complimenti all’ufficio postale Milano 97

Dovevo spedire una lettera, e non sapevo se superava i 20 grammi; quindi non potevo mettere un francobollo ma dovevo per forza passare in un ufficio postale. Qual è il problema? Prenoto il ticket per l’ufficio di Milano Suzzani. Il ticket era per le 14.15, alle 14.13 sono regolarmente davanti all’ufficio postale… con la porta chiusa e uno davanti alla porta. Gli chiedo di suonare il campanello; lui dice che se la porta è chiusa non aprono, e che ci sarà dentro troppa gente. In effetti schiaccia il pulsante, e non succede nulla. Nel quarto d’ora successivo la situazione è rimasta immutata, tranne per il tipo davanti a me che se ne è andato e sette-otto persone che sono uscite. Ho anche cercato il numero di telefono dell’ufficio postale: nessuna risposta.

Passato il quarto d’ora sono entrato, ho mostrato al totem il mio QR, e ovviamente mi è stato risposto picche, essendo già stato chiamato il numero; ancora più ovviamente non potevo più fare prenotazioni e dovevo prendere il numeretto. Solo che – e qui l’ovvietà è al massimo – tutti quelli con la prenotazione successiva alla mia hanno trovato le porte non bloccate e quindi mi sono passate davanti. Ma mi è stato detto che la colpa era mia, perché (a) avrei dovuto passare il codice sul totem e (b) comunque avrei dovuto sapere che bastava uscire fuori dall’ufficio e citofonare, e mi avrebbero aperto. No, non c’era nessun cartello appeso davanti alla porta con la spiegazione, sarebbe stato troppo semplice. Avrei dovuto divinarlo.

Ah: la lettera era sotto i 20 grammi. Ho perso un’ora per nulla.

Sir Clive Sinclair

Clive Sinclair, morto ieri dopo una lunghissima lotta contro il cancro, era notissimo ai nerd miei coetanei per i suoi microcomputer. (No, non ne ho mai avuto uno). A me però i suoi prodotti hanno sempre fatto venire in mente quello che per me è lo stereotipo della Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale: “vorrei, ma non posso (più)”. Per dire, lo ZX80 aveva un singolo microprocessore che doveva fare letteralmente tutto: così se uno schiacciava un tasto (sulla tastiera di plastica che fece ammattire chiunque l’avesse avuta tra le mani) si perdeva per un attimo il video. In pratica i computer erano studiati per costare il minimo possibile, con scelte tecniche e costruttive che mostravano immediatamente i loro limiti. Ieri ho scoperto che dopo i computer Sinclair commercializzò un triciclo elettrico (il C5) che non riusciva ad andare in salita… altro esempio della scarsa praticità delle sue invenzioni.

Burocrazia scolastica

La scuola è ripresa lunedì 13. Rispetto all’anno scorso abbiamo un orario provvisorio di 4 ore al giorno anziché 6; meglio delle due ore di allora. Il registro elettronico è stato attivato solo oggi, e si sono dimenticati di archiviare le sezioni di Classroom dell’anno scorso (cosa che lo studente non può fare da PC ma solo da telefono, a quanto pare). Ma non è di questo che voglio parlarvi.

La settimana prima dell’inizio è arrivata la circolare con i moduli per l’uscita non accompagnata da scuola. Moduli che avevano già l’anno scorso, ma passi. Il modulo specifica chiaramente che non è valido per uscita anticipata anche se concordata, nel qual caso occorre che arrivi un genitore oppure un delegato ufficiale. Mi pare un po’ stupido, ma non è un vero problema. Ci sarebbe poi il modulo delle deleghe per recuperare i giovani virgulti, nel caso si mandi qualcun altro. Noi non abbiamo nessuno da mandare, quindi non ho nemmeno fatto la fatica di stampare il foglio. Martedì arriva Cecilia e mi dice che manca il foglio deleghe, che avrebbe dovuto portarlo in classe entro oggi, e ora devo andare in segreteria a consegnarlo.

Se la logica non è chiara, la riassumo. Se voglio che qualcuno prenda i miei figli, faccio un foglio delega. Se la delega non esiste, nessuno che non sia un genitore può prenderli. Ma per la segreteria della scuola questo non è vero: deve esserci una “delega nulla”. (E no, non è un problema di genitori separati che potrebbero rapire i ragazzi; la delega per l’uscita autonoma l’ho firmata solo io). L’unica cosa che mi tranquillizza è che conosco i miei polli. A fine febbraio 2020, per finalizzare l’iscrizione dei gemelli alla prima media, avrei dovuto portare una loro foto. Sono andato con i ragazzi a fare la foto, e poi è arrivato il lockdown. Secondo voi, mi è mai stata più chiesta quella foto?

The Raven’s Hat (libro)

Ci sono problemi matematici che sono a prima vista impossibili da risolvere. Una delle cose davvero belle della matematica – your mileage may vary, come dicono gli anglofoni… – è che se si riscrive il problema in modo diverso ma equivalente si può scoprire che la soluzione non è poi così difficile: non dico che siamo all’uovo di Colombo, ma quasi. Bene: questo libro (Jonas Peters e Nicolai Meinshausen, The Raven’s Hat : Fallen Pictures, Rising Sequences, and Other Mathematical Games, The MIT Press 2021, pag. 177, € 24,95, ISBN 9780262044516) fa proprio questo, portando passo passo il lettore a scoprire non solo la soluzione ma anche la matematica che sta dietro di essa. Le competenze richieste sono quelle della fine delle scuole superiori: in realtà si va più avanti, ma le numerose appendici servono a spiegare le nozioni non standard, che comunque non sono certo a livello universitario. Secondo me questo libro è imprescindibile per chi vuole capire davvero perché la matematica è bella. L’ultimo capitolo, con la storia del quadro che casca togliendo uno qualunque dei chiodi a cui è appeso, secondo me ha dell’incredibile…

green pass e Immuni

Lunedì è cominciata la scuola e avevo promesso ai gemelli che li avrei fatti mangiare al Burger King. Pensandoci un po’, mi è venuto in mente che forse stare all’interno sarebbe stato meglio: tanto avevo anche il loro Green Pass fresco di stampa. Arrivo, mostro la copia cartacea dei loro pass, e poi tiro fuori Immuni dove c’era la mia certificazione… che mi dà errore. Non mi è venuto subito in mente che nel portafoglio avevo la versione stampata: comunque sono andato su Google Drive a prendere un’altra versione che è andata.
Poi con calma ho verificato qual era il problema: avevo scaricato la prima certificazione, quella dopo la prima dose, che adesso non vale più. Certo però che per una volta che Immuni sarebbe potuta essere utile…

(ah: dopo che ho caricato la nuova certificazione, me ne sono trovate due. Non è che io potrei usare Immuni con il green pass di un altro?)

Le idee di cristianità

cristianità
Don Dino Pirri ha postato ieri su Twitter l’immagine qui sopra, con il commento “Trova l’idea di cristianità giusta”. Twitter essendo quel che è, la maggior parte dei commenti che ho letto sono del tenore “l’idea giusta è quella di Orbán”. (Per la cronaca, a quanto pare la materia del contendere è l’accoglienza ai migranti).

Io segnalo solo un paio di cose, senza volutamente entrare nel merito dell’accoglienza ai migranti. La prima è che va benissimo avere un’idea di cristianità diversa da quella del papa – ci sono centinaia di milioni di persone che ce l’hanno – ma a questo punto sarebbe corretto non dirsi cattolici. La seconda è che in ogni caso l’occhiello di quell’articolo è ridicolo, a meno che uno pensi che Orbán sia un leader religioso. (Sì, era già ridicolo il “cattolico adulto” di Romano Prodi)

Attivazione libri digitali

Eh sì, è cominciata la scuola e mi tocca attivare i libri digitali. Rispetto all’anno scorso ho qualche idea in più su come farlo, per fortuna: ma restano sempre delle peculiarità che non comprendo. Mondadori Education per esempio ha due modalità: inserimento PIN per i libri dal 2018 in poi, e bollino SIAE per i precedenti. Ora mi capita che WikiMath sia del 2017, e quindi un cecato come me deve leggere dei numerelli sul bollino. Ma questo è il meno! Dopo aver faticosamente copiato quei numeri, mi è arrivato un errore “INSERIRE SOLO LE PRIME DODICI CIFRE DEL CODICE ISBN”. Ora, il codice ISBN ha 13 cifre. Lo so, la tredicesima è di controllo, quindi che ci sia o non ci sia è irrilevante per riconoscere il libro. Ma proprio per questo cosa ti costa guardare solo le prime 12 cifre? E no: nella schermata di inserimento non c’è scritto “inserire le prime dodici cifre del codice ISBN”…