · 11:42 AM

I understand that you are contacting us regards to Play book. I can try to help.
Have you tried using the search in engine?
Tae · 11:43 AM

Search gives results with a specific term - eg, "Maths" - but I am trying to find books I don't know about. This means that I am not able to pinpoint a choice
Io · 11:45 AM

I understand, the books you see listed are the one that we have available. If we don't have the content you are looking for, you can submit feedback so that books as such can be added.
Tae · 11:47 AM

ok, thanks!
Io · 11:47 AM

Is there anything else I can help you with today?
Tae · 11:48 AM

no, thank you. Bye!
Io · 11:48 AM

Thank you for contacting Google Support. At the end of this chat there will be a brief survey about your support experience. Google appreciates your comments!
Tae left the chat.
11:48 AM
Thanks for chatting! Let us know how we did: [link redacted]
Tae · 11:48 AM

The session has ended.
11:48 AM

È chiaro che “Tae” è un chatbot. Se non fosse stato evidente dal fatto che non ha cominciato rispondendo al mio primo messaggio – ma quello potrebbe essere dovuto al fatto che inizio e fine di una conversazione in chat sono spesso precaricate – con il suo secondo messaggio la cosa è lampante. Inutile dire che a questo punto ho lasciato perdere la speranza di avere una risposta, e mi sono limitato a risposte il più neutre possibile: non vedo perché avrei dovuto scrivere qualcosa di non standard per fornire gratuitamente dati di addestramento a Big G.

Il problema non è dovere interagire con i chatbot. Beh, un po’ è anche quello, ma capisco che alla maggior parte delle richieste si possono dare risposte precotte, e avere un essere umano il cui lavoro è inviare quella rilevante è costoso per l’azienda e alienante per il lavoratore. Il problema è che questo chatbot non si è presentato come tale e questo non mi pare per nulla corretto, per quanto sia evidentemente legale. Perché bisogna negare la realtà? Ad Alphabet sono così certi che nessuno si accorga della differenza? Hanno paura che nessuno interagirebbe? Ci siamo adeguati agli alberi vocali quando telefoniamo, ci adegueremo anche ai chatbot: ma almeno lasciateci sapere di che morte dobbiamo morire.

Facebook mi segnala…

segnalazione di Facebook
Stamattina Facebook mi ha segnalato che il Garante ha sanzionato Facebook per un’informazione scorretta. Il testo – che bisognava leggere subito: ho aperto una nuova finestra ed era già svanito… – si trova a https://www.facebook.com/legal/italy e dice:

AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
Le società Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd.
Non hanno informato adeguatamente e immediatamente i consumatori, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti. In tal modo hanno indotto i consumatori a registrarsi sulla Piattaforma Facebook, enfatizzando anche la gratuità del servizio.
Tale pratica è stata valutata scorretta, ai sensi degli artt. 21 e 22 del Decreto Legislativo n. 206/2005 (Codice del Consumo).
L’Autorità ha disposto la pubblicazione della presente dichiarazione rettificativa ai sensi dell’articolo 27, comma 8, del Codice del Consumo.
(provvedimento adottato nell’adunanza del 29 novembre 2018 e disponibile sul sito www.agcm.it)

“Naturalmente” non ci sono link specifici sui provvedimenti, ma solo un puntatore al sito AGCM. Se siete curiosi, l’adunanza si trova qui: sono d’accordo col fatto che Facebook non dice che userà i dati per scopi commerciali, non credo molto che il fatto che “induca ingannevolmente” gli utenti a registrarsi, “enfatizzandone la sola gratuità” cosicché “gli utenti consumatori hanno assunto una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso (registrazione al social network e permanenza nel medesimo)”, ma non è un mio problema.

Ma qui parliamo di due anni e mezzo fa. cosa è successo dopo la pubblicazione? Ho trovato una nuova istruttoria aperta più di un anno dopo (gennaio 2020). In quell’anno c’è stata una sospensiva (sulla sola pubblicazione) da parte dell’ineffabile Tar del Lazio; l’istruttoria è andata avanti e il 17 febbraio scorso c’è stata la nuova sentenza, dove si rimarca che Facebook Inc. e Facebook Ireland Ltd “non hanno pubblicato la dichiarazione rettificativa e non hanno cessato la pratica scorretta accertata: pur avendo eliminato il claim di gratuità in sede di registrazione alla piattaforma, ancora non si fornisce un’immediata e chiara informazione sulla raccolta e sull’utilizzo a fini commerciali dei dati degli utenti.” (e specifica che ciò deve essere fatto “alla luce del valore economico assunto per Facebook dai dati ceduti dall’utente, che costituiscono il corrispettivo stesso per l’utilizzo del servizio.” Se il Codacons legge questo estratto fa partire una class action per obbligare Facebook a pagare i suoi utenti per l’uso della piattaforma).

Non sono riuscito a vedere se la nuova dichiarazione rettificativa debba essere presente per venti giorni nelle home page mobili, come lo era la vecchia, e non posso controllare direttamente non avendo Facebook sul mio furbofono. Se qualcuno volesse verificare, gliene sarei grato. Interessante comunque che a metà febbraio, quando è stata pubblicata la delibera del garante, io non avessi visto nulla in giro. Voi?